da Alessandro Ceratti
Su Facebook Claudio scrive: “Claudio ha visto il giardino zen e ha deciso che non c`e` altro tipo di giardinaggi”. Noto che hai seguito il mio consiglio sul Giappone (che però, lo ammetto è un po’ come dire “se vai a Parigi, visita la tour Eiffel”). Ma quale giardino hai visto? Quello di Toji-in?, quello di Tenryu-in, Honen-in o quale altro? In ogni caso non perderti quello di Ryoan-ji. E’ il prototipo.
Mi sembrava di averlo scritto sul post. (csf)
Il risveglio alla pensioncina di Sachiko Mori e’ amaro. Dobbiamo andare a fare la colazione alla stazione, dieci minuti a piedi. Ma poi dobbiamo tornare indietro a lavarci i denti? E’ il dilemma di Kyoto. Intanto vediamo che cosa succede per la colazione alla stazione. Scegliamo il Cafe’ du Monde, ci piace il nome. Giovanni pensa al caffelatte ed io scelgo i dolcetti. Addentato il primo cominciamo a dubitare che sia un dolcetto. Al secondo morso quando gia’ Giovanni sta pucciando il suo nel caffelatte ci rendiamo conto che stiamo mangiando un wurstel avvolto in pasta frolla. Io sostengo di non aver mangiato mai nulla di piu’ saporito. Giovanni ha conati e va a prendersi dei dolcetti nuovi. Per farlo contento li mangio anche io. La colazione e’ allietata dalla musica di un mega carillon mandata a mille decibel. Non so se torneremo al Cafe’ du Monde. Continua…
da Gianni Guasto
da Armando Gasparini, Veneto Alto Parlando delle elezioni in Abruzzo, Veltroni adombra “malessere, stanchezza e critica anche nei nostri confronti”. Ora, considerando che il Pdl ha vinto nettamente e che Di Pietro ha fatto segnare una crescita spaventosa, mi chiedo a chi si riferisca quell'”anche”. Forse a quelli che, non votano a sinistra, come sempre non capiscono un cazzo?P.S. Vorrei tranquillizzare i sempre più disorientati elettori del Pd: calma e gesso, abbiam perso l’Abruzzo ma l’Ohio è sempre nostro. Uòlter forever!
da Floriano Ghinassi, Parigi
Ma di fronte alla Caporetto dell’Abruzzo, questi genii del PD (non parliamo dell’autorevole quotidiano Europa, che non ricordo aver mai visto in nessuna edicola) l’unica cosa che sanno dire é “basta con Di Pietro perché ci porta via i voti”? Ma ancora non l’hanno capito che se qualcuno prende più voti di loro forse é perché gli elettori sono schifati dalla loro politica, dal malaffare (oggi arrestato il sindaco di Pescara e inquisito un deputato per corruzione) e dagli intrallazzi che gli vedono fare quotidianamente con la destra? Poi dice che uno si butta sull’IdV…
Ogni volta che Di Pietro cresce, tutti i giornali parlano di “giustizialismo”, per ricordarci che chi continua a rivendicare l’indipendenza della Magistratura dal potere politico fa vincere Berlusconi. A parte il fatto che Berlusconi vince e impera nonostante i buoni consigli che gli elettori di centrosinistra ricevono dagli esperti, l’uso distorto del termine “giustizialismo” è frutto dell’esproprio lessicale operato in quindici anni di propaganda berlusconiana: una volta giustizialista era chi sventolava il cappio, oggi così si definisce chi chiede che la legge sia uguale per tutti.
da Claudio Urbani, Roma
E’ innegabile, per il PD in Abruzzo, un 13% di perdita di consensi deve far riflettere e molto. Ma è il raddoppio dei consensi dell’IVD di Di Pietro che deve indicare la via, la via di una opposizione forte e decisa e di parole dure, delle proprie e vere “scarpate”. Chi ha vinto non ha molto da gioire, se non la poltrona conquistata con un voto al disotto del 50%, una perdita del 4% di consensi dalle recenti politiche, quindi di fatto una minoranza. Anche il consiglio regionale con 19 seggi contro 17 dell’opposizione. Il vero vincitore è Di Pietro, per il nano di Arcore è peggio di una sonora sconfitta, l’ennesima da questo uomo, che sarà rozzo quanto si vuole, ma sino a prova contraria, l’unico che Berlusconi non ha potuto comprare – ricordate il ministero a suo tempo offerto? – ed è solo per questo l’astio con cui lo combatte. Un astio che è un onore, una “scarpata” che ancora bruci e si vede arrivare ogni giorno.
Abbiamo fatto la conoscenza con lo Shinkansen, il treno superveloce. Ci porta da Tokyo a Kyoto in due ore e quaranta, toccando la velocita’ massimo di 285 km all’ora. Se calcolate che tra Tokyo e Kyoto ci sono 500 km e’ come andare da Roma a Milano in tre ore. Per il resto lo Shinkansen, tranne un elegante muso che somiglia a una ciabatta, e’ quasi come un Eurostar. Anzi. Forse e’ meglio l’Eurostar. Durante il viaggio ci rendiamo conto della sovrappopolazione giapponese. Non si vedono infatti campagne se non in rari momenti. Case, case, case. Ma dove piantano le patate i giapponesi, e dove sono le risaie? Comunque arriviamo a Kyoto, la citta’ – dicono – piu’ bella del Giappone. Abbiamo prenotato al Crossroad Inn. La guida Lonely Planet ci aveva avvertito. E’ difficile da raggiungere. Prendete un taxi. Ma la Lonely Planet non aveva avvertito il tassista. Il quale, intraprendente, decide che l’unica maniera per raggiungere vittoriosamente il Crossroad Inn e’ telefonargli. Guidato dalla proprietaria Sachiko Mori il tassista intraprendente ce la fa. E’ talmente intraprendente, il tassista, che cerca di ciularmi 5000 yen, quaranta euro e rotti. Il giapponese che fotte l’italiano? Vogliamo scherzare? Continua…
da Carla Bergamo
È molto irritante leggere sui giornali le raccomandazioni di un Maroni (noto scienziato) e altri non-medici alle donne che useranno la pillola abortiva. Tutti che si scatenano per mettere in guardia le povere donne indifese che non sanno quello che fanno. Mentre alla radio, guarda caso, ho sentito una dottoressa affermare esattamente il contrario, e cioè che non é affatto pericoloso l’utilizzo della Ru486, soprattutto se comparato all’aborto chirurgico. Senza contare che la somministrazione viene fatta in una struttura ospedaliera. E non si tratta di essere a favore o contro: ognuna fa i conti con la propria coscienza. La Legge esiste, chi se la sente la utilizza, chi non vuole andare contro i suoi principi, la ignora. Le conseguenze emozionali, poi, se le gestisce la donna, perché il tutto avviene nel SUO corpo e nella SUA psiche e i signori uomini, ministri e preti inclusi, non potranno mai conoscerne l’estensione.
da Corrado Vigo – Trecastagni Le mie scarpe sono misura 46! E se cominciassi a tirarle in giro un po’ a tutti quelli che mi vogliono male?