da Francesco Falvo D’Urso – Lamezia Terme
Ebbene l’anziano Sabelli Fioretti e il simpatico Lauro hanno ricevuto il prestigioso premio “Flaiano 2010” per la loro trasmissione radiofonica. Vederli sul “quel” palco, anche se dalla tv, mi ha fatto un certa impressione! Ragazzi da oggi in poi un po’ più di riguardo per questi due signori.
da Gianni Guasto
Insomma: scopriamo di piacere, facciamo più share di Sanremo, e il Blog si ferma. Ma chi comanda qui? Masi?
Su Repubblica: ” CITTA’ DEL CAPO – Non ce la fa a galleggiare, Kundera non è per lui. Maradona deve sprofondare, immergersi, sentire. Nella magia di uno stregone del calcio in lotta contro un informatico da laboratorio. Tutto è personale, tutto lo tocca, tutto lo riporta in mezzo al campo. Non c’è ferita che non si allarghi, non c’è dolore che non diventi piaga e non c’è lacrima che non sia un confine umido”.
Di fronte alla legge-bavaglio che promette impunità ai delinquenti, all’accomodante Bossi non resta che balbettare: “la gente non vuol essere intercettata”; sì, giusto quando commenta la partita o parla con l’amante o si racconta della scuola dei figli o del lavoro che non c’è più, la gente non vuole essere spiata: è questo che conta. Alla famosa sicurezza e alle infiltrazioni mafiose al nord. poi, penserà la temibile Guardia Padana.
da Claudio Urbani, Roma
Filippo Berselli, presidente della commissione Giustizia, si è posta la seguente domanda: “un diverso trattamento tra il capo dello Stato e il presidente del Consiglio non sarebbe giusto. Così la proposta è di uniformare il trattamento riservato al presidente della Repubblica anche al premier e ai ministri”. Da buon ascaro del berluschino non poteva far altrimenti. La giusta domanda se la pongono la maggior parte degli italiani:”Perché dobbiamo aver un ministro del consiglio che oltre a cambiare continuamente le leggi per rimanere impunito, abbia bisogno di questi privilegi? Non basterebbe, come ad esempio fa il Presidente della Repubblica, a non violarle o non eleggere onorevoli inquisiti?”
da Vincenzo Rocchino, Genova
Da troppo tempo il teatrino indecente della politica, ce lo rappresentano mister Berlusca, e Gianfranco Fini che, come i ladri di Pisa, di giorno litigano e la lotte fottono sia il popolo della libertà che quello comunista. E lo fanno in assoluta armonia; in più, Gianfranco, facendo “ammuina”, trae una visibilità che gli sarebbe altrimenti negata. Smettiamola di considerarlo un ex fascista sulla via del recupero democratico; il suo gioco è doppiamente deprecabile: tiene bordone al socio populista e inganna l’intero popolo italiano.
da Alberto Veneziano
Ho una carrettata di parenti ma non così tanti, giuro.