da Piergiuseppe Caporale
Ho tentato, e l’ho fatto invano, di seguire fino alla fine il monologo di Benigni tanto atteso e strombazzato. Ho votato su Audioblog fra i pochissimi “non piaciuto”. Per il resto sembra un plebiscito. Non ci capisco più niente. Per quanto riguarda la prima parte lo sfottò berlusconiano ormai non può più far ridere nessuno: purtroppo è una realtà divenuta addirittura dolorosa. Per quanto riguarda la seconda, quella sui bambini, mi è sembrata uno spot pubblicitario a “Pinocchio”. Dante, poi, superfluo sfoggio di cultura monotematica. Il dramma, in ogni caso, è stato costituito dalla noia. Se si pensa, poi, che nei salti di programma, si finiva sulla eterna, immarcescibile, becera finta goliardia di Arbore (un velo pietoso sulla musica)… ma, con ogni probabilità, sono dalla parte sbagliata, anzi da tutte e due le parti. Aggiungo che, per quanto riguarda Benigni, mi sento come quello che si vergogna di una cosa che sta facendo un altro: non so se mi spiego.
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