Quando muore un amico non sai mai che fare. Se essere dispiaciuto oppure contento perché cessa di soffrire. Per Sandro resta la soddisfazione di averlo conosciuto. E nel caso mio anche di averlo intervistato. Sono andato a cercare l’intervista e l’ho pubblicata sul sito. Era una bella intervista perché lui era divertente. Parlava tranquillamente di morte. Gli avevo chiesto: “Sei felice?” E lui aveva risposto: “Quando morirò, a cent’anni, morirò soddisfatto. Non ho autocritiche da farmi. Ho sempre fatto quello che mi piaceva. Mi sono divertito”. Sbagliò solo nella data, a causa del suo grande ottimismo. Mi parlò anche della sua malattia. “Perché sei andato via dalla Rai?” “Il centro-sinistra stava per vincere. C’era Occhetto, la macchina da guerra che si metteva in moto”.”E allora?”. “Ci voleva un telegiornale più cauto, meno astioso, meno combattivo. Io ho detto: me ne vado. E ho cominciato a dire cose violentissime sulla Rai e su Dematté. Sai perché?””No”.”Avevo il cancro ai polmoni. Ero convinto di morire di lì a poco. Pensavo che fossero le mie ultime dichiarazioni”. L’intervista. (csf)
da Armando Gasparini, Veneto Alto
L’elezione di Villari non è democratica perchè ha disatteso le indicazioni da parte del centrosinistra sul nome, solo sul nome sottolineo, caro Urbani. L’opposizione a questo governo è alla frutta…e qualcuno ha usato il burro! Dura a capire, ma finchè restan Questi…
da Dan Galvano, Basilea
Ma Villari non sarà mica “uomo” di D’Alema?
E’ MORTO SANDRO CURZI
E’ tutte queste cose diventano veramente delle stronzate. (csf)
da Alessandro Ceratti
La democrazia non è una procedura o almeno non dovrebbe ridursi ad esserlo. Per cui al signor Gasparini che afferma che Villari non dovrebbe dimettersi in quanto è stato “democraticamente eletto” rispondo che non è così: Villari certo è stato eletto da una maggioranza ma in questa elezione la democrazia non ci è entrata neanche per sbaglio. Perché non basta la procedura formale di una votazione per garantire il processo democratico. Basta ricordare che nell’URSS si sono tenute regolarmente elezioni per i 70 anni della sua durata ma non credo che Gasparini la annoveri tra le grandi democrazie. Ed è per questo che ha ragione Di Pietro quando dice che la situazione attuale in Italia più che una democrazia ricorda una dittatura sudamericana. Certo, per essere d’accordo con una affermazione come questa bisogna avere un’idea un minimo nobile e alta della democrazia stessa, qualcosa che vada al di là della semplice conta dei voti.
CUCU’-DUE
CHI ERANO QUEI DUE? Forse ho letto male i giornali, fose mi è sfuggito il particolare. Ho letto di Villari e non commento. Ho letto di Veltroni e di come si sia infilato da solo in questo cul-de-sac. Ho letto dell’arroganza del centrodestra. Ho letto di Di Pietro e della sua abilità a cavar fuori consenso da una squallida storia. Ho letto dei pizzini trasversali di Latorre a Bocchino e della confusione che ormai regna tra uomini di destra e di sinistra. Ho letto di Zavoli che se ne sta lì, buono buono, aspettando il suo turno di ringiovanimento. Ho letto tutte le battute su Villari (Pancho Villari, la più bella. E anche l’altra: “Ringrazio il dottore, accetto l’offerta e vado avanti”). Ho letto paginate di giornali che ripetono articolo dopo articolo le stesse cose. Ma non ho letto né la notizia né la curiosità: chi erano i due del centro sinistra nella commissione di vigilanza Rai che hanno votato per Villari? (CSF)
da Pino Granata
Mentre mi infastidiscono le critiche infondate ed il cinico sarcasmo con cui si bersaglia Veltroni, la lezione da imparare con il caso Villari è che mentre ci si può alleare con i partiti di centro per realizzare certe riforme, è fallita l’idea del partito di centrosinistra. Centro e Sinistra hanno diverse visioni etiche e politiche e questo è tempo che lo si capisca. I problemi a Prodi non sono venuti dalla Sinistra, ma dai Mastella, dai Dini, dalle Binetti etc. E’ tempo per la Sinistra di rifondarsi e di fare il suo mestiere. Il tempo delle illusioni è finito!
da Claudio Urbani, Roma
Già, appunto. E qualcuno, il non mettere le preferenze in una legge elettorale, lo spaccia come un atto di democrazia!
di Valeria Tafel
No, Isabella Guarini, non è una questione di “mio” e “tuo”. E’ una questione di rappresentazione. Le istituzioni sono un’entità astratta, ma se gli uomini che le impersonano sono pessimi, non per questo mi sento obbligata al rispetto dell’istituzione, se non formale, ovviamente. Io non posso sentirmi rappresentata da corrotti pluri-inquisiti corruttori sistematici antidemocratici manovratori della peggio fatta che hanno sdoganato una cultura orrenda, l’acquisto di tutto e tutti, il “vince il più furbo”, il fine che giustifica ogni mezzo, in barba a qualsiasi principio, anche se questa cultura purtroppo ha attecchito nelle (tante) menti deboli. A me fa orrore, dal punto di vista etico, umano, giuridico. Spiace ma mi sento talmente lontana che dovrò limitarmi a rispettare le leggi in quanto cittadina, ma non mi si può certo chiedere di condividere le malefatte di chi l’ha sfangata per fortuna sua, ma non di fronte al più alto e forse interiore senso della giustizia. E non dico divina perché non credo (ti pare che non l’avrebbe fulminato, ci fosse stato?), ma etica.
Non si capisce come al sacrificio di una cosa non chiesta, si debbano aggiungere anche gli insulti e le beffe. Villari è stato democraticamente eletto. Di più. La sua elezione ha restituito ai parlamentari la soddisfazione di una scelta non stabilita dalle segreterie. Sergio Zavoli. Ma perché questo riverito nome non è uscito prima? Villari in risposta a tanta prepotenza e a tanta rabbia spero non si dimetta!