da Dan Galvano, Basilea
Ma perchè Diego Della Valle ad Annozero è vestito come Beethoven?
da Alessandro Ceratti
Stucchi di solito è attendibilissimo nel riferire i suoi dati. Però questa che il Colosseo assorbe potenza per 15 MW è strabiliante. Davvero? Come 5000 famiglie? Ma sei sicuro? Che cosa dici, Bruno, accendiamo?
di Marco Travaglio(da l’Unità)(grazie a Gianni Guasto)
La grande rentrée di Mario Chiesa in galera ha ingiustamente oscurato l’eterno ritorno di un altro big di Tangentopoli, appena meno famoso di lui: l’ex ministro dc Carlo Bernini, che aveva patteggiato a Venezia 1 anno e 4 mesi in appello per le mazzette sulle autostrade, dunque era subito tornato in attività alla guida della compagnia aerea Myair. L’altroieri Bernini, rimasto inspiegabilmente fuori dal Parlamento nonostante la condanna definitiva, è stato di nuovo indagato, stavolta a Vicenza, mentre la Guardia di Finanza perquisiva la sede di Myair e le abitazioni dei suoi amministratori. Reati ipotizzati: bancarotta, ricorso abusivo al credito, mancato versamento all’Erario di imposte dirette e contributi previdenziali per 18 milioni di euro. Il governo Berlusconi non è rimasto inerte dinanzi all’impennarsi della corruzione. Infatti, a gentile richiesta del ministro Raffaele Fitto, il Guardagingilli Angelino Jolie ha sguinzagliato gli ispettori contro la Procura di Bari, che ha chiesto il rinvio a giudizio di Fitto per le presunte mazzette del gruppo Angelucci (pareva brutto ispezionare la Procura di Roma, che ha tenuto dentro per un mese due rumeni colpevoli di avere il Dna sbagliato). Così, se il gip di Bari non vorrà subire analoga ispezione, non avrà che da prosciogliere Fitto. Nemmeno l’informazione televisiva è rimasta insensibile al riaprirsi della piaga del malaffare: infatti l’altra sera Porta a Porta e Matrix si contendevano protagonisti e comprimari del delitto di Garlasco, con contorno di macchie di sangue e biciclette. Per non lasciare nulla di intentato.
da Francesco Falvo D’Urso – Lamezia Terme
Caro Claudio, nell’intervista a Giancarlo Aneri ad un certo punto chiedi: “Hai mai conosciuto Berlusconi?”“Gli avrò stretto la mano due volte”. “Ti piace?” “È un imprenditore con grandi idee.” Io avrei replicato: “Graandi idee? E quali? L’espansione economica-territoriale-personale non mi sembra una così grande idea: l’impero romano c’è già stato, mi pare. Modello imprenditoriale? Anche la mafia allora ha grandi idee. Se qualche berlusconiano del blog può farmi un esempio, gliene sarò grato.
da Vincenzo Rocchino, Genova
L’ha rimediata il Berluska da parte della Regina d’Inghilterra; dopo la foto di rito. Tutti l’hanno sentito urlare il nome di Obama. La Regina, seccata, si è chiesta perché urlasse tanto; evidentemente non conosce il nostro “campione delle buone maniere”.
da Gianni Guasto
Attratto dal fascino irresistibile del luogo comune, il Ministro Brunetta ha colpito questa volta le impiegate della P.A., colpevoli, a suo dire, di “fare la spesa in orario di servizio”.Sembra di capire che il Renatino ce l’abbia su con le dattilografe che comprano verdure, uova e detersivi; e che trascuri pericolosamente le dirigenti che vanno fare shopping, sempre in orario di servizio; o gl’impiegati uomini che, anticipando l’ora di pausa, frequentano il vicino Brico-Center o vanno a cambiare le pastiglie dei freni della macchina.Insomma: gli impiegati sono, naturaliter, fannulloni, mentre tra le impiegate é ovvia la predisposizione genetica a frequentare i mercati rionali.
da Massimo Mai
La regina della perfida Albione ha osato riprendere il nostro premier “Perchè urla” gli avrebbe detto. Che facciamo, ignoriamo signorilmente l’offesa, ci prepariamo ad un boicottaggio dei prodotti d’oltremanica, o ritiriamo gli ambasciatori ?
La circostanza è talmente evidente che non viene neppure voglia di parlarne, si ha la sensazione di dire ovvietà. Che i tempi siano buissimi è un dato di fatto. Richiamo l’attenzione su un dettaglio, che da solo costituisce la prova provata del controllo assoluto dei media. E’ normale che ogni tanto si cambi il direttore del Corriere. E’ normale anche che si cambi ogni tanto quello del Sole 24 ore. Lo stesso dicasi del TG1. Ma quando tre direttori delle più importanti testate giornalistiche italiane vengono avvicendati simultaneamente è evidente che c’è sotto un disegno complessivo. Un disegno che nessuno, in una democrazia, dovrebbe essere in condizioni di realizzare.
Ho visto stamattina l’intervento di Grillo su La7. Io lo ricordo in un suo spettacolo di qualche anno fa in cui inveiva contro i giornalisti che non fanno domande al politico di turno nei dibattiti tv. E lui che fa? Si nega a qualunque contraddittorio (significativo cosa accadde con Gilioli piu’ di un anno fa). In questo modo non fa altro che porsi alla stessa stregua di Berlusconi. Pensa di essere diverso? Si sieda, non urli e ci convinca che ha ragione. Senno’ è solo rumore.
REGIME 1
Io non ho grande memoria ma da quel che ricordo quando al governo c’erano le sinistre (Le sinistre? Ma che dico? Il centro-sinistra) nei posti chiave della Rai, la più grossa industria culturale italiana, c’era una spartizione quasi equa. La spartizione dei posti è sempre stata chiamata lottizzazione. A me il Tg1, a te Rete 2, a quelli là Rai Fiction. Lottizzazione: con una vaga sensazione, anzi nemmeno tanto vaga, negativa. Come dire: meglio fedeli che bravi. E tutti pensavamo, o meglio speravamo: prima o poi verrà il giorno in cui si sceglierà per merito e non per affiliazione. La lottizzazione era cosa spregevole ma per lo meno si spartiva il potere. Poi venne anche la zebratura. Una direzione a destra, una vicedirezione a sinistra, un caporedattore al centro. Sempre in spregio ai valori. Ma uno straccio di democrazia era salvo. Poi è arrivato questo governo Berlusconi. Il governo pigliatutto. Non contento delle sue tre reti, vuole fare anche il pieno o quasi della Rai. Deve accontentare Lega ed ex fascisti. E anche la finta e temporanea opposizione di Casini. Vuole il Tg1, il Tg2, vuole i Gr, tutti, vuole Rete 1 e Rete 2. Vuole Rai Fiction. Vuole tutto quello che c’è. E nel frattempo sbraita perché l’opposizione non vuole collaborare per le sue riforme. Tg3 e Rete 3, per adesso, le lascia alla sinistra, cioè al centro sinistra. Ma sta facendo un pensierino anche a quelli. Ma che nessuno osi parlare di regime. Il dittatore si offende. (csf)