da Santi Urso
Sono certo che, in data odierna, primo luglio, non Le sarà sfuggita la pregnante e, direbbe Totò, precipua, intemerata di Debbie Serracchiani. Non trova anche Lei molto interessante l’elenco de’ grandi temi su’ quali dare risposte all’elettorato: laicità, questionemorale, conflitto, welfare, clericalismo? Giustissimo dare risposte, a parte il piccolo dettaglio che l’elettorato, di queste domande, non ne fa (forse una). Seriamente parlando, però, sa che ci dev’essere del vero nell’anagrammonomanzia? Veda un po’ che cosa risulta da Serracchiani.cordialità totoiste, dalemiane e anche bersaniche
da Claudio Urbani, Roma
Per salvaguardarsi da indiscrezioni scomode, il governo, cioè Berlusconi, trasferisce la gestione dei voli di stato ai servizi segreti. Così facendo le liste passeggeri saranno praticamente inaccessibili alla stessa magistratura, se non con iter burocraticamente complicati. Figuriamoci poi divulgarle o far foto…Sempre più verso un totalitarismo da sud america.http://www.corriere.it/politica/09_luglio_01/sarzanini_voli_stato_segreti_903590c4-6608-11de-8bcb-00144f02aabc.shtml
da Armando Gasparini, Veneto Alto
Si prospetta per il G8 un periodo di “castità”, poi Ezio Mauro potrà riprendere a vendere il suo quotidiano dentro un preservativo… Nel frattempo, spero tanto oltre i trafiletti, di essere informato anche sulle tangenti di Bari per appalti da 700 milioni. Di zoccole baresi con registratore incorporato, ormai so tutto… Ma forse i D’Avanzo non son daltonici… what about the reds bribes?
grazie – silviapalombi
APPELLO PER “I SICILIANI”Dopo l’assassinio mafioso di Giuseppe Fava, il 5 gennaio 1984, i redattori de I Siciliani scelsero di non sbandarsi, di tenere aperto il giornale e di portare avanti per molti anni la cooperativa giornalistica fondata dal loro direttore, affrontando un tempo di sacrifici durissimi in nome della lotta alla mafia e della libera informazione. Anni di rischi personali, di stipendi (mai) pagati, di concreta solitudine istituzionale (non una pagina di pubblicità per cinque anni!).Oggi, a un quarto di secolo dalla morte di Fava, alcuni di loro (Graziella Proto, Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza e Lillo Venezia, membri allora del CdA della cooperativa) rischiano di perdere le loro case per il puntiglio di una sentenza di fallimento che si presenta – venticinque anni dopo – a reclamare il dovuto sui poveri debiti della cooperativa. Il precetto di pignoramento è stato già notificato, senza curarsi d’attendere nemmeno la sentenza d’appello. Per paradosso, il creditore principale, l’Ircac, è un ente regionale disciolto da anni.E’ chiaro che non si tratta di vicende personali: la redazione de I Siciliani in quegli anni rappresentò molto di più che se stessa, in un contesto estremamente difficile e rischioso. Da soli, quei giovani giornalisti diedero voce udibile e forte alla Sicilia onesta, alle decine di migliaia di siciliani che non si rassegnavano a convivere con la mafia. Il loro torto fu quello di non dar spazio al dolore per la morte del direttore, di non chiudere il giornale, di non accettare facili e comodi ripieghi professionali ma di andare avanti. Quel torto di coerenza, per il tribunale fallimentare vale oggi quasi centomila euro, tra interessi, more e spese. Centomila euro che la giustizia catanese, con imbarazzante ostinazione, pretende adesso di incassare per mano degli ufficiali giudiziari.Ci saranno momenti e luoghi per approfondire questa vicenda, per scrutarne ragioni e meccanismi che a noi sfuggono. Adesso c’è da salvare le nostre case: già pignorate. Una di queste, per la cronaca, è quella in cui nacque Giuseppe Fava e che adesso, ereditata dai figli, è già finita sotto i sigilli. Un modo per affiancare al prezzo della morte anche quello della beffa.La Fondazione Giuseppe Fava ha aperto un conto corrente (che trovate in basso) e una sottoscrizione: vi chiediamo di darci il vostro contribuito e di far girare questa richiesta. Altrimenti sarà un’altra malinconica vittoria della mafia su chi i mafiosi e i loro amici ha continuato a combatterli per un quarto di secolo.
Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza, Graziella Proto, Lillo Venezia
I bonifici vanno fatti sul cc della “Fondazione Giuseppe Fava”Credito Siciliano, ag. di Cannizzaro, 95021 Acicastello (CT)iban: IT22A0301926122000000557524causale di ogni bonifico: per “I siciliani”
da Dan Galvano, Basilea
Finalmente Padre Pio riposerà tra le pareti d’oro. Tra tutti gli uomini di chiesa ce ne fosse stato uno a cui è passato per la testa di prendere quell’oro e darlo a chi ne ha piu’ bisogno. E la scusa che è stato a sua volta donato dai fedeli non regge. E’ la prima cosa che verrebbe in testa quasi a chiunque, perchè nella loro no? Che vergogna.
da Vittorio Grondona – Bologna
Signor Gasparini lei mi stupisce davvero. Asserisce in buona sostanza che in Italia bisogna guadagnarsi la rappresentanza parlamentare anche calando le brache per fondersi con chi la pensa diversamente. Così, tanto per far numero. Provi allora a riflettere un momento su questi dati riferiti alle ultime elezioni europee: per il PDL hanno votato 10.807.327 persone e per il PD 8.007.854. Rispettivamente rappresentano il 21,47% ed il 15,91 % degli aventi diritto al voto. Insieme, quindi, questi due grandi partiti (si fa per dire) non rappresentano nemmeno il 50 % del popolo italiano produttivo. Nel PDL c’è un po’ di tutto, fascisti, socialisti, democristiani, liberali, comunisti… Nel PD la situazione è quasi uguale, mancano solo i fascisti. E non è cosa di poco conto!… Non credo che ci voglia un particolare orecchio per captare la stonatura di tale situazione in un Paese così particolare com’ è il nostro, dove, non a caso, si è sviluppato un partito distruttivo ed opportunista come quello della Lega Nord. In confronto le sinistre (PRC e SL), anche divise, sono molto più compatte ed omogenee. Se questa è la sua democrazia, io preferisco la mia. Infine, a far bella figura nel lettone grande basta uno e avanza… E i cortigiani (compatti) reggano il moccolo!
da Bruno Stucchi – Cuggiono Spiacente di deludervi, ma chi spera che dopo il Cav. ci sara’ il vuoto si sbaglia, e dimostra di non conoscere bene il territorio e l’avversario. Senza fare troppo baccano, negli ultimi anni il PdL , o come si chiama, ha saputo creare una struttura da vero partito che solo l’ex PCI poteva vantare di avere. Dalle mia parti non c’e’ paesello che non abbia una sezione o almeno un ufficio dove i simpatizzanti si trovano, se non altro per decidere le candidature. Di piu’: i loro eletti (consiglieri comunali, provinciali, regionali, deputati, senatori) sono ragionevolmente presenti sul territorio e abbastanza facilmente accessibili, anche per chi non e’ del PdL. Non e’ piu’ un partito di plastica, come si vuol far credere. Altro discorso sara’ la leadership, ma questo e’ un problema soprattutto per i partiti che non hanno leader. O ne hanno troppi.
da Federica Pirrone, Milano
Sottolineo che la pagina di pubblicità che compreremo su La repubblica, se mai ci riusciremo, non ha lo scopo di contribuire al sostentamento del giornale, bensì quello di rispondere pubblicamente alle argomentazioni di Berlusconi, confutandole.
da Pino Granata
Non candidarmi è sta una scelta coraggiosa, dice Debora Serracchiani. Non concordo affatto con lei. Franceschini e Bersani sono il vecchio, mentre la Serracchiani è il nuovo. Non è che il nuovo sia per forza meglio del vecchio, ma la Serracchiani ha dimostrato che è capace sbaragliando Berlusconi nel Nord Est ed umiliandolo. Ma non è tutto, le poche volte che ho sentito e visto Debora, lei ha mostrato incredibili capacità e preparazione. La Serracchiani sbaglia a non candidarsi. Il PD ha bisogno di persone come lei che potrebbero dare al PD una nuova svolta e nuova linfa. Franceschini e Bersani facciano un passo indietro, loro hanno fallito e devono dare al PD la possibilità di rinnovarsi.