da Franco Vota Non conto molto sui cicchitti o sui bonaiuti, quelli poverini non fanno testo, ma a volte rimango sconcertato su come persone anche rispettabili, preparate, attente, per esempio su questo blog, si ostinino a voler difendere l’indifendibile, immolando le loro coscienze sull’altare del capetto. Ma si renderanno mai conto di aver messo il Paese nelle mani di uno che nella sua vita non ha fatto altro che rendersi ricattabile, dagli stallieri mafiosi alle troiette di primo pelo?Ma la cosa più preoccupante secondo me è un’altra: mettiamo che davvero il piduista, ripeto: piduista, tessera n. 1816, inciampi seriamente e gli crolli addosso tutto il suo castello di fard. Quali saranno, mi sto chiedendo con una certa inquietudine, le contromisure alle quali Gelli e i suoi staranno certamente già lavorando? Dovessi prendere un treno in quei giorni controllerò bene che non ci siano valigie incustodite sotto i sedili.
da Francesco Falvo D’Urso – Lamezia Terme
Silvio Berlusconi è il peccato originale della politica italiana degli ultimi 15 anni. Finché questa “lacuna” non sarà risolta il gioco del ping pong, fra detrattori e adepti, potrà durare all’infinito senza aggiungere altro su questo individuo. Un personaggio triste da commedia all’italiana, che rappresenta drammaticamente un bel po’ d’italiani che non lesinerebbero per nulla la compagnia di belle fanciulle, con il portato becero e dozzinale di sogni di conquista da Piccolo Impero Romano. Magari fossimo stati governati da un signore come Fini!
Undicietrenta di Roberto Cotroneo (grazie a Paola Bensi)
No ,l’ho rivisto quattro volte. Poi una quinta, tanto per non sbagliarmi. L’intervento in diretta del direttore del Tg1 Augusto Minzolini, per spiegare il motivo per cui, il telegiornale da lui diretto, non ha dato la notizia dello scandalo delle Escort a Villa Grazioli e a Villa Certosa è assolutamente stupefacente. Intanto un dato parvenutistico: è apparsa una Treccani alle spalle del direttore. Non ricordo una Trecccani dietro nessun direttore, né di Tg né di quotidiano, eccetto un caso: il direttore del “Corriere della Sera”. Minzolini la mostra fiero, perché sa quanto è debole, per non dire ridicola, la sua posizione. Dunque quella sorta di totem della cultura italiana del Novecento è indispensabile a dargli una credibilità che francamente è priva di senso. Ma dire che la linea editoriale del Tg1 è quella di un’attenzione ai grandi temi mondiali, contro un disinteresse sprezzante e superiore a un gossip privo di notizie, ha qualcosa di patetico. Minzolini è un uomo che non si è mai occupato di politica estera, che non ha mai saputo molto di Iran e di Stati Uniti, e che ha passato buona parte della sua carriera giornalistica a fare il cosiddetto retroscenista. Ovvero colui che si nascondeva dietro gli spessi e imponenti tendoni della Camera per carpire pettegolezzi, battute e quant’altro ai deputati che credevano di non essere ascoltati mentre si confidavano con i colleghi. Fu un fedele aiutante del più spiritoso e intelligente giornalista parlamentare italiano, il decano di tutti, Guido Quaranta de L’Espresso. Al punto che ai tempi era stato soprannominato “Trentanove”, perché era un “Quaranta” con meno talento. Ora che un uomo come Minzolini, eccellente cronista della Stampa e spiritosa penna di gossip politici di ogni tipo, possa oggi atteggiarsi a direttore di un telegiornale, come fosse stato per tutta la vita un allievo di Henry Kissinger ad Harvard, non è naturalmente una notizia. Non è una notizia che nella residenza privata del presidente del consiglio circolino fanciulline di Modugno e zone limitrofe, scollate e anche vagamente ageé, per essere delle Escort. Non è una notizia che le fanciulle venissero procacciate da faccendieri di vario tipo, non è una notizia che esistano fotografie e filmati di questi incontri, non è una notizia che nelle residenze invernali ed estive del capo dell’esecutivo di un paese del G8 circolino tipe incontrollate che possono fare fotografie, registrazioni audio, e possono persino mettere microspie. Non è una notizia che Obama, nei giorni scorsi ha parlato con un Berlusconi che due sere dopo potrebbe raccontare mondanamente a una maggiorata di Poggibonsi se non di Urbino quello che gli ha detto il presidente degli Stati Uniti, non è una notizia che Chirac abbia raccontato che era rimasto turbato dall’ossessione per le donne del nostro presidente del Consiglio dei ministri, non è una notizia che lo stesso presidente frequenti minorenni napoletane e vada alle loro feste di compleanno, non è una notizia che il presidente non sia in grado di dare spiegazioni soddisfacenti, non è una notizia che la stampa di tutto il mondo, la più autorevole, si chieda quanto durerà il declino di Berlusconi, non è una notizia che Fabrizio Cicchitto si chieda invece come sia possibile che un fotografo qualunque possa scattare cinquemila foto dentro la residenza blindata di Berlusconi in Sardegna che se mai avesse un fucile con cannocchiale anziché un teleobbiettivo c’era poco da ridere, e non è una notizia che il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, mandi a Berlusconi una lettera aperta sul più importante quotidiano italiano, il “Corriere della sera”. Perché il Tg1 è il “New Republic”, il giornale di bordo dell’Air Force One: si occupa di politica estera, di Obama, non di un gossipetto che non interessa il nostro direttore Minzolini, allievo prediletto di Kissinger, e del compianto Dahrendorf, esperto di ermeneutica dell’informazione, che sicuramente ha studiato a Friburgo con Gadamer. Eccerto, lui che a “Porta a Porta” Berlusconi chiamava amorevolmente “Minzo”, che per un giornalista indipendente è un noto titolo di merito. Lui, Minzolini, ha la Treccani dietro, ma se non è di cartone, sarebbe opportuno la consultasse ogni tanto. Nonostante sia stata redatta e pubblicata in pieno fascismo rimane un esempio di democrazia e di rispetto per la cultura, che oggi sarebbe impensabile, visto l’editoriale che Minzolini, a sprezzo del ridicolo, è riuscito a fare dalle telecamere del Tg1
da Isabella Guarini, Napoli ABOLIZIONE DELLE AREE METROPOLITANE
da Dan Galvano, Basilea
Trovo molto divertente come le accuse ai giornali (comunisti) di occuparsi di gossip (vedi il caso Minzolini) vengano da chi per anni ha rincoglionito generazioni intere con l’azzeramento della cultura, e con la scusa del disimpegno piu’ becero. Come se a Matrix (o da Vespa, è uguale) nel frattempo si parli in continuazione di politica estera, sviluppo, ambiente, ricerca, ecc, ecc.
da Floriano Ghinassi, Parigi
È vero che al peggio non c’é mai fine, che se qualcosa può andare male ci va (e Murphy non sapeva dell’esistenza del PD), che l’ottimismo non fa mai male, ma dopo l’ennesima scoppola alle amministrative (comuni: da 25-5 a 16-14, province: da 50-9 a 28-34) che Franceschini se ne esca con “Comincia il declino della destra” e Renzi esordisca da neo sindaco di Firenze con “E ora bisogna aprire all’UdC” (che era nella lista del suo avversario) fa leggermente dubitare sulle reali capacità analitiche di questi statisti della sinistra. Poi, per carità, poteva anche andare peggio (poteva piovere…)
da Giorgio Goldoni
Il PD ha ovviamente stretto i ranghi prima del ballottaggio elettorale: il vecchio apparato comunista, anche se arrugginito, sa come richiamare all’ordine almeno parte del proprio elettorato , con blandizie e minacce. Ma piange la caduta di feudi storici, che non fanno nome, ma hanno un tremendo significato negativo. Prendiamone due a caso, governati da sessant’anni dalle sinistre: Sassuolo, dove , a causa di una immigrazione selvaggia, senza freni e sicura dell’appoggio del potere locale, la qualità della vita è divenuta insopportabile, e Prato , dove la fiumana illegale di cinesi ha stravolto lo stesso carattere originario del luogo.
da Luca Serpieri
Volete sapere una cosa? Cari signori di sinistra, è vero, forse oggi Berlusconi ha qualche problema di immagine. Ma se sperate che queste vicende di “letto” possano veramente metterlo in difficoltà sul piano politico vi sbagliate di grosso. Ci risentiamo dopo l’estate e vediamo se mi sbaglio. Intanto: ricevo scommesse.
UN GIORNO DA PECORA LIVE O QUASI
Se avete perso una puntata di Un giorno da pecora e pensate che proprio non potete farne a meno un trucco c’è: cercare i podcast sul sito della Rai oppure ascoltare le registrazioni sul sito apposito. Se poi volete ascoltare la trasmissione dal vivo e non avete la radio sappiate che andanto sul sito della Rai e smanettando un po’ potete sintonizzarvi su Radio2.(csf)
UN GIORNO DA PECORAFra un’oretta la settima puntata della splendida trasmissione che io e Giorgio Lauro conduciamo su Radio 2. Gli ascoltatori potranno intervenire per rispondere alla fondamentale domanda: “Quali nuovi referendum vorreste fare?” (csf)