La prossima volta che sento qualcuno parlare male dei giornalisti vado lì e lo meno. La realtà è che la classe dei giornalisti è composta di persone assolutamente buone, gente che non farebbe male ad una mosca, individui che fanno di tutto per mettere a loro agio la gente. Non ci credete? Andatevi a leggere le interviste che compaiono sui giornali o vengono trasmesse dalle varie televisioni. Onorevole come sta? Qual è il suo difetto più grande? Che cosa farà quando andrà in pensione? Che cosa farebbe per migliorare la vita dei cittadini? Quale sfide ha affrontato? Il più bel ricordo? Mai una volta che chiedessero ad un imprenditore perché evade le tasse o ad un politico se si è mai fatto corrompere. Mai una volta che un giornalista di fronte ad un intervistato evasivo gli ripeta la domanda in maniera anche ossessiva fino a quando non ottiene la risposta. L’ultima conferenza stampa di Giorgia Meloni è un grande esempio. Domande simili a editoriali o ad un chiacchiericcio salottiero. Alle pochissime domande che potevano metterla in imbarazzo Giorgia semplicemente non ha risposto senza che nessuno protestasse. Il momento più bello è stato quando la presidente del consiglio ha detto: “Deco andare a fare la pipì”. E qualcuno le ha risposto: “Ne ha la facoltà”.
D’accordo, aveva il porto d’armi. E perché aveva il porto d’armi? Perché si sentiva minacciato. D’accordo. Gli iraniani forse ce l’avevano con lui. Ma lui di armi ne aveva sei. Le altre cinque per uso sportivo. Una passionaccia, insomma. E come possiamo prendercela con chi ha le passioni? Strano però che “per uso personale” avesse comprato una pistolettina, un revolverino, una rivoltellina, una specie di giocattolo. Figurati che paura che poteva mettere agli iraniani con quel pezzetto di ferro che stava nel palmo di una mano ed era talmente basic che per fare esplodere il proiettile bisognava alzare il cane manualmente. Insomma portava quel gingillo a spasso per farlo vedere agli amici (escluderei la presenza di iraniani al cenone del viceministro Dalmastro). Forse aveva perfino sostenuto che gliel’aveva portato Babbo Natale. E così, guarda tu che guardo anch’io è partito il colpo. Dieci giorni di prognosi per il povero Luca Campana. Emanuele, che vergogna, la prossima volta porta un’arma seria!
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IERI SERA SONO ANDATO A UNA FESTA, UNA NOIA CHE NON VI DICO: NESSUNO CHE ABBIA SPARATO.
Che noia ragazzi. Ogni tanto, quando ci penso, mi viene la depressione. Io vivo in un paesino in montagna che annovera ben otto abitanti. Ho una certa età e avendo fatto per tutta la vita il giornalista mi è rimasto il vizio di voler essere informato. La televisione non mi piace e i telegiornali sono insopportabili, anche quando, per eventi assolutamente fortuiti, sono costretti a scrivere la verità. Affidarmi all’informazione che arriva con internet, come fanno i giovinastri oggi, è peggio che darsi delle martellate sugli zebedei. Raggiungi la verità più facilmente leggendo i fondi del caffè. Comprare i quotidiani, per me, vuol dire fare venti chilometri al giorno (quando sono in montagna), oppure 700 gradini (quando sono al mare). Non mi rimane che affidarmi alle versioni online dei quotidiani che non sono il massimo soprattutto per la vista.
Ma arrivo al dunque. Che noia ragazzi. I giornali ormai sono proprio brutti. Sono il meglio disponibile su piazza ma sono anche inevitabilmente brutti. Scusami direttore, non mi riferisco al Corriere dell’Umbria che è un giornale bellissimo, magistralmente diretto e con un ricco parco di collaboratori eccelsi, soprattutto il sabato. Ma tutti gli altri? Li leggete? Sono scritti male, pieni di notizie inutili e ripetitive, dimentichi del tutto di grammatica e di sintassi, una volta considerate indispensabili. Mi chiedo spesso: sono brutti e inutili per virtù propria o perché sono brutte e inutili le cose e le persone di cui si occupano? La seconda delle due. Come posso per giorni e giorni appassionarmi agli imbrogli che si aggirano dalle parti del Pandoro Balocco? Come posso pensare di vivere quotidianamente imbottito di ciò che pensano e divulgano Matteo Salvini o peggio ancora il generale Vannacci? Possibile che la mia vita debba essere condizionata da inutili editoriali che da tre anni non fanno che dibattere sull’utilità dei vaccini, problema secondo solo al livello intellettuale dei terrapiattisti? Pagine e pagine vengono riempite di incomprensibili elucubrazioni sul Mes senza che a nessuno passi per la testa di spiegare che cosa sia il Mes. E vogliamo parlare del ritorno incalzante e periodico dei dibattiti sul Ponte di Messina, opera che mai, mai, mai, lo sanno tutti, sarà realizzata?
Che noia ragazzi. Si scrivono colonne su Giambruno che va ad Atreju (e allora?), su Marta Fascina che si dichiara innamorata di Silvio Berlusconi come se fosse vivo, sulle conferenze stampa che slittano in continuazione, su calciatori che “fanno la differenza”, sul rischio che si corre a urlare alla Scala “viva l’Italia antifascista”. Tutta roba inutile che ci frana addosso non appena apriamo un quotidiano. Tutta roba inutile, comprese le 450 parole che ho appena scritto, e voi avete appena letto, sul fondamentale tema “che noia ragazzi!”