di La ragazza del bar, bds
Dietlinde Gruber, prime time anchorman and special foreign anchorman. Come da biglietto da visita
A Baghdad i media internazionali si stanno ancora interrogando sull’evento. Altro che Cnn, altro che Christiane Amanpour: Dietlinde Gruber detta Lilly, si presenta in Irak a nome e per conto del Tg1 di Clemente J.Mimun con titoli da far impallidire il mitico Cronkite.
“Prime time anchorman – special foreign correspondent”, più o meno “conduttore del telegiornale nell’orario di massimo ascolto” (anchorwoman, declinato al femminile evidentemente era considerato “politically incorrect”) e “inviato speciale esteri”.
Così recita il biglietto da visita che Dietlinde sta distribuendo in questi giorni a Baghdad. In inglese “special correspondent” non vuol dire nulla: o sei o non sei “correspondent”.
Lo sconcerto non investe soltanto Baghdad, ma tutta la squadra del Tg1 di Saxa Rubra.
In crisi di identità Maria Luisa Busi, alle prese con la sua specificazione di “prime time anchorman” but “special domestic reporter”. David Sassoli si è iscritto a un corso accelerato di inglese, mentre l’anchorman delle 13 e 30, Francesco Giorgino, si sente stretto nell’ipotesi anglofona di “another time anchorman” and “special gossip correspondent”.
E’ la guerra, insomma, delle autoqualificazioni: “second time”, “last time”, e altre aggettivazioni di mestiere del tipo “burka correspondent” proposto da Tiziana Ferrario o “special Berlusconi’s correspondent” rivendicato da altri.
Per assegnazione direttoriale del titolo abbiamo il vecchio Remondino a inaugurare la categoria dei “never time anchorman” e “special trombated (qui l’inglese risulta incerto) Balkan correspondent”.
In attesa che la Corte dei conti compia le sue ispezioni nei siti presidenziali della Rai, Bush J. Mimum prepara le sue armate per l’attacco definitivo, a cominciare dalla sua qualifica di Comandante Supremo: “All seasons director”.
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