da Alessandro Ceratti
D’Alema ha fatto come quei giocatori di scacchi mediocri ma presuntuosi che durante la partita offrono in sacrificio i propri pezzi per ottenere chissà quale vantaggio strategico. Prima ha offerto un pedone e tutti hanno deciso di dichiarare di vederlo anche loro il vantaggio così ottenuto. Poi ha offerto un cavallo. Qualche protesta si è levata ma subito un coro di amici ha zittito tutti proclamando a gran voce: “D’Alema è il più intelligente. E’ un politico navigato, sa quel che fa”. Poi ha offerto un alfiere. E’ calato il gelo, ma il Grande Leader ostentava sicurezza e fiducia. Gli avversari intanto mangiavano, senza porsi tante domande, evidentemente non troppo preoccupati da strategie nascoste. E poi gli han dato scacco matto, così come si dà a un principiante che quei pezzi li aveva persi per sventatezza. Qualcuno ha provato a sollevare la scacchiera per vedere se magari la strategia era nascosta lì. Nessuna traccia.
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