da Vincenzo Rocchino, Genova
Qualche sera fa a cena dal Giudice della Consulta Carlo Mazzella, c’erano personaggi politici e di governo, quali Berlusconi, Gianni Letta, l’avv. Ghedini, Paolo Maria Napolitano (Consigliere di Stato), Carlo Vizzini e Angelino Alfano, Ministro alla Giustizia e padre del lodo omonimo. L’evento desta qualche serio dubbio sulle decisioni che a breve la Consulta di cui Carlo Mazzella fa parte: dovrà decidere sulla legittimità del Lodo Alfano. Sarebbe da ingenui non pensare che durante quella cena non si sia discusso, se non addirittura organizzata, per discutere del famoso Lodo. Il ché lascia perplessi: sarebbe come se una Giuria fosse chiamata a “discutere” la sentenza, assieme all’imputato e al suo avvocato difensore.
da Massimo Mai Perchè non è eterno neppure lui, e nonostante l’ex sindaco di Catania e suo medico personale ne garantisse una vita attiva fino a 120 anni, prima o poi si passerà oltre.E poi cosa succederà? La sinistra in preda ad attacchi schizofrenici è già riuscita a divedersi e continuerà a farlo. Lo schieramento del Papi quando il collante mancherà si sgretolerà. Torneremo alla DC, ad un bel sistema proporzionale, alle alleanze scelte dopo le elezioni. Esattamente come fino agli anni 80. Però con un Paese se possibile peggiorato sotto ogni punto di vista. Etico ed economico. Un grande risultato davvero.
Zorro di Marco Travaglio (da Paola Bensi)
Veronica Berlusconi protesta con il Corriere della sera per la vergognosa intervista dell’altro giorno ad Angelo Rizzoli che, per difendere Al Pappone, s’è permesso di criticare le amiche della signora e financo di intrufolarsi nelle convinzioni religiose del figlio Luigi.“Non si sa da quale pulpito”, aggiunge Veronica, visto che “non ho mai conosciuto” né lui né la moglie Melania, che sempre sul Corriere “era già stata prodiga di consigli non richiesti e non graditi”. Beata ingenuità: il pulpito è quello della loggia P2, di cui Rizzoli era “maestro” (tessera E.19.77), mentre Silvio era solo “apprendista muratore” (tessera 1816). I fratelli, si sa, si vedono nel momento del bisogno. A fine anni 70 il Corriere, che Rizzoli aveva appena regalato alla P2 di Gelli, Ortolani e Tassan Din, scoprì un giovane virgulto del giornalismo italiano: tale Silvio Berlusconi, subito ingaggiato per vergare sapidi commenti di economia. Ora, trent’anni dopo, riecco il maestro correre in soccorso del muratorino in difficoltà, sempre sul Corriere. La coppia, peraltro, non s’era mai separata: Angelo, già celebre per una strepitosa bancarotta fraudolenta con arresto incorporato, lavora da anni per Raifiction (già feudo del berlusclone Saccà) e per Mediaset con due società di produzione: la Rizzoli Film e la Jules Verne Film. Quest’ultima, nel 2004, dichiarò di aver finanziato An, il partito del ministro Gasparri che aveva appena regalato al muratorino l’omonima legge salva-Mediaset. Bello vedere che, dopo tanto tempo, i sentimenti di fratellanza sono rimasti intatti. I valori della famiglia.
da Armando Gasparini, Veneto Alto
Mi perdoni signor Grondona, ma “che oltre 4 milioni di elettori votanti non abbiano diritto di rappresentanza in parlamento, italiano od europeo”… me lo lasci dire: se la son cercata! Strano concetto di democrazia il suo, dove qualunque gruppuscolo si presenti alle elezioni dovrebbe aver rappresentanza! Possibile che non si trovino convergenze per poter arrivare a una quota minima di sopravvivenza? O è più importante essere “in primis” al paesello e nessuno a Roma? O, per accontentarla, si dovrebbero avere 50milioni di rappresentanti nel “lettone grande”!
da Francesco Falvo D’Urso – Lamezia Terme
Ma se Berlusconi è un toro perché non piace agli spagnoli?
da Isabella Guarini, Napoli
Caro CSF, mi sembra che il contributo da parte dei contribuenti italiani ai quotidiani sia già assicurato e che la Repubblica sia quello che percepisca di più a prescindere dalle maggioranze politiche. Mi preoccuperei se venisse meno il contributo statale. Ma sic stantibus rebus…nisba!
da Carla Bergamo, S. Paulo Il ‘problema’ dell’America Latina è che il popolo ha imparato a votare con la propria testa, per cui vota il candidato in cui più si riconosce. Ha imparato a non dare retta ai suoi ‘padroni’, a non dare retta a TV e giornali. Questo ha mandato in panico i poteri forti, quelli veri, quelli che resistono comunque a qualsiasi elezione. Erano riusciti a fare a meno degli USA, bastava inventare uno scandalo e il candidato era perduto. Lo sa bene Lula, due elezioni le ha perse così. Ma adesso, con l’avvento – volente o nolente – della democrazia, anche se allo stato grezzo, gli scandali (veri) sono tanti che il popolo non si lascia condizionare. Il popolo guarda ai risultati, sente, annusa, vuole contare… in Venezuela Chavez, e non poteva essere altro: il venezuelano è forse il popolo più difficile, più duro da gestire. In Bolivia la riscossa degli Indios, in Brasile un vero uomo del popolo, venuto dalla regione più povera del paese, e così via. In Honduras non sono riusciti, evidentemente, a fermare Zelaya in altro modo. È una fase di rigurgito di quello che era l’America Latina e che speriamo abbia dato l’ultimo sospiro, la danza del cigno (negro). Spero che gli Europei non abbandonino l’Honduras: rompono tanto i marroni a Cuba, vediamo se ci mettono lo stesso impegno con Honduras.
http://www.nokoss.net/2009/06/29/milano-e-la-danza-d%E2%80%99estate-di-solo-in-azione/
da Vittorio Grondona – Bologna
Forza, allora. Chi vuole guidare il PD si faccia avanti… La tecnica non importa, chi sa dire alla fine vince. Le correnti fanno male e spesso portano alla sepoltura… Franceschini si butta sull’utilità del voto e fa la politica della doce rispettosa critica dell’avversario. La stessa di Veltroni per capirci, leggermente più incisiva. Chiamparino, ancora non ha deciso, ma comincia male esaltando Brunetta. In sostanza per lui è giusto togliere diritti ai garantiti per darli a chi non ha ancora garanzie… Non crede che sarebbe invece meglio garantire a tutti i diritti sociali ed una decente qualità della vita senza intaccare le conquiste gia faticosamente fatte? Bersani non ha la grinta del lupo mannaro necessaria per affrontare l’arroganza becera della destra e della Lega, ma si è sempre dimostrato un ottimo amministratore, giudizio obiettivo che esula dalle mie diverse idee politiche personali… Alla fine la qualità paga sempre, molto di più degli urli isterici, buoni solo per l’audience di Vespa. Se ci fosse qualcun altro, si faccia pure avanti, nel vortice del potere solitario c’è posto per tutti. Rutelli compreso, tanto per dire. Più si è, più tardi si arriva alla meta unitaria, però!
da Isabella Guarini, Napoli Ciò che più mi fa pensare è la credibilità indiscussa di cui godono le donne in carriera, dette ipocritamente escort, che andrebbero chiamate prostitute, se la nostra lingua italiana ha ancora una validità culturale. Nel mondo maschilista dell’informazione si è spietati e si strumentalizzano anche le donne disponibili a vendere i loro favori per dimostrare teoremi per altre vie indimostrabili. Sin dall’antichità ci arrivano testimonianze del genere. Ricordate Elena che scatenò la guerra di Troia? Fossimo tanto ingenui da credere alla mitologia, mentre è dimostrato storicamente che i Greci non aspettavano altro che assediare Troia per impossessarsi del suo tesoro aureo. Ma a scuola s’insegna ancora che tutto avvenne per il rapimento di Elena da parte di Paride e la saggezza popolare la tramanda come semplice troia, nel senso di traditrice delle virtù femminili e della fedeltà coniugale.