da Massimo Puleo
Ho scritto un libro e me l’hanno pubblicato: “Un mare di telex”, schegge di satira in salsa siciliana. Flaccovio Editore (www.flaccovio.com). Il meglio dei primi sette anni della mia mini rubrica satirica su Repubblica Palermo. E’ bello, e alla portata di tutte le tasche. Da leggere preferibilmente sotto l’ombrellone. Tra una pecora e l’altra lo ha letto anche Sabelli!
da Vincenzo Rocchino, Genova
Rinuncia anche a 57 milioni e alla copertura satellitare del territorio; pare che la decenza, non sia più di casa Rai, vista la qualità dei programmi di questa estate. I campionati di nuoto hanno rappresentato una breve parentesi. Mediaset, intanto, fa il bello e cattivo tempo: occupa la Rai con conduttori, direttori e tecnici graditi al capo, ne stabilisce i programmi e la qualità (e quantità) dell’ informazione. Per un “servizio pubblico”, gravato da canone obbligatorio, credo che dovremmo essere sufficientemente incazzati da protestare con forza. La vigilanza Rai? Esiste ancora?
da Gianni Guasto
Ad ogni nuova sortita della Lega -oggi le gabbie salariali e l’esame di dialetto, ieri le ronde- si leva un coro di risolini di sufficienza: scemenze, proposte inutili e persino tecnicamente irrealizzabili.Ma così facendo si trascura un elemento fondamentale: l’effetto psicologico che ha il rinforzo di sentimenti antimeridionali mai morti nella pancia profonda delle popolazioni del nord, e il suggerimento sottile: “vedete come ci danneggiano questa modernità, questa Costituzione, questi principi “comunisti”? Noi soli siamo decisi a liberarvene”. Ciò può accadere perché in questa società la comunicazione e lo spettacolo sono diventati elementi strutturali, più importanti dell’apparente coerenza dei disegni di legge.
da Isabella Guarini, Napoli
Nonsense, casualità, balbettìo, umorismo, con/sacrazione! Tutto questo nell’intervista alla escort del momento nella trentacinquesima puntata di un giorno da pecora.
da Gianni Guasto Biologicamente incapace di pensare e di impersonare la serietà istituzionale, B. continua a riempire di trovate e gag e cazzeggio il vuoto pneumatico di idee idonee ad affrontare il gravoso compito di uomo di Stato. Questa volta si scopre presidente dj e fa il verso a Vasco Rossi, pretendendo che la sua sia una vita come quella di Steve McQueen. Ma l’attore, nella Grande Fuga, saltava i muri con la moto e quando interpretava Papillon riusciva persino a evadere dalla Cayenna. Lui, invece, ha la scorta e il Lodo Alfano a parargli le terga. Si lasciasse prima incarcerare, se proprio vuole evadere in modo spettacolare.
Ci si può autointervistare? Certo che si può. Basta essere autoironici, non essere suscettibili, non farsi domande troppo imbarazzanti, non arrabbiarsi se non ci si risponde, non autoquerelarsi. E l’operazione riesce più facile se, come me, si hanno due cognomi. In poche parole questa è una intervista di Sabelli realizzata da Fioretti. Facile no? Cominciamo.
Caro Sabelli, ho letto il suo libro “Dimmi, Dammi, Fammi”. Posso dirle che è un libro molto bello?
Lo dica, lo dica caro Fioretti. Fa sempre bene sentirsi fare dei complimenti soprattutto da un giornalista bravo come lei.
Adesso non esageri, caro Sabelli, altrimenti il direttore si arrabbia e butta nel cestino questa intervista.
E allora faccia le domande e non stia a perdere tempo, caro Fioretti.
Sa che lei è molto simpatico?
Ancora?
Lei piace alle donne?
Modestamente. Ma è sicuro che queste chiacchiere piacciano ai lettori dell’Adige?
Va bene caro Sabelli, mi parli del libro che ha scritto.
Il sottotilo è: “Quello che gli uomini non osano più dire sulle donne”. Più che un libro è un manuale di sopravvivenza. Una serie di consigli che do agli uomini e alle donne perché ricomincino a parlare fra loro. E si dicano anche le cose più sgradevoli. Purché si parlino.
Perché, secondo lei non si parlano più?
Caro Fioretti, ma lei dove vive? Non si è accorto che gli uomini non si lamentano più delle donne?
E’ vero. Ora che ci penso anche io non mi lamento più con mia moglie.
E lo sa perché?
Me lo dica.
Perché ha paura. Perché è stato tramortito dal femminismo. Perché si comporta secondo le regole del “politicamente corretto”.
E’ grave?
Certo che è grave. Perché lei continua a pensare cose orrende di sua moglie ma non glielo dice. E così non vi spiegate mai fra voi.
Caro Sabelli, questa intervista mi sta aiutando a chiarirmi le idee. Ma che cosa posso fare?
Compri il mio libro e lo legga a voce alta a sua moglie per esempio. Troverà il coraggio di dirle che anche lei pensa le cose che ho scritto io.
Per esempio?
Per esempio che lei, caro Fioretti, non sopporta quando sua moglie le dice: “A che cosa stai pensando?”.
E’ vero, è vero.
Che non sopporta quando sua moglie le strappa il telecomando dalle mani.
Che non sopporta quando sua moglie le dice: “Sei peggio di tua madre”.
La odio quando me lo dice. Se lei sapesse come è mia madre capirebbe perché mi arrabbio.
Sua moglie le chiede mai: “Ti piace come sono vestita?”
Continuamente. E io non so come rispondere. E lei comincia a frugare nell’armadio. E si prova mille vestiti. E pretende che io dica la mia su ogni vestito. E non sa che non me ne frega nulla.
Le do un consiglio. Risponda: “Cara, fa’ quel che vuoi, a me piaci nuda”.
Funziona?
No. Ma fa tanto Humphrey Bogart.
Sa che cosa non sopporto in mia moglie?
Io sono un esperto ma posso sempre imparare.
Quando io carico la lavastoviglie e lei la riapre e rimette tutto in ordine.
Posso segnarmela questa? Sa, è per la seconda edizione.
Appena cerco di aiutarla in casa, lei mi umilia e dice che non so fare nulla.
La vita è dura. Ci tocca sopportare ogni specie di sopraffazioni a noi uomini. Come quando pretendono di parlarci mentre leggiamo la Gazzetta dello Sport. Come quando passano davanti alla televisione proprio mentre stanno tirando un rigore. Nel mio libro c’è tutto.
Ma è veramente un libro straordinario!
Può ben dirlo. Susanna Tamaro non avrebbe potuto scriverlo meglio.
Ma è una donna. Le donne sanno scrivere libri?
Detto fra noi no. Dietro ogni donna che scrive un libro c’è sempre un uomo che glielo riscrive.
Qual è il momento peggiore nella vita di una coppia secondo lei?
Quando tua moglie ti mette il muso. E si chiude nel dignitoso silenzio. E ti passa l’aspirapolvere sotto le gambe. E comincia a leggere un libro in caratteri cirillici facendo finta di interessarsi molto alla trama. Tace. Non risponde alle tue domande. Comincia a parlare col gatto. Se tu gli chiedi insistentemente: “Che cosa c’è che non va”, ti risponde: “Niente”. Ma intanto pensa: “Devi capirlo da solo, brutto pirla”. E continua a parlare col gatto.
Che cosa si deve fare in questi casi?
Assolutamente nulla. Al massimo se lei continua a parlare col gatto, parli anche lui col gatto. Non si approda a nulla di positivo, ma il gatto è felice.
Quali sono le altri frasi che l’uomo odia?
Ce ne sono a centinaia e la donna le conosce tutte, caro Fioretti. E le usa tutte. Perché l’uomo ha subìto il femminismo e tace. Ma la donna no.
Me le dice?
Tu non mi ascolti. Mi ami? Sei sempre il solito. Noti qualcosa di diverso in me? Non mi porti mai al cinema. Stai sempre a guardare la partita. Hai sporcato la moquette con le scarpe. Non andiamo mai da mia sorella. Non mi hai regalato nemmeno una rosa. Hai dimenticato come al solito il mio compleanno. Guadagni veramente poco. Sai che cosa ha combinato tuo figlio? Il tuo collega ha fatto carriera e tu niente.
Le donne sanno essere veramente crudeli.
E noi uomini zitti, pazienti…
Paurosi…
Gentili…
Codardi…
Insomma, politicamente corretti. Sono le donne che non sono politicamente corrette. Sono lagnose, noiose. Sa qual è il non-plus-ultra del lamento?
Mi dica. Questa in fondo è una intervista.
Russi.
E’ grave se te lo dice scuotendoti mentre dormi. E’ grave perché tanto sa che ricominci subito a russare. E’ grave perché russare è un diritto dell’uomo. Svegliare un uomo che russa è come dargli una martellata in testa. E’ vietato dalla Convenzione di Ginevra.
Ne è sicuro?
Mica tanto. Ma le donne non lo sanno.
Vuole sapere una cosa che mi fa imbestialire di una donna?
Mi dica. Sempre per la seconda edizione.
Quando vuole che faccia la dieta.
Bisogna dire che lei ne avrebbe proprio bisogna caro Fioretti.
Ci si mette anche lei? Mia moglie ha cominciato alla larga. Regalandomi una cyclette. Poi ha colpito duro. Mi ha detto: “Hai visto come è tonico e asciutto il Giangi?”.
Caro Fioretti, esiste sempre un Giangi nella vita di ognuno di noi. E’ come una maledizione. Giangi è un fanatico, un arrogante, un antipatico. E viene usato da tutte le mogli per fare arrabbiare i mariti. Che gli venisse un ictus al Giangi. Le cose che fa il Giangi sono tutte bellissime e simpaticissime. Ma se le fai tu, sono orrende, inutili, costose e ridicole. Lancio un concorso: fregare la donna al Giangi. Così impara.
Ottima idea. Sa che lei è proprio simpatico?
Grazie, anche lei è molto simpatico. Ed è un bravissimo intervistatore.
E’ stato un piacere intervistare una persona intelligente e arguta come lei.
Sarebbe così gentile da dirlo anche a mia moglie?
E perché?
Perché mia moglie ha letto il libro e ha detto: “Non ti vergogni di avere scritto una tale boiata?”
E lei si vergogna?
Proprio vergogna no. Imbarazzo forse. Mi sono messo la coscienza a posto devolvendo i miei diritti di autore a Emergency. Contribuiranno a costruire un ospedale in Sierra Leone dove curano i bambini feriti dalla guerra.
Lei è un grande furbone, caro Sabelli.
Caro Fioretti, solo lei mi capisce.