Oggi ho trovato nella trappola sistemata nel laboratorio un topolino. Era un topolino veramente piccolo e grazioso. Ho preso trappola e topolino e li ho caricati in macchina. Ho fatto una decina di km, mi sono addentrato nel bosco ed ho raggiunto una grande catasta di tronchi reduci dagli schianti del Vaia. Ho chiamato questa catasta “Grand Hotel Vaia”. Il topolino, quando ho aperto la trappola, senza indugio si è inoltrato nei meandri della catasta ed ha raggiunto i suoi tre parenti che avevo già portato la settimana scorsa. Sono molto orgoglioso di questa mia decisione di trasformare la catasta nel Gran Hotel Vaia. E spero che i miei topolini abbiano un buon ricordo di me.
Al momento è una delle più grandi giornaliste italiane. Io l’adoro. Forse perché è vecchia come me ed è saggia come io vorrei essere. Leggete questa intervista che ha dato a Martina Piumatti del Giornale.
Insultata dalle neofemministe da social perché ha osato bacchettarle. Vista con sospetto dai nuovi maître à penser dall’ideologia formato hashtag. Lei, Natalia Aspesi, 92 anni e femminista da cinquanta, non si tira certo indietro. La giornalista de La Repubblica contrattacca con stile, impartendo una lezione di politicamente scorretto che infilza le ipocrisie diffuse su tutte le questioni che scottano. Fedez? “Un episodio privo di valore per gli omosessuali”. Ddl Zan? “Preferisco leggere l’Ulisse di Joyce”. Biancaneve e il consenso al principe? “Ma basta. Faccia la puttana e si diverta”. A ilGiornale.it tutte le stoccate di una femminista vera.
A giudicare dalle critiche al suo pezzo, il femminismo sembrerebbe morto inseguendo i like?
“Non guardo i like, sono qualcosa di irrilevante e non mi interessa cosa pensano sul web. Queste sedicenti neofemministe, non è che mi hanno criticata, hanno proprio chiesto la mia testa. Siccome sono molto anziana e ho vissuto una vita di cui sono abbastanza soddisfatta, vedo tutto da molto lontano e la critica mi fa sorridere, perché poi sono anche molto presuntuosa. Io penso sempre di esser meglio, capisce? Per cui le critiche le leggo volentieri e non ne tengo conto”.
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