Francesco Cardella molti lo ricordano editore porno, oppure guru arancione, oppure amico di Craxi, oppure sospettato di aver fatto uccidere il suo migliore amico, Mauro Rostagno, oppure organizzatore di falsi corsi di formazione, oppure latitante in Nicaragua dove viveva su un albero e faceva il pittore e il biscazziere. Io ho un ricordo diverso di lui.
C’era una parola che faceva veramente incazzare Lamberto Sechi quando la sbagliavamo, “Massachusetts”, una parola che chissà perché ricorreva molto spesso in “Periscopio”, una rubrica gossipara con notizie provenienti in gran parte dagli Usa. La rubrica la curava Luca Grandori. Il quale ogni volta che si imbatteva in “Massachusetts” sbagliava le “t” e le “s”. O ne metteva poche o ne metteva troppe e sempre nei posti sbagliati, facendo imbestialire Lamberto. Finché un giorno Lamberto costrinse Luca a prendere un foglio e a scrivere “Massachusetts” cinquanta volte. Come alle elementari. Quando Lamberto morì Luca scrisse nel suo necrologio: “Grazie per essere stato il mio maestro di giornalismo e per avermi insegnato come si scrive correttamente Massachusetts”
Vittorio Feltri prendeva i giornali a 100 mila copie e li portava velocemente a 200 mila. Io li prendevo a 30 mila e li portavo velocemente alla chiusura. Però i miei giornali erano belli e quelli di Feltri no. E poi io ero di sinistra e Vittorio Feltri no.
Poi fu la volta di Iseribus Laser. Agnano, quinta corsa. Iseribus Laser, mi dissero tutti, parte pianissimo, continua con la stessa andatura nella parte centrale della gara e rallenta nel finale. Che culo, pensai.