“Un giorno non ce l’ho più fatta. Ho sentito il bisogno di scoprire l’altra faccia del mondo, di andare a fare il chirurgo di guerra. Poi non mi è stato possibile tornare sui miei passi: avevo visto troppo dolore, troppe ingiustizie, la dignità e i diritti umani troppe volte calpestati”. Così Gino Strada spiega, nel libro di Mario Lancisi, Gino Strada.Dalla parte delle vittime, Piemme, la sua scelta,nel 1988, di lasciare Milano per andare a fare il cardiochirurgo di guerra. Per la prima volta è raccontata la vita di Strada prima della nascita di Emergency nel 1994: la famiglia operaia di Sesto San Giovanni, gli anni del liceo, la militanza in un gruppo cattolico, l’incontro con Teresa, la futura moglie, morta di tumore il 1 settembre scorso, la passione per il calcio (“Era veramente bravo. Una via di mezzo tra Nordhal e Van Basten”, racconta Fabio Guzzini, un suo compagno di liceo) fino all’approdo alla Statale di Milano. Era il ’68 e Strada abbracciò il movimento studentesco di Mario Capanna: “Ricordo che Gino elaborò un opuscolo, ‘La medicina a servizio delle masse popolari’, in cui metteva al centro non più la malattia e il medico che la cura, ma il malato”, racconta Capanna. C’era già in nuce, in questo opuscolo, l’idea che porterà poi alla nascita di Emergency.
da Paolo Beretta
“se un uomo accusato di stupro con una montagna di prove certe, con una fedina penale immacolata, ma ancora in attesa di giudizio, alle persone civili in uno Stato civile basta, e avanza, questo?”. No, Urbani, non basta e non deve bastare. Un ragionamento del genere, se generalizzato, va inevitabilmente a finire nei processi di piazza e nei linciaggi, fisici o morali che siano. Quest’uomo dovrà essere giudicato ed, eventualmente, condannato da un tribunale. Purché, ovviamente, il processo si faccia.
da Clauio Urbani, Roma
Bugie sulla loggia P2 (falsa testimonianza)La Corte d’appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona a proposito della sua iscrizione alla P2, ma il reato è coperto dall’amnistia del 1989. Interrogato sotto giuramento Berlusconi aveva detto: “Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo [.]. Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né mai mi è stata richiesta”. Berlusconi però si era iscritto alla P2 nel 1978 (lo scandalo è del 1981) e aveva pagato la sua quota. Così i giudici della Corte d’appello di Venezia scrivono: “Ritiene il Collegio che le dichiarazioni dell’imputato non rispondano a verità [.], smentite dalle risultanze della commissione Anselmi e dalle stesse dichiarazioni rese del prevenuto avanti al giudice istruttore di Milano, e mai contestate [.]. Ne consegue quindi che il Berlusconi ha dichiarato il falso”, rilasciato “dichiarazioni menzognere” e “compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del delitto di falsa testimonianza”. Ma “il reato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia”. Ora se interviene l’amnistia è lecito sostenere che non si è mai commesso un reato e non si è mai commesso un reato come se il fatto non fosse mai accaduto?
da Domenico Astuti
Bisogna dirlo, per fortuna che Silvio c’è. Dopo tutti i ruoli impersonati (uno, nessuno e centomila ) adesso Berlusconi può essere definito anche “l’ultimo leninista”. Ci aveva abituati agli slogan brevi e chiari ( di storica sinistra comunista ); ai due passi avanti e uno indietro ( dico e poi smentisco, per poi dire ancora di più per poi rismentire ); adesso dichiara: si decide a maggioranza e chi non è daccordo è fuori. Quest’ultima dichiarazione non vi ricorda il centralismo democratico e la responsabilità collettiva ?
da Alberto Arienti
Va bene il fatto che uno è innocente fino a sentenza definitiva, ma se uno in primo grado è condannato per omicidio, va in carcere o no?
da Massimo Mai
Se fossi accusato ingiustamente da un PM e un giudice ritenesse che le prove che questo porta a mio carico fossero sufficienti ad istruire un procedimento contro di me, io vorrei essere processato domattina per dimostrare la mia innocenza. L’idea di scamparla per amnistie, leggi ad hoc, prescrizioni o altri simili mezzucci la riterrei un insulto alla mia innocenza. Vorrei discutere subito con il mio giudice. Certo fuggire non è la prova di colpevolezza, ma neanche di innocenza.
da Benedetto Romeo
Certo, caro Urbani: alle persone civili, in uno Stato civile, basta e avanza questo. E grazie al cielo il nostro ordinamento espressamente lo stabilisce: si ha colpevolezza solo – solo – in presenza di una sentenza definitiva di condanna (così l’idolatrata – a parole – Costituzione). Inoltre, ed è così per le persone civili e, arigrazie al cielo, anche per la nostra legislazione, a stabilire cosa sia una “prova” (benché “certa”) di uno stupro commesso non è l’accusa, ma il giudice.Caro Beretta e caro Rocchino, voi accostate Berlusconi alla colpevolezza (o comunque lo discostate dall’innocenza), in quanto, in alcune occasioni, “non giudicato”. Sapreste indicarmi i reati di cui mi sono ritenuto responsabile io che, non essendo mai stato neppure indagato, non sono mai stato giudicato innocente, proprio come capitato a Berlusconi? Vi ringrazio in anticipo.
Benedetto Benedetto, facciamo un esempio. In una piccola cittadina un signore viene accusato di aver importunato una bambina ai giardinetti. Viene indagato e viene istruito un processo. Nel frattempo, ovvio, è innocente. Viene condannato. Ma è sempre innocente fino a condanna definitiva. Nel frattempo viene accusato di aver dato fastidio ad un’altra bambina. Altro processo. Ma innocente, ovvio. Nel frattempo il primo processo finisce con un’altra condanna in appello. Innocente, ovvio, non è ancora in via definitiva. Nel frattempo il secondo processo, in primo grado, finisce con una condanna. Innocente, ovvio, fedina penale immacolata. Nel frattempo il signore viene accusato di aver dato fastidio ad una terza bambina. Terzo processo. Innocente, ovvio. Nel frattempo il secondo processo, in appello, finisce con un’altra condanna e il terzo processo anche. La situazione è la seguente. Il primo processo è in Cassazione la quale rinvia per vizio di forma. Il secondo processo è finito con condanna in appello. Il terzo processo è finitto con condanna in primo grado. Innocente, ovvio, nessuna condanna è definitiva. Nel frattempo il primo processo finisce con la prescrizione. Il secondo con l’amnistia. Il terzo è in appello. Domanda: quel signore è innocente, ma tu mandi la tua bambina al parco con lui? (csf)
Il cassetto cibernetico continua a regalare vecchie interviste. Quella a Irene Fornaciari e quella a Francesco Venditti, figli dei più noti Zucchero e di Antonello Venditti. (CSF)
da Vincenzo Rocchino, Genova
La prescrizione non rende innocente l’imputato; significa solo che il reato è stato prescritto perché non è stato giudicato entro i termini di tempo disposti dalla legge. Insistere di “essere stato sempre assolto”, come fa il premier, è clamorosamente falso. I due procedimenti a suo carico andati in prescrizione, forse potevano risolversi a suo favore; purtroppo non lo sapremo mai perché di rinunciare alla prescrizione, Berlusconi, non ci ha mai pensato.
da Franco Vota
Avesse il controllo di una decina tra giornali e televisioni e fosse stato eletto dal popolo probabilmente avrebbe la fedina penale candida anche Provenzano. E visti gli sviluppi delle confessioni di Spatuzza non è una battuta. (Tra parentesi: fossi in lui, Spatuzza dico, eviterei di accettare caffè da chicchessia)