da Sergio Pilu
E va bene, mi sono beccato anche l’etichetta del destrorso. Mi mancava, non cercherò nemmeno di appellarmi alla mia fedina politica immacolatamente sinistrorsa. Però, Sub: fai di mestiere il giornalista, e quindi conosci bene il valore delle parole. Sai che esse valgono se hanno un significato condiviso tra tante persone, le quali possono usarle comprendendosi (non necessariamente essendo d’accordo). “Destra” e “Sinistra”, mi dispiace per te, non hanno più questo significato condiviso. Io mi ritengo di sinistra, ma di gente che si autodefinisce allo stesso modo ce n’è a iosa, e con un certo numero di questi io sento di non avere molto a che fare (così come Montanelli sentiva di avere poco a che fare con la destra Gasparri-style). Allora, evidentemente diamo al termine “Sinistra” un significato differente. Tanti significati differenti, nessun significato condiviso. Tutto lì. Se hai una soluzione, fammela sapere, te ne sarei sinceramente grato (nessuna ironia, credimi). P.S. Farfalleggiando dietro alla semantica, mica hai risposto alla domanda: si può essere di destra e cattolici?
Che molta gente di destra si definisca di sinistra è vero. E solo per questo io devo cambiare significato alla parola? Preferisco dire che molta gente mente e si appropria di un aggettivo che non è suo. Per me valgono ancora alcune distinzioni anche se sono desuete:a ciascuno secondo i bisogni o secondo i meriti (o magari secondo le rendite di posizione)? Ci si può definire di sinistra quanto si vuole, ma prima bisogna rispondere a questa domanda.Ps:non credo si possa essere di destra e sinceri cattolici, proprio perché la domanda fondamentale è quella sopra. A quella domanda, dimmi, che cosa avrebbe risposto Gesù Cristo? Anzi, che cosa ha risposto?(csf)
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