da Armando Gasparini, Veneto Alto
Ci sono campi, campi sterminati, dove gli uomini non nascono, vengono coltivati…
da Rino Olivotti – Auronzo
Claudio, l’iltima volta che ti ho scritto ricordavo l’anniversario dei morti del Vajont. 9 ottobre 1963 . Prima Repubblica. Poi ho letto qualche altro giorno il tuo blog, ed ho chiuso. Sono passati mesi ed oggi, rivedendo qualche arretrato vedo sempre gli stessi personaggi, le stesse contorsioni e lo stesso livore antiberlusconiano. Ritrovo l’ “anticomunismo cieco” che Guerriero condannava cinquant’anni fa.Se Berlusconi è al potere è perchè la sinistra che Granata invoca è rappresentata, adesso da un Franceschini . Ve lo raccomando. Provate a cambiar disco. La crisi mondiale non credo sia figlia di Berlusconi, di fronte ad un pericolo comune tutti dovrebbero sentire che l’acqua ormai tocca il sedere. Provate a buttarlo giu’ un altra volta, ed affidatevi ad un Prodi ringalluzzito. Poi contento Granata & C. ci ritroveremo a discutere se il cachemire di Bertinotti e’ un simbolo inviso alle sinistre. Per favore, Claudio, il momento è difficile, qualcuno dei tuoi proponga qualcosa di valido. Io vi giuro che per altri cinque mesi non vi rompero’ piu’.Grazie e saluti a tutti.dal Veneto veramente alto – Rino Olivotti
da Paolo Cape’, Milano
Biagio Coppola si chiede perché “più Travaglio s’incazza più Berlusconi si rafforza”. Secondo me gran parte degli Italiani ritiene che Berlusconi sia vittima di attacchi ingiusti, che proseguono fin da quando è entrato in politica. Questa convinzione è ormai talmente radicata nella maggior parte dei nostri concittadini che qualunque nuova critica (come anche qualunque nuova sentenza di condanna) viene interpretata come conferma della convinzione stessa. E ciò a prescindere, ovviamente, dalla perfetta ragionevolezza e fondatezza della critica (o della sentenza). E’ chiaro che non se ne esce.
UN PO’ PER VANITY UN PO’ PER NON MORIREintervista a csf di Giovanni Audiffredi per Vanity Fair
Ornella Vanoni o Iva Zanicchi?«Butto Ornella, tengo Iva. Sono stato sul punto di portarla nell’Ulivo di Romano Prodi. Avevamo quasi firmato un accordo per candidarla in Calabria, creando una lista per lei. Ma alla fine non ha avuto cuore. Sarebbe stata un’icona per la sinistra, perché lei è di sinistra».
Nessuno lo sa, però. Nemmeno lei.«Segue Berlusconi perché è il suo datore di lavoro».
Alla fine di questa intervista c’è il suo divertimento preferito, il gioco della torre. Ha accettato di farlo in versione «post 8 marzo»: si gettano (o si salvano) solo donne. Prima però abbiamo chiesto a Claudio Sabelli Fioretti – giornalista, scrittore, autore di radio e Tv, vanitoso Padreterno degli intervistatori, permaloso di professione – di parlarci del suo Dimmi, dammi, fammi, un’inchiesta sui comportamenti femminili aggiornata al 2009 (era già stata in parte pubblicata da Frontiera nel 2000).
Chiamatela, se volete, una piccola vendetta che ci siamo presi per smentire l’idea di Sabelli Fioretti che un’intervista su un libro non è un’intervista al suo autore. Idea di cui è cosi convinto che ha pubblicamente litigato, intervistandola per La Stampa, con l’amica Daria Bignardi, firma di Vanity Fair, autrice del romanzo Non vi lascerò orfani.
Ma c’era proprio bisogno di far arrabbiare Daria Bignardi?«Ho sbagliato: mai intervistare gli amici. Le interviste che preferisco sono quelle a persone che non stimo».
Bugiardo. Hai intervistato di più proprio quelli che ti piacciono: 4 volte Marco Travaglio, 3 volte Valeria Marini, Antonio Di Pietro e Vittorio Sgarbi.«Lo ammetto, ho sfruttato Travaglio: ho venduto 12 mila copie con un libro-intervista rivolto al suo pubblico. Una paraculata».
Invece attacchi quelli che non sopporti: i commenti cattivi della tua rubrica Mosca al naso li hai dedicati 4 volte a Silvio Berlusconi, 3 a Paola Binetti, 3 a Umberto Bossi e 3 a Costantino Vitagliano.«Mi arrendo: sono reo di aver pensato tre volte per più di un quarto d’ora a Costantino Vitagliano».
segue
da Gianni Guasto
Caro Coppola, io a scuola ero un asino di matematica ed é pertanto probabile che non esista alcun teorema che io sappia smontare o spiegare. Però voglio provarci ugualmente. Lei dice: “Più Travaglio s’incazza e più Berlusconi si rafforza”. Io ribatto: “E’ vero anche il contrario: meno Travaglio s’incazza e più Berlusconi si rafforza”. Ora mi spieghi lei come può un teorema essere sempre vero, anche capovolgendone la premessa.
da Biagio Coppola, golfo di Napoli
Più Travaglio s’incazza più Berlusconi si rafforza. E ora qualcuno mi smonti, o spieghi, questo teorema, grazie.
da Claudio Urbani, Roma
Il G8 sulla Scienza e della Tecnica sarà tenuto a Lesmo, anziché a Lucca, in una villa di proprietà, ufficialmente, della Fininvest. Il sindaco di Lesmo difende a spada tratta questa decisione e alla fine pone la domanda se qalcuno a qualcosa da ridire. Peronalmente vorrei rispondergli che un certo modo di gestione degli avveniment pubblici , da parte di Berlusconi, suscitano la sensazione che li consideri più affari di famiglia che avvenimenti degli italiani e dell’Italia.http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/g8-scienza/g8-scienza/g8-scienza.html
da Mario Strada
Leggo in una dispensa universitaria di Psicologia Dinamica: “I legami collettivi nascono dalla solidarieta’ contro il nemico… che permette di deflettere all’esterno la morte… l’unione del gruppo si costiuisce primariamente attraverso la sua bonificazione, che comporta la costituzione del gruppo amico. .. per cui i membri di un gruppo di appartenenza sono simbolizzati come buoni…la simbolizzazione dell’estraneo come nemico porta all’investimento dell’aggressivita’ su di lui.”Traduzione: senza le ronde ed i rumeni, i leghisti si menerebbero tra di loro.
da Pino Granata
Non so come commentare le foto del nostro eroe apparse su VF. Da uno come lui che ha avuto a che fare con le immagini per la maggior parte della sua vita, mi aspettavo una gestione più saggia della propria immagine. Ma forse CSF acconsentendo alla pubblicazione di quelle foto ha voluto autopunirsi per aver votato IDV. Per la cronaca le foto sono apparse sull’ultimo numero di Vanity Fair a pagina 237-238 che per completare il tutto pubblica in copertina una discutibilissima foto di Roberto Bolle. Attendo con ansia i vari commenti che non tarderanno ad arrivare . Soprattutto quelli del dalemiano Urso.
da Vincenzo Rocchino, Genova
In questo paese nessuno fa il suo mestiere : “vallette” che fanno il ministro, comici che fanno gli opinionisti, imprenditori che fanno politica (male) e allora si inventano di fare i comici, vedi il nostro pres/del/consiglio, che è convinto di divertirci con le sue battute sceme. La cosa evidentemente lo diverte, sicuro com’è di essere pure attore di talento; a me fa pena e, sinceramente, mi vergogno di essere da lui rappresentato.