da Luciano Caldirola, Merate
Se per sinistra si intende solidarietà e attenzione ai meno fortunati, sobrietà di costumi, modestia, stile, non capisco come si possa pensare a D’Alema come eroe della sinistra. Uno che si porta in giro quel ghigno arrogante e supponente da Re Sole in mezzo ai lacchè. Uno che ha una sconfinata considerazione se stesso, più diSgarbi e Berlusconi messi assieme (solo che questi due lo ammettono senza vergogna, gli ingenui; lui è più furbo). Uno che ha detto che lasciare i giornali in edicola quando questi lo criticavano è un gesto di civiltà. Uno che ha querelato Forattini chiedendo 3 miliardi di danni per una vignetta che graffiava il suo ego ipertrofico. Uno chesi è fatto crescere due baffetti da sparviero perché parole sue lo fanno sentire più virile. Uno che si compiace delle sue scarpe fatte a mano da un milione e mezzo. Uno che ha la barca in legno lamellare da 18 metri. La quale sarebbe scusabile se fosse solo l’espressione di una particolare e forte passione, come chi spende milioni per una sua personale mania (libri antichi, campanelli, vasi Ming…), ma che messa accanto alle scarpe, alle querele, ai quei baffetti e quell’espressione da Chaplin nel Grande Dittatore, al disprezzo permanente e malamente dissimulato verso l’universo mondo, alla supponenza infastidita e scostante con la quale risponde (anzi, pontifica) a quelle mosche fastidiose dei giornalisti, come se il suo nasino sentisse un cattivo odore…. Ebbene, tutto l’insieme disegna perfettamente lo stile di una persona. E lo stile, si sa, fa l’uomo. D’Alema eroe della sinistra? Ma mi faccia il piacere, mi faccia!
Luciano Caldirola – Merate (LC)
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