LINO JANNUZZI. E’ il protagonista dell’ultima telenovela mediatica. Il celebre giornalista oggi collaboratore di “Panorama” dovrebbe andare in galera perché per tre volte condannato per reati di diffamazione a mezzo stampa. Si tratta di un reato che andrebbe tolto dal codice penale. Molte proposte di legge sono state studiate e giacciono nei vari cassetti, anche in quelli della sinistra. Prima o poi, quando non avranno altro a cui pensare, metteranno mano alla riforma. Ma per il momento molti giornalisti pagano, soprattutto in moneta sonante, in autocensura, in censura e addirittura, si vorrebbe, in galera. Solidarietà quindi al compagno Jannuzzi. Quello che non si capisce è come mai, improvvisamente, ci sia questa unanimità nel prendere le sue difese. Nessuno cambia la legge ma tutti difendono Jannuzzi. Perché non difendere tutti i giornalisti, riformando coraggiosamente la legge sulla diffamazione?
MASSIMO D’ALEMA. Il fantasma che si aggira nella sinistra italiana dice una cosa tremenda in relazione ai consiglieri della Rai: “Adesso devono uscire con le mani alzate”. Sembra di ascoltare di nuovo l’orrendo Previti. Ricordate? “Non faremo prigionieri”. Certo, D’Alema rispetta la convenzione di Ginevra. Farà prigionieri, non li giustizierà sul posto. Come è democratico D’Alema.
ETTORE ADALBERTO ALBERTONI. Consigliere della Rai rimasto più solo di una particella di sodio dell’acqua Lete, dichiara a Paolo Conti, Corriere della Sera: “Non credo sia buon pluralismo il monologo di Nanni Moretti con Enrico Deaglio: è un comizio”. No, è un’intervista. Uno fa le domande, l’altro dà le risposte. Semmai è un dialogo. Dopo la doppia conduzione proposta da Giuliano Ferrara, siamo alla doppia intervista proposta da Albertoni, il giapponese che non vuole uscire dalla jungla?
LUIGI ZANDA. L’ex consigliere della Rai racconta a Paolo Conti sul “Corriere della Sera” che Baldassarre gli aveva parlato malissimo di Saccà, che Saccà aveva moltissimi scheletri nell’armadio, che era una persona della quale non ci si poteva fidare, che doveva essere votato ugualmente perché la nomina di Saccà faceva parte del pacchetto che prevedeva la sua nomina a presidente, che era sua intenzione, una volta nominato, di aprire un’inchiesta interna per poterlo allontanare dopo sei mesi. Scandalo! Questo Baldassarre è proprio un lazzarone! Ma vogliamo parlare di Luigi Zanda che se ne sta zitto per tutto questo tempo?
GIANCARLO GENTILINI. Il sindaco sceriffo di Treviso, leghista, sostenitore della tolleranza zero con gli extracomunitari, scrive al premier Berlusconi. “Una vergogna! E’ il colmo! Il cittadino che si difende va in galera. Ora è tempo di dare risposte precise ed inequivocabili a tutti i cittadini che vi hanno dato mandato di governare il Paese…Il cittadino ha il diritto di difendersi, con ogni mezzo, quando la vita dei propri cari, la casa ed il proprio patrimonio sono messi in pericolo. E questo diritto non va sottoposto a censure legislative”. Chi attenta al patrimonio? “Zingari, extracomunitari minorenni, donne incinte”. Continua il Gentilini-pensiero: “E’ in corso una campagna contro la pena di morte, contro l’ergastolo, contro i lavori forzati. Bisogna prendere una posizione netta contro questi tentativi che scardinerebbe l’ordine costituito”. In conclusione: diritto di sparare a raffica contro chi entra nel tuo giardino e lavori forzati per chi viene catturato. E se Berlusconi non gli dà ascolto? Minacce anche per lui: “E’ mio compito come sindaco portare a conoscenza del governo centrale lo stato di disagio e di delusione che sta serpeggiando fra la gente nei Vostri riguardi”.
Claudio Sabelli Fioretti
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