da Alberto Arienti
Caro subcomandante io leggo sempre il tuo blog ma faccio fatica ad inserirmi nel dibattito. Qualcosa vorrei però dire di politically uncorrect: sto Veneziano mi sta proprio antipatico: arriva facendo lo spiritoso (tipo Superbone), cazzeggia e poi si attesta in posizioni veneto-alte, seppur espresse in stile differente. Adesso comincia a sentenziare e sul fatto che “viviamo al di sopra delle nostre possibilità”. Sono stufo di questo plurale che nasconde nel concetto di media, quelli che rubano o che godendo di una posizione di rendita, guagagnano più del dovuto. Questo vivere al di sopra delle possibilità è stata la filosofia di Reagan e Bush (che forse Veneziano adora, non so) e faceva coppia con la mitica “riduzione delle tasse (agli abbienti) per far ripartire l’economia”. Una bufala perchè in questo modo si sottraevano risorse allo stato (che avrebbe potuto spendere con una opportuna politica economica) per rilanciare settori strategici, risorse che venivano consegnate al mercato finanaziario, creando bolle e azioni spazzatura e creando una nuova figura del supermanager delinquente.
da Massimo Mai Caro Gianni Guasto, io trovo difficile differenziare tra parassiti e parassitati. La mia conoscenza del fenenomeno è puramente letterario/giornalistica e l’idea che mi sono fatto è che non sia possibile tracciare un confine netto tra lecito e illecito, che separi nettamente chi è mafioso da chi non lo è. A parte casi estremi dove i comportamenti sono chiari, in una direzione o nell’altra, l’impressione che ne ho è che il grosso sia grigio più che bianco o nero. Non mi spiegherei altrimenti come sia possibile che intere popolazioni siano parassitate da centinaia (migliaia?) di criminali. Tra parassita e organismo ospite si è forse creata una simbiosi.
da Donato Valle, Veneto Alto Lo so che rischio di entrare in diatribe enogastronomiche infinite ma con l’Asiago di malga (ottimo se stravecchio) e la Sopressa di Valli vedrei meglio un rosso. A scelta. Cabernet Superiore Breganze se si vuol stare sul territorio. Con simpatia un saluto dalla Val de qua.
da Armando Gasparini, Veneto Alto
Nei territori, notte di stelle plaudenti…pan de forno a legna, sopressa giovane de Valli, formagggio Asiago stagionato in malga, e fiumi di fresche bollicine de Cartizze Riserva Dry. Prosit…
da Paolo Cape’, Milano Credo che il nostro sud sia mal governato da decenni (un po’ anche il nord, ma questo è un altro discorso..). Credo che ciò dipenda da un equilibrio perverso che si è creato tra un’economia ricca e illegale e un potere politico locale che si sostengono a vicenda e che hanno interesse a mantenere lo status quo. Ovviamente ci perdono tutti i cittadini comuni. In questo senso, forse, va inteso l’auspicio a non abbandonare il sud a se stesso.
da Gianni Guasto
caro Veneziano, se l’ho involontariamente offesa, Le chiedo scusa. Ma sappia che io almeno una certezza ce l’ho: le mafie sono Caino e le popolazioni da loro parassitate sono Abele. Lo so, ne sono certo, e per avere questa certezza non ho affatto bisogno di essere qualcuno.
da Dan Galvano, Basilea Da poco tornato da un discreto giro in Giappone (tra l’altro avrete visto le dimissioni dell’ex premier Hatoyama per non aver mantenuto una promessa elettorale… Ah, che paese!) mi sono ri-immerso nelle solite polemiche politiche italiane (ah, i leghisti!) e televisive (ah, la Rai!). Poi pero’ sono rimasto incuriosito da uno dei sondaggi del Corriere: “Il Papa tende la mano all’Islam: «I musulmani sono fratelli, la convivenza sia fruttuosa». Siete d’accordo?”. In un Paese dove in tanti sono pronti a stracciarsi le vesti per difendere le parole del Papa (in questo caso piu’ che condivisibili), la percentuale dei si’ al momento è poco sopra del 50%. Tutto questo dai lettori del Corriere, presumibilmente popolo di moderati. Non voglio neanche pensare le percentuali bulgare dei no che troveremmo su altri giornali.
da Roberto Pellicciari Prima la Grecia. Poi il Portogallo e la Spagna. Poi l’Irlanda (si deve dire PIGS, non PIIGS, che diamine, sennò toccherebbe anche a noi, fiuuuu!). Quindi il nuovo premier britannico evoca sacrifici contro un tracollo della Gran Bretagna, la Francia non se la passa tanto bene e, come la Germania e tutti gli altri, “ha fatto un piano”. Ma ecco una ventata di sbieco, ecco uno strillo, perché interviene l’Ungheria, a reclamare il suo posto nella mota. Stamane c’è il Giappone, che se ne stava quatto, quatto. Altri ne verranno nei prossimi giorni, stiamo pur certi, son tutti in sala d’aspetto, pustolosi e febbricitanti. Noi per ora sediamo in panchina, o meglio in panca, sopra o sotto, purché si campa, la nostra è terra di Santi. Si salva la Cina, laboriosa, risparmiosa e parca. Che però ha prestato i suoi soldi agli USA, sai che roba. Meglio se fanno un piano anche loro, i cinesi, che forse dovranno rimandare l’uso indiscriminato della carta igienica e almeno la foresta amazzonica non sarà più in pericolo.
da Vincenzo Rocchino, Genova Finalmente vivremo in un paese felice, dove non sapremo più di ministri che si ritrovano proprietari di una casa con vista Colosseo, né di imprenditori che vincono appalti miliardari, perché elargiscono ricche tangenti a politici corrotti, ai loro amici e amici degli amici, a mogli ed amanti, e loro amiche; né sapremo che “al centro benessere, è stata organizzata una festa megagalattica, (con) per lui due persone …”. La ricreazione di Fini è durata troppo visto il miserrimo risultato. Una sceneggiata che poteva risparmiarci. La ricreazione è finita; lo schifo in Italia continua.
da Alberto Veneziano Sembra assurdo ma è proprio così, signor Mai. Non occorre essere geni della finanza. Viviamo al di sopra delle nostre capacità perché arraffiamo (mediamente, è ovvio) più di quello che le nostre capacità meritino, poi accantoniamo perché siamo consapevoli del fatto che non può andarci sempre bene (sfiducia). Il tutto è ovviamente antieconomico, quindi, per fare ripartire l’economia basterebbe invertire queste due tendenze.