Bravo alessandro, avrei voluto scriverlo io
Da ragazzi avevamo organizzato un torneo di calcio, sette otto squadre, campionato classico, tutti contro tutti. Il regolamento che ci eravamo dati stabiliva che ogni squadra doveva presentarsi al campetto – mi pare fosse il Calvairate – con almeno nove giocatori, sennò l’altra vinceva a tavolino. Un paio di volte noi ci siamo presentati in sei e appunto abbiamo perso a tavolino, campionato andato e ciao.
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da Muin Masri
Non è estate senza i giornali con le foto finto-rubate di Alba Parietti e Pierferdi Casini. Non è estate senza il funerale della sinistra mediocre. Non è estate senza una banca da salvare e una fabbrica da chiudere. Non è estate senza i cazzotti di Bud Spencer e i cine-angurie sul piccolo schermo. Non è estate senza Techetechetè e altre delizie del passato. Non è estate senza i barconi della morte. Non è estate senza la grande ammucchiata a destra. Non è estate senza l’aumento delle bollette di gas e luce. Non è estate senza uno scandalo a sfondo sessuale in Vaticano. Non è estate senza i 10 consigli di come sopravvivere alle gravidanze estive. Non è estate senza canzoni reggaeton … Per questo e altro ancora il vero militante di sinistra odia l’estate perché, come i gatti e i cani, teme di essere abbandonato triste e solo all’autogrill mentre sogna agognante una spiaggia pullulante di seni e cosce.
Erri De Luca è il più
Non è che un libro, in assoluto, sia un valore. Esistono libri, tantissimi, che sono una schifezza. Ed è meglio non leggerli. Poi ogni tanto ci si imbatte in libri favolosi e allora ci si convince che leggere dovrebbe essere obbligatorio. Obbligatorio nei confronti della propria legge morale. Basta poco per capire che un libro è assolutamente da leggere. Per esempio, pagina 106. E’ pericoloso sporgersi, dice il cartello ufficiale dei tempi correnti. E’ necessario farlo. Oppure pagina 99. “Finchè le parole sono nella tua bocca tu sei il loro signore. Quando sono uscite dalla tua bocca tu sei il loro servo”. Perché nessuna parola detta può essere ritirata.
Il libro si chiama “Il più e il meno” L’autore è Erri De Luca. Un libro serve per capire. Per questo ritengo che non bisogna leggere troppo e correre il rischio dell’overdose di comprensione. Io per esempio leggo molti libri gialli, libri inutili o quasi per la comprensione. Servono giusto per distrarsi, per divertirsi. Non fanno bene ma nemmeno male. Di libri “veri” preferisco leggerne pochi. Ecco, di libri di De Luca per adesso leggo questo. Non ho ancora dimenticato “La natura esposta”.
Il Vacchi spiaccicato
Si chiama sindrome del gatto spiaccicato. Ti capita quando per strada vedi il cadavere di un gatto che è stato investito da un auto. Lo spettacolo è orrendo ma tu non puoi fare a meno di guardarlo. A me capitava con Wanna Marchi. Non mi perdevo nessuna delle sue performance per quanto orrende fossero. Adesso mi capita con Gianluca Vacchi, quel tipetto che non contento di essere un riccone, si riprende in continuazione mente balla orrende coreografie pensando di essere affascinante o in alternativa spiritoso. Io cerco e guardo ed esamino tutti i suoi video. E cerco di capire che cosa mi attiri in quelle cose tremende. E che cosa le renda ridicole. Oggi l’ho capito. Ha il culo basso.
Il coraggio di parlare
Alessandro Giglioli è uno dei giornalisti che stimo di più. Il suo blog è un faro, spesso, per me. Dieci giorni fa è morta la sua mamma e lui come si usa fare in questi casi ha ringraziato tutti quelli che si debbono ringraziare. Quando muore qualcuno esplode il buonismo, tutti buoni e tutti meravigliosi. Ma Alessandro non ha dimenticato il suo mestiere. Ed ha aggiunto, sul suo profilo Facebook: “Non posso invece ringraziare, proprio non posso, la dottoressa (omissis, mio, ma lui ha fatto il nome) di Milano, che – l’ho saputo troppo tardi – pur essendo il medico di base di mia madre non si è presa in alcun modo cura della sua paziente, preferendo inviare per molti mesi suo marito, che si faceva pagare privatamente ogni visita”. Bravo Alessandro, così si fa.
Senza Fazio non si fazia
Per me Fabio Fazio può guadagnare quello che vuole anche se penso che arrivati a quelle cifre si può anche dimostrare un po’ più di distacco verso le cose terrene. Quello che è insopportabile è invece il comportamento di chi pensa che senza Fabio Fazio la Rai sarebbe crollata. No, le cose non stanno così. La Rai va bene e va male se la si conduce bene o male. Se si fanno investimenti sui mezzi e sulle persone. Vi faccio solo un esempio. Radio Rai ha la peggiore rete di distribuzione che esiste in Italia. Intere zone delle nostra penisola ignorano i programmi di Radio Due semplicemente perché non la ricevono mentre ricevono a palla Radio Maria e Radio Subasio. Ha un senso a questo punto giudicare programmi e conduttori che non si ascoltano? Altro esempio: come ogni anno al rinnovo dei contratti si sentiranno litanie tipo: “Bisogna risparmiare perché non ci sono soldi”. Con che coraggio si potrà tentare di dimostrare che Fabio Fazio è una risorsa irrinunciabile senza la quale la Rai crollerebbe mentre tutti gli altri sono degli inutili personaggi ai quali i guadagni vanno assolutamente dimezzati?”
L’importante è la classe
Berlusconi: “Sapete che cosa mi piace di Trump? Sua moglie”: Qualcuno lo avverta che non è nipote di Moubarak”.
“Il fondo del barile”
Ho una unica certezza per quanto riguarda il livello qualitativo di tutto ciò che passa per la Rete. Non c’è limite al peggio. Per questo ho deciso di istituire il premio “Il fondo del barile” per segnalare quelle zone, quei fatti, quei personaggi che per quanto pessimi riescono sempre a sorprendere per il livello infimo che riescono a raggiungere. Stavolta il premio va a all’ineffabile Gianluca Vacchi, il quale, anche senza la fidanzata storica, si esibisce in una orrenda danza snodata. Gianluca ci aveva abituato a cose tremende ma questa è veramente pessima. Andatela a vedere (http://video.corriere.it/shaun-edmondson-tracey-bolton-aereo/4b6e3b4a-50fa-11e7-bc37-00d42cea320f?refresh_ce-awe_video&counter=2). Aumenterete la viralità, è vero. Ma tanto ormai ha già avuto quatto milioni e mezzo di clic. E voi non potete privarvi della soddisfazione di aver visto il peggio del peggio del peggio. E potrete urlare: “Vergogna!”
“Er reuccio de Centocelle”
Si chiama Commissario e al momento, secondo me, è il cane più bello di Centocelle.
“Voltagabbana”
Si chiama Vincenza Labriola ed è la voltagabbana più fresca. Eletta con i grillini ha aderito nei giorni scorsi a Forza Italia. “Silvio Berlusconi ha governato tanti anni, è amato e stimato dal popolo: qualcosa di buono deve averlo fatto”, ha detto. E poi: “Berlusconi è stato gentilissimo”. Vincenza viene ad ingrossare il grande partito dei voltagabbana. Stando al monitoraggio di Openpolis dall’inizio del quinquennio (2013) ad oggi i passaggi da un gruppo a un altro sono stati 495 e hanno coinvolto 188 deputati e 133 senatori (il 33%) poiché qualcuno è transitato per più di un gruppo. Cioè: un parlamentare su tre tradisce il mandato che ha ricevuto dagli elettori e li abbandona al loro destino alla ricerca di lidi più adatti al loro reale sentire politico.
Dice Massimo D’Alema: “Se i cittadini pugliesi mi chiederanno di candidarmi io mi assumerò le mie responsabilità”. Tradotto: “E’ vero, mi candido”. Perché se non è così bisogna chiedersi: “Quanti debbono essere i cittadini pugliesi che glielo chiedono?” E anche: “Come glielo debbono chiedere? Per posta? Per uozzap? Per telefono? A voce?” E poi: “Come si fa a sapere se sono veramente pugliesi e non i soliti cinesi che sono stati tanto utili nelle primarie di sinistra?”
Caro Carlo Freccero, ma veramente vuoi lasciare il Cda della Rai per accettare una proposta che ti viene dal mercato? Certo tu sei uno dei geni riconosciuti nel mondo della televisione (riconosciuto almeno da me) ma vuoi mettere con il Cda? Nel Cda hai potuto esprimerti al meglio. Il Cda è importante. Il Cda guida il colosso Rai. I membri del Cda sono ascoltati. Sono seguiti. Sono stimati. Sono il motore della più grande industria culturale del nostro Paese (frase clamorosa e incredibile). Senza i membri del Cda la Rai sarebbe il nulla. Non sarebbe all’avanguardia nel mondo. Diciamolo: il Cda è l’ente al quale dirigenti e megadirigenti e mediodirigenti e piccoli dirigenti prestano attenzione maniacale. Il Cda è la prova che la politica non influisce, come disse Matteo Renzi, sulla Rai. Essere membro del Cda della Rai vuol dire essere molto ma molto importante. E tu lasci questo posto per andare a ficcarti, chessò, nella direzione di un canale? Non lo fare. Resta seduto nella tua megapoltrona. Un posto così da potente non lo troverai mai più.
Fabrizio Corona viene condannato per un reato ed urla: “Giustizia e’ stata fatta” perché per altri due reati è stato assolto. Come dire: “Sono stato accusato per aver ucciso due persone, ma mi hanno condannato solo per un omicidio. Quindi sono innocente. Evviva!”
Emilio Fede collezione una condanna dietro l’altra ma anche lui accetta con serenità il suo destino. “Non andrò in galera. Sono troppo vecchio”. Ah bè allora! Però che culo ragazzi.
Il trionfo del banale. Ad Otto e mezzo Matteo Renzi attacca Marco Travaglio e l’ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, lo difende dicendo una frase impegnativa: “Travaglio avrà le sue manie, ma non è stupido ed è intellettualmente onesto. E’ una persona che le darà delle sorprese”. Che cosa risponde l’arguto ex premier? “Io le sorpreso le voglio nell’uovo di Pasqua, non da Marco Travaglio”. Matteo, è tutto quello che ti ha insegnato Jim Messina?
E cioè: consentitele una morte dignitosa. Non ce la fa più, macina debiti. Non ha più lettori. Non ha più sostenitori. Cerchiamo una sistemazione per i suoi dipendenti e lasciamo che raggiunga il suo fondatore. Non è bello vederla sopravvivere in condizioni pietose. Ormai è chiaro che nessuno può trovare per lei una soluzione che le consenta di tirare avanti. Chiunque voglia occuparsi delle sue sorti, è chiaro che pensa a qualsiasi cosa tranne che all’editoria e al giornalismo. Pietà per l’Unità.