da Dan Galvano
Come sempre in gran forma, l’emerito. Non sembra neanche un’intervista invecchiata. In effetti sta storia del “non sta tanto bene, ha una certa età, non bisogna prenderlo sul serio” è un po’ che gira. E su questo Cossiga ci sguazza alla grande da dieci anni.
Dall’archivio ogni tanto salta fuori qualcosa. Ecco un Cossiga d’annata. Era il 2001.
SAN PAOLO E’ IL PROTETTORE DEI VOLTAGABBANA. HA CAMBIATO IDEA SULLA VIA DI DAMASCO
Il 13 gennaio 2001, alle 9,30, al Baglioni Carlton di Milano, incontro Francesco Cossiga, vecchio volpone della politica italiana, uno che ha coperto tutti i posti chiave dello Stato, che ha conosciuto tutti i fasti e tutte le miserie della politica italiana. Francesco Cossiga, ai tempi in cui cominciavo questo mestiere, veniva scritto sui muri con la K. Kossiga. Qualche volta con le svastiche al posto delle due “S”. Adesso molti di quelli che giocavano con la “K”, siedono con lui in Parlamento, dirigono giornali, sono dei maitre a penser della destra. Hanno cambiato idea. Ho il sospetto che sia stato lui a sollecitare questa intervista affinché si parli anche della sua ultima idea, le cravatte dei Quattro Gatti che ha fatto fare, artigianalmente, dal suo amico Eddy Monetti. Quattro Gatti sta per la frase che viene usata sempre per dire il seguito politico che ha l’ex presidente della Repubblica. E infatti dietro la mia intervista, su Sette, seguirà un pezzo sulle sue cravatte. E in copertina ci sarà Cossiga che si pavoneggia con le sue cravatte. In questo è forte Maria Luisa Agnese, concede uno e chiede in cambio cento. Così io mi trovo a disposizione Cossiga. E per un paio di ore posso sviscerare con lui il problema dei voltagabbana cercando di capire che cosa succede nell’animo umano quando si passa da uno schieramento all’altro. Facciamo insomma un po’ di filosofia sul fenomeno del voltagabbana.
Quale definizione si può dare di voltagabbana? Esistono i voltagabbana buoni e quelli cattivi. Senatore, cambiare idea si può?
“In alcune occasioni si deve”.
Quando si deve?
“Quando si pensa che le idee che si professano non sono più vere o non più idonee”.
Questo è’ il manifesto del voltagabbana.
“Ci sono idee-principi, essere fascista o antifascista. E idee che attengono alle alleanze, idee pratiche”.
La politica come arte del possibile.
“Come arte della prudenza. Churchill non aveva cambiato idea sulla natura del regime sovietico. Ma sul piano prudenziale riteneva più grave il fenomeno nazista. E si è alleato con l’Urss”.
Ed esempi sulle idee?
“Edgardo Sogno fu volontario della guerra di Spagna, dalla parte di Franco. Poi diventò antifascista”.
Altri esempi?
“Giorgio Bocca. Ha confessato di essere stato fascista e poi è diventato un valoroso partigiano delle Langhe. Diciamo che è un voltagabbana?”
Non ci permetteremmo mai.
“In questi casi il cambiamento di idea è un caso coscienziale. Facciamo un altro esempio?”
Chi?
“Cossiga”.
segue
da Franco Vota
Che Fini sia complice di questo regime di malavitosi, e che in quanto tale abbia avuto le sue belle e comode poltrone noi lo diciamo da una quindicina d’anni, e come volevasi dimostrare ecco puntuale il non voto di oggi. E così come mi pare grottesco che lui (e i Bocchino e i Granata ecc.) si sia svegliato solo adesso, così mi paiono altrettanto ridicoli gli strali dei Feltri o dei Gasparini di turno che fino a ieri probabilmente erano un po’ distratti. Inchieste a orologeria, direbbe qualcuno.
da Vincenzo Rocchino, Genova
Staremmo freschi se i “forti contrappesi”, per una giustizia funzionante, dovessero essere quelli accennati da Veneziano: col materiale che viene trasmesso sulle reti Rai e Mediaset, Berlusconi ci ha fatto una fortuna- comprati a poco e rivenduti a molto per le reti nazionali-. E tuttavia, quei filmati, “dove la giustizia trionfa immancabilmente (…)” che ispirano tanta sicurezza a Veneziano, e tanti soldini al nostro premier, ma che ha l’accortezza di non prendere ad esempio quanto raccontano e predicano; dove Veneziano vede convinto: “(…) la giustizia e ancor più la fiducia nelle giustizia, sono un valore irrinunciabile.” Giustissimo. Ricordiamo, anche, l’epica lotta che il premier conduce ormai da un ventennio, contro giudici e magistrati.
da Alberto Veneziano
Io non do grande ascolto alle chiacchiere ma quando me le infilano nelle orecchie non posso fare a meno di sentire. Stamane scopro mio malgrado le “parentele” più o meno sancite di Fini e spunta Gaucci, Gaucci?!?! Vincite al lotto, vendite di appartamenti, affitti di appartamenti … un casino, a Montecarlo per di più. Ma dov’è lo stratega? Il fine politico? Il perno della politica Italiana? Con una situazione così dopo aver visto la fine di Scaiola, uno può pensare di fare il moralizzatore senza finire allo spiedo in breve tempo? In redazione da Feltri si discute animatamente: spiedo o graticola?
da Armando Gasparini, Veneto Alto
Scusa Claudio…ma sei disinformato. Il provvedimento, contenuto nel decreto attuativo sul federalismo fiscale riguardante il fisco dei Comuni, fissa al 20% la cedolare fissa sugli affitti. Poi, secondo il Sole24ore, “si potrà pagare – la scelta è un’opzione – un’aliquota fissa al 20%”. (nel tuo caso non paga di più) Inoltre, ma più importante, siccome le entrate vanno ai Comuni…ci sarà un forte giro di vite contro il sommerso: per chi non denuncerà al fisco i redditi da locazione, infatti, saranno raddoppiate le sanzioni fino a un massimo di 2.000 euro nei casi di omessa dichiarazione e fino al 400% della maggiore imposta nel caso di redditi dichiarati al fisco in misura inferiore. Infine, finiscono nelle loro casse i maggiori redditi dell’emersione delle “case fantasma”. Vuoi dirmi che non hanno tutto il vantaggio a scovarli, avendo accesso al catasto elettrico (per controllare utenze e intestatari), all’anagrafe tributaria, all’elenco dei domicili fiscali ecc. Son soldi loro…penso convenga!
da Claudio Urbani, oma
Alla faccia della Costituzione Italiana, dove si sancisce che ognuno dovrebbe pagare tasse proporzionate al proprio reddito, questo pseudo-governicchio si inventa solo modi per evitare tasse ai ricchi. Infatti i grossi proprietari di immobili, invece di pagare l’IRPEF sugli affitti, in base alle aliquote dei loro grossi guadagni, cioè il 35-45%, gli vengono fatti dei grossi sconti., mentre chi paga una aliquota de25% non ha nessun beneficio. Inoltre andando questa tassa ai comuni, grazie al federalismo fiscale, questi si vedono sottratte grosse somme che debbono reperire altrove, ad esempio aumentando l’IRPEF comunale sino al 0,3%, aumento che colpirebbe tutti indistintamente. Grazie al più grande statista degli ultimi 150 anni…
…ricevo donazione per il Partito, una casa (valore 2milioni euro) a Montecarlo. Vendo a 300mila euro a una società offshore. Rivendo (non si sa mai che ci mettano il naso) a 323mila a un’altra, stesso indirizzo. Metto a bilancio sui libri contabili attivo di 67mila euro e l’affitto al “cognatino acquisito”. Fantastico, sono un fenomeno…aspiro, almeno, alla Presidenza della Camera!
da Alberto veneziano
Ho appena finito “Corte d’Assise”, l’ultimo dei Simenon editi da Adelphi. (…) Si parla di tribunali, giudici, giustizia. (…) Simenon con l’età è sempre più interessato, sempre più coinvolto nelle vicende che racconta lungo una carriera inimitabile. L’umanità dei protagonisti, Maigret in primis, è sempre il perno di qualsiasi giudizio e analisi, ma la giustizia umana è spesso il vero imputato. Queste letture hanno sicuramente influenzato il mio anti giustizialismo ma forse anche quello di qualcun altro che aggiungerebbe Kafka. Ma c’è per fortuna, e lo dico senza ironia, un forte contrappeso. C’è “Forum” e ci sono decenni di film e telefilm americani, esiste un genere preciso, trasmessi su Rai e Mediaset soprattutto, dove la giustizia trionfa immancabilmente e il giudice ha spesso dei meravigliosi basettoni bianchi e uno sguardo limpido. Ripeto, nessuna ironia, la giustizia e ancor più la fiducia nella giustizia, sono un valore irrinunciabile.