da Piergiorgio Welby
Diceva Voltaire che l’illusione è il primo dei piaceri…ed io non voglio negarmi il piacere di illudermi che il min. Sirchia invece di rispondere all’interrogazione dell’onorevole Ercoli sulla ricerca condotta dal centro di bioetica dell’università Cattolica di Milano, invocando l’art. 361 del codice penale avesse citato questo brano di H.G. Gadamer: “[…] Da un lato vi è ciò che definiamo “scienza”, ovvero la totalità dei risultati della ricerca scientifica, che sono in costante progresso. Dall’altro si trova il sapere empirico, frutto della cosiddetta prassi che ognuno è in grado di accumulare incessantemente […] L’esperienza che l’uomo acquista di sé e dei propri simili cresce di continuo, non solo nella sfera professionale, ma anche nella vita privata.”. Dopo di che il min. Sirchia avrebbe dovuto rivolgere al Parlamento questa domanda retorica: credete che i medici intervistati siano dei mass murder o dei professionisti seri che hanno dovuto operare una scelta sofferta tra il rispetto di leggi obsolete e la loro scienza-coscienza?…nel primo caso la responsabilità non ricade solo su di loro ma su l’intero sistema universitario che li ha esaminati, valutati, laureati, se, come io ritengo, sia valida la seconda ipotesi dobbiamo ammettere che la necessità di una legge che che regoli l’eutanasia è un diritto irrinunciabile per una società che voglia definirsi civile, una legge che tuteli medici e pazienti, gli uni da decisioni laceranti gli altri da un uso ottuso delle tecnologie. Qui ha termine il mio wishfull thinking…La realtà è che il min. Sirchia non si è limitato a minacciare denuncie e processi ma ha parlato di terapia del dolore e Hospice due “presidi” che potrebbero ridurre le richieste di eutanasia ma non potranno mai eliminare il ripetersi dei tragici casi che hanno scosso le nostre coscienze.
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