Una volta all’anno è lecito essere diversi. Se qualche mio amico mi avesse visto ieri non mi avrebbe riconosciuto. Io, una volta all’anno, mi vesto da Nonino e socializzo. Io che sono un orso e passo il mio tempo libero spaccando legna a Lavarone, segando legna a Salina, accatastando legna a Bracciano, una volta all’anno partecipo alla festa che la famiglia Nonino organizza per il premio Risit d’Aur. Mi vesto Nonino nel senso che indosso delle scarpe nere che uso solo per questa occasione, una giacca blu che non mi vedrete addosso mai e perfino una cravatta. Sopra tutto ciò, udite udite, un loden verde lungo che Supermario mi fa una pippa. Così vestito mi presento a Percoto e partecipo ad una fantastica cena accanto a premi nobel e mostri della cultura mondiale, ma anche ad una fauna vippaiola che per tutto il resto dell’anno sfuggo come la peste. Per una sera chiacchiero amabilmente con Massimo Giletti e Gerry Scotti, con Mara Venier e Renzo Arbore, con Mauro Corona vestito da Mauro Corona e con Cesare Romiti, Altan, Ottavio Missoni, Simona Marchini. Alla cena Nonino per una sera ogni anno mi sento parte degli happy few della cultura mondiale, aggirandomi con un complesso di inferiorità gigantesco tra Leopold Senghor, Jorge Amado, Adonis, Mario Rigoni Stern, Mario Soldati, Claudio Abbado, Mo Yan, Gianni Brera, Luigi Veronelli, Rigoberta Menchu, Carlo Petrini, Peter Brook. Io, tra loro, vestito Nonino, a sorseggiare aperitivi, mangiare fricco, finendo steso a forza di grappe monovitigno. Ieri Fabiola Gianotti in persona mi ha spiegato per trenta interminabili minuti la faccenda del bosone e di come al Cern siano riusciti a stanarlo. Poi ho incontrato addirittura il mitico Higgs. Ho mangiato cose fatte da tre dei premiati, Gualtiero Marchesi, Ezio Santin ed Annie Feolde, nove stelle Michelin in tre. Ho tirato tardi scambiando chiacchiere con Claudio Magris, Inge Feltrinelli ed Ermanno Olmi. Ventiquattro ore con la scarpina di vetro. Poi una veloce Frecciargento mi ha riportato al mio stupido lavoro e alle mie splendide cataste di legno. Il vestito Nonino è stato riposto nell’armadio a riposare per un anno.
da Vittorio Grondona – Bologna
A sinistra si parla a lungo dell’opportunità di una patrimoniale che colpisca i redditi alti per affrancare quelli bassi. Appunto se ne parla, ma non si riesce a decidere. E stato più facile infatti approvare, peraltro anche dalla destra e dal centro, patrimoniali per i poveri e per i ceti medi, regressive come l’IMU prima casa e come quella del bollo sui C/C ed altri titoli di risparmio.
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La grande sorpresa di questa campagna elettorale è Supermario. Il sobrio ha ceduto il passo all’incazzoso. L’uomo che addormentava le tigri con i suoi discorsi soporiferi , tranquilli e beneducati è diventato rissoso e verbalmente violento. Era falso prima e recitava la parte di colui che è sopra le parti oppure è falso adesso e forza la sua natura che in realtà sarebbe quieta e misurata? Beveva camomilla ieri o si fa di coca oggi?
Oggi è venuta ad un giorno da pecora la quasi ex presidente della regione Lazio. Si candiderà con Berlusconi. E ha detto che Berlusconi vincerà le elezioni, soprattutto se Santoro lo inviterà di nuovo a Servizio Pubblico.
Oggi era la seconda puntata di un giorno da pecora. È stata una grande emozione mettere le manette al leader di Rivoluzione civile, l’ex sostituto procurato di Palermo Antonio Ingroia e tenerlo ammanettato per un’ora e mezza. Bisogna anche dire che lui non era per nulla turbato.
È stato come il primo giorno di scuola. E mi sembra che ce la siamo cavata.
Negli affari della politica successe spesso che le notizie si susseguono, una dietro l’altra, concatenate. Si capisce l’ultima notizia solo se si conosce la penultima. Così possono capitare anche cose strane. Per esempio: Berlusconi dice che Monti ha aumentato le tasse. Monti dice che Berlusconi è un pifferaio magico. Berlusconi risponde che Monti gli vuole tassare il piffero. Ora immaginate uno che legge solo l’ultima dichiarazione, come è successo a me: “Monti mi vuole tassare il piffero”. Anche se sono abituato alle battute del Cavaliere, sinceramente, questa mi era apparsa leggermente sopra le righe.
Si continua a commentare a destra e a sinistra la puntata di Servizio Pubblico. Grande puntata, almeno dal punto di vista del successo di audience. Poi c’è chi dice che ha portato voti al Cavaliere, chi dice che Santoro è stato come un boa avvolgente, che Giulia Innocenzqi ha messo alle corde Berlusconi, che Berlusconi ne è uscito alla grande, che Travaglio è stato messo in difficoltà, eccetera. Io penso che Santoro abbia provocato la rissa a bella posta, quando si è reso conto che lo avrebbero rimproverato di non essere stato abbastanza combattivo, penso anche che la lettura della lettera a Travaglio sia stato un tto errore da parte di Berlusconi, penso che Travaglio sia stato molto bravo. Penso anche che avrebbe potuto rispondere anche più brevemente e con maggiore incisività. Avrebbe potuto dire per esempio: è vero, caro Berlusconi, lo 0,01 per cento di quello che ho scritto è stato giudicato dai giudici in qualche maniera inesatto. Ma come mai non c’è stato mai nessun giudice che ha dichiarato inesatte le cose che ho scritto su di lei? Comunque andatevi a leggere il pezzo che ha scritto Travaglio ieri sul Fatto. Impressionante. Caso mai poi voleste leggere l’intervento di Travaglio, lo trovate qui, http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/11/miconsenta-i-miei-interventi-di-ieri-a-servizio-pubblico/467028/.
Esiste un papello? Che cosa poteva chiedere santoro? Quali argomenti gli era vietato affrontare? È troppo chiedere di vedere il contratto scritto della trasmissione? Gli accordi erano deontologicamente corretti?
Ho letto i giornali stamattina come tantissimi italiani ed ho scoperto che Santoro ha distrutto Berlusconi. Ma quando, dove? Berlusconi è uscito alla grande daservizio pubblico. Questo non lo rende migliore, non annulla i suoi errori, non fa dimenticare il suo modo disinvolto di governare, le sue leggi ad personam. Però bisogna essere sinceri. Santoro ha incassato una grande vittoria dal punto di vista aziendale, ma professionalmente ha perso. E Berlusconi non ha guadagnato un voto ma è uscito a testa alta da un confronto che aveva preparato meglio.