da Biagio Coppola, golfo di Napoli
Se oggi i nostri penitenziari scoppiano al punto che qualcuno sta gia pensando ad un nuovo indulto figuriamoci tra qualche settimana dopo che sarà passato ( oggi approda in senato il disegno di legge) il decreto sulla sicurezza che farà piazza pulita dei migranti irregolari e, last but not least, dopo che il ministro Matteoli ha minacciato di usare “norme penali” per i fautori dello sciopero selvaggio. Non mi meraviglio se qualche leghista dell’ultima ora proporrà l’introduzione delle colonie penali, magari all’estero!
da Michelangelo Moggia
Sono quasi dispiaciuto di dover prendere le difese del Tg1, ma ieri nell’edizione delle 13 ( e mi sembra anche in quella delle 20) hanno mandato in onda un servizio su Lula ricevuto al Quirinale da Napolitano.
da Massimiliano De Simone, Roma.
Ieri sera, dopo aver visto, a Matrix, Rula Jebreal discorrere dei rapporti fra classe politica e diritto di satira senza avere la minima cognizione di quello di cui stava parlando, ho scoperto – con grandissimo sgomento e furiosissimo sdegno – di essere diventato un fan di Roberto Calderoli.
da Claudio Urbani, Roma
Scherza amica Carla? Lula è stato accolto con molta considerazione dal nostro governo: come suo rappresentante il berlusca ha incaricato il ministro Carfagna di accoglierlo ufficialmente.
da Carla Bergamo, S. Paulo
Non ho trovato nemmeno una riga sulla visita di Lula (con 6 ministri) sui giornali italiani online. Spero che ne parlino almeno nei giornali cartacei e in TV. Perché sarà che l’America Latina è tanto indifferente agli Italiani? Eppure il Brasile fa parte del G20 ! E il continente sudamericano è in costante crescita, sia in termini economici che di democrazia. In compenso grazie alle prime pagine dei giornali online sappiamo quando e come Hilton ha perso la verginità, la lista aggiornata di tutti i calendari del 2009, per non parlare delle intimità della Marini (ooops!). Uffa.
da Mario Strada
Sono impegnato in riflessioni serie e complicate sul futuro del mondo e sul ruolo imperiale o no degli Stati Uniti d’America. Riusciranno a capire che e’ finita un’epoca? L’economista Deaglio dice che i suoi amici USA ancora non lo stanno capendo. Poi, vedo una foto di Barak Obama accanto a Bush, e capisco che cosa signica essere alto (Obama) un metro e 87 centimetri e non ho resistito al pensiero di quando Obama incontrera’ Berlusconi, spalla a spalla, per le foto ufficiali. Come ci siamo ridotti.
da Valerio Morucci
Scrivendo densità di vita vissuta, gentile Massimo Mai, intendevo di esperienze non di semplici eventi. A esempio per i ragazzi dalle elementari alle medie: viaggi, gite culturali, corsi di teatro, letture, ricerche in Internet, e molto altro. Quindi, se l’esperienza è crescita, maggiore densità di crescita in una stessa unità di tempo. Fattore di modificazione che vale per le persone ma anche per la società. Quindi uscire dopo dieci anni di carcere in questo XXI secolo può valere – nei rapporti familiari, interpersonali e in rapporto alla ‘tecnologia’ dei processi lavorativi – a un tempo doppio che negli anni ’30 (solo per indicare una maggiorazione non certo come calcolo matematico). Vale a dire che dopo dieci anni di carcere, oggi, un padre può ritrovare un figlio quattordicenne che è praticamente marziano rispetto a lui. Cosa che non avveniva negli anni ’30. Idem per il lavoro. Se si finiva in carcere negli anni ’30 con una qualche competenza professionale, quella sarebbe valsa a un possibile reinserimento anche dopo dieci anni. (Ma anche fino ai ’50). Oggi, poniamo un meccanico di automobili, uscendo dopo dieci anni rischierebbe di rimanere tagliato fuori dal mercato del lavoro, perchè le automobili vanno a elettronica, e solo secondariamente a benzina.Ma non sarebbe mio intento con queste succinte note suscitare ragionamenti ‘tecnici’ – che andrebbero lasciati ai tecnci – ma soltanto una qualche riflessione sull’istituzione carceraria che, per essere una struttura coercitiva di non poca violenza, è possibile che sia data un po’ troppo per scontata come risposta alla devianza sociale. Riflessioni da parte di cittadini, secondo coscienza sociale e non secondo una reazione passionale, perchè è in nome dei cittadini – quindi con il loro assenso-consenso – che si condanna al carcere.
Sono i parenti, i pedofili, gli amici di famiglia ma non i nomadi a rubare i bambini. E’ solo un brutto stereotipo, un pregiudizio infondato quello che attribuisce ai rom la responsabilità di far sparire i bambini. Un modo di dire, e pensare, che i media – tv, e giornali in ugual misura – amplificano “con forza squassante”. E’ il risultato di una ricerca commissionata dalla Fondazione Migrantes (Cei) al Dipartimento di psicologia e antropologia culturale dell’università di Verona sui presunti tentati rapimenti addebitati ai rom dal 1986 al 2007.Un’altra leggenda metropolitana sfatata.
da Vittorio Grondona – Bologna
Ho sentito il Cavaliere che presto riprenderanno i lavori per il ponte sullo stretto. Da sempre ha detto che i soldi glieli metteranno gli imprenditori e quindi il ponte non costerenbbe una lira agli italiani… Solo il pedaggio per qualche anno. Forse mille se va bene, profetizzo io… Quisquiglie dunque… A parte il fatto che è estremamente azzardato affidarci davvero a tale fantastica prospettiva, consiglierei di distogliere l’attenzione dal ponte per concentrarla alla costruzione di nuove patrie galere per reggere il ritmo degli internati… Oggi lo stato di polizia instaurato dalla scellerata irrazionalità della tolleranza zero mette in galera chi abbandona un materasso per strada in zona di emergenza rifiuti o chi scrive una fesseria sui muri… Non c’è proprio più il senso della misura. A Catania per molto tempo hanno gettato nei lavandini sostanze chimiche, rifiuti cancerogeni di esperimenti di farmaci, recando danni incalcolabili a persone e cose… Chissà se in questo andazzo da burla i colpevoli andranno a finire in galera a far compagnia ai graffitari oppure saranno promossi parlamentari o assessori.
da Bruno Stucchi – Cuggiono
Quanti sono i bambini italiani a cui e’ stato dato il nome Obama?