da Giorgio Goldoni
Passerà alla storia come un fustigatore di costumi : lui, vibrante di indignazione, ad una signora che si era tolto il bolerino (faceva caldo nel ristorante) urlò di coprire le proprie oscene nudità. (…)
da Bruno Telleschi, Roma
Anche la signora Tullia Zevi era in realtà un’altra, la Calabi. Così la Moratti è in realta la Brichetto ecc. Si potrebbe suggerire alla Fornero una battaglia femminile più significativa: impedire alle donne di spacciarsi con il cognome del marito.
da Corrado Vigo – Trecastagni (CT)
Dopo dieci giorni di scioperi, dapprima quello regionale e poi quello nazionale, i danni non si contano più. Numeri ballerini e i più disparati vengono tuonati in tutti i mass media, ma quello che non si conta è il danno personale, ovvero il danno che ognuno di noi, in qualunque attività, ha subìto. Spesso il danno non è solo quello subìto nell’immediatezza, ma è quello che si trascinerà nel tempo, come ad esempio contratti annullati o, peggio, immagine e credibilità offuscata. I veri danni, ma quelli che faranno male, saranno quelli di cui potremo contarne l’entità solo nei prossimi mesi: gli agricoltori allorquando tireranno i conti del bilancio/annuo, i commercianti allorquando conteranno i saldi del venduto, gli industriali allorquando scopriranno le penali sui ritardi delle consegne e tutti quanti allorquando ci dovremo presentare alle scadenze fiscali di ogni 16 del mese e lì vedremo che i danni saranno maggiori di quelli fin qui pensati. Lo Stato non ci fa sconti nè dilazioni! E non avendo incassato saranno dolori!
da Claudio Urbani, Roma
Una interessante intervista rilasciata da Emilio Fede a Radio 24. Soprattutto uno scoop, l’annuncio che non disdegnerebbe un posto nel Parmamento italiano, che da sempre Berlusconi gli offrirebbe. Bello pensare che forze nuove si affaccerebbero nella prossima legislatura, un vero vento di freschezza e soprattutto di pulizia morale!
Incredibile l’allineamento dei media e della maggioranza dei parlamentari sule posizioni di Monti. E’ tutto un leccare, smussare: i professori li guardano con l’occhio del saputello che deve colloquiare con studenti al primo corso, e loro ossequiosamente ubbidiscono. La RAI ha impiegato cinque giorni per dirci che la Sicilia era bloccata dai Forconi. Per la stessa RAI chi protesta è sempre una “esigua minoranza”.
da Massimiliano De Simone
Martedì mattina, una città italiana medio-piccola. Prendo un taxi. “Era ora che cominciasse la protesta, io non riesco a andare più avanti con questi prezzi della benzina alle stelle”. “A che servono queste liberalizzazioni? Questa città è piccola, già non c’è lavoro, figuriamoci se devo dividerlo con altri: non farei più corse”. “E poi che senso ha mettere due o tre negozi che vendono lo stesso prodotto uno dopo l’altro? Si farebbero la guerra al ribasso e non guadagnerebbero più niente.”. “Guardi può fermare, sono arrivato, grazie. Mi fa la fattura?”. “Perché, le serve?”.
da Dan Galvano, Basilea
Dopo aver sentito i commenti a caldo, io voglio andare controcorrente. E dico invece che Martone ha ragione. Laurearsi dopo 28 anni non solo e’ da sfigati, ma ti garantisce un taglio quasi immediato nei confronti di altri candidati piu’ giovani. Inoltre, a 24-25 anni potresti ancora fare scelte/sacrifici e investire sul tuo futuro (un PhD, un MBA, ecc) che dopo i 28 cominciano a diventare piu’ pesanti. Dieci anni per una laurea sono una enormita’. Un collega mi diceva che qua in Svizzera fanno cosi: hai 3 possibilita’ di passare un esame; se dopo la terza non ce la fai, vai a casa e universita’ finita. E’ un’opzione che introdurrei subito in Italia.Dopo aver sentito i commenti a caldo, io voglio andare controcorrente. E dico invece che Martone ha ragione. Laurearsi dopo 28 anni non solo e’ da sfigati, ma ti garantisce un taglio quasi immediato nei confronti di altri candidati piu’ giovani. Inoltre, a 24-25 anni potresti ancora fare scelte/sacrifici e investire sul tuo futuro (un PhD, un MBA, ecc) che dopo i 28 cominciano a diventare piu’ pesanti. Dieci anni per una laurea sono una enormita’. Un collega mi diceva che qua in Svizzera fanno cosi: hai 3 possibilita’ di passare un esame; se dopo la terza non ce la fai, vai a casa e universita’ finita. E’ un’opzione che introdurrei subito in Italia.
Stupefacente l’odierna -20 gennaio- dichiarazione del redivivo Berlusconi: “La cura non ha dato alcun frutto: ci aspettiamo di essere richiamati”. Lo ha detto Silvio Berlusconi oggi a Milano al termine dell’udienza Mills a proposito del governo tecnico di Mario Monti” Uno che praticamente ha guidato per 17 anni il Paese, promettendo riforme, mai né attuate ma neanche mai proposte, critica un Governo in carica da appena una cinquantina di giorni che ha il coraggio di proporre iniziative innovative e moderne, dando per scontato il loro fallimento prima ancora che siano in vigore! Il ridicolo è da sempre sconosciuto al vecchio Berlusconi.
Sì però provateci voi, di notte, al buio, sballottati dalle onde, a capire che cacchio è una biscaggina.