da Claudio Urbani, Roma
Non farti travolgere dal sushi, a meno che non ne vai pazzo. La classica cucina giapponese è ottima e gustosa. Soprattutto evita con tutte le tue forze la tentazioe dei ristoranto pseudo-italiani e la “pizza”. Quanto ai souvenir evita assolutamente la spada da samurai. Buon viaggi, con un pizzico di invidia.
Sono consigli veramente utili. Provvedo ad annullare le prenotazioni già fatte in pizzeria. Ma mi resta una spada che destinerò al migliore offerente. (csf)
IL 10 DICEMBRE PARTO CON MIO FIGLIO PER IL GIAPPONE
Suggerimenti? Consigli? Ordinazioni? Posti da non perdere? Esperienze da raccontare? Amici da contattare? Avquisti da fare? (csf)
da Isabella Guarini, Napoli
Per quanti ragionano come Valeria Tafel, che distingue tra “il mio e il tuo” nel parlare di chi rappresenta, perché eletto, le istituzioni, non c’è possibilità di dialogo. Mi dispiace e penso che “il mio e il tuo” appartenga al linguaggio dei bambini che ancora non hanno acquisito il senso della democrazia. Ma stando al gioco, dico: sarà per te satira di contenuti quella della Guzzanti, per me è solo un mediocre spettacolo sub-reality. Parapat.
di Matteo Tassinari
Fabrizio De Andrè l’ha cantato Andrea perso e incapace di tornare. Occhi di bosco e una scarpa slacciata piegata in due alla Charlie Chaplin. De Andrè, morto molto prima di Andrea, diceva che Andrea aveva in bocca un dolore, la perla più scura e un avvenire che non si è avverato. Forse gli aguzzini di Andrea muovono le labbra, accennando, ottimisti, risate della loro gloriose psicopatie oggi in onda sul Tg1, Tg2, Tg5, Rete4, Studio Aperto (figuriamoci) Repubblica, Corriere… che mestano nel torbido a piene mani. La mia rabbia è forte, e mi fa pensare: guai a voi perché tra poco sarete nel dolore vivido e nelle dimore eterne. Andrea ha oltrepassato la sua mareggiata perché era pronto al balzo, agile nella vita, non aveva la mente incatenata. Che la gente se ne freghi è nelle cose, vivendo in un legalismo senza futuro. Siamo in un mondo di soli, altrimenti frasi così, come la seguente non verrebbero fuori: “Non aveva il senso del bello, perché il bello è Prada”. E allora è dura, perchè io mi sto chiedendo se è giunta l’ora di spaccare un po’ di culi in giro. E sia convinto il mio scrivere ora, come mai lo sia stato prima.Tutti i discorsi finiscono, ma nessuno dice tutto, per questo quella panchina fredda e vuota deve scatenare la potenza e la voracità di mille piranha. L’abitudine ad essere inutilmente aggressivi, ingenuamente saccenti e pateticamente ottusi, non serve più in questo strazio straziante. Chi è capace si superi per comprendere la cifra dello zoppicaio di quanto è successo. L’incapacità del non detto non permette di chiedere aiuto, non ce la fa, rimane privo di esprimere il proprio disagio. Fuori del mondo di Andrea eccoci lì a strepitare su quanto la fine è vicina, panico, recessione, la grande depressione, il baco del millennio, le banche, Limherman bank, l’influenza aviaria, le api assassine, l’aids. Con quale obiettivo? Organizzare un convegno sulle devianze giovanili e la violenza? Parole mute. Si mette lì un titolo e quattro palle di spiegazione, si invitano esperti presi qui e là con un minimo di coerenza e dosaggio calibrato per ogni fazione, tutto per mascherare brividi d’ipocrisia. Dio scrive dritto su una riga storta. Cascasse il mondo e con noi anche tu Andrea.
da Paolo Beretta
Gasperini, come al solito, fa confusione. Io posso dire che Obama è abbronzato, Gasperini lo può dire, Claudio lo può dire. Chiacchierando, magari al bar. Già se lo scrive Zucconi su Repubblica, una piccola tiratina d’orecchi potrebbe pure starci. Se però lo dice, in una dichiarazione pubblica, un Presidente del Consiglio in carica, allora non si può parlare che di imbecillità. Non è poi così difficile capirlo.
da Michelangelo Moggia
Vittorio Zucconi non è presidente del consiglio, nè ministro e nemmeno parlamentare. Non capire questa differenza è da Zucconi.
da Valeria Tafel, Pisa
Parlare ognuno per sé. A me, non mi (à la française) rappresenta affatto quell’uomo. E non mi sembra che le battute sulle caratteristiche fisiche a lui siano estranee (vedi l’abbronzato), dunque perché non dovrebbe tollerarle su di sè? E comunque, se vogliamo ascoltarla bene, la satira, c’è ben altro che solo battute sulle carenze fisiche! Ci sono ben altre carenze sottolineate nei contenuti, ad esempio, della Guzzanti.
da Carla Bergamo
Per essere rispettati bisogna rispettare. Io non posso rispettare un primo ministro che mi ha chiamata “coglione” perché non ho votato per lui. E che invece di accettare la sua (mancanza di) statura (a questo punto pure morale) e la sua calvizie, si destreggia in ridicoli tentativi di minimizzare i suoi, chiamiamoli così, difetti fisici.
da Vittorio Grondona – Bologna
In un paese democratico la satira è necessaria più di ogni altra cosa per aiutare la gente ad usare il proprio cervello nel giudicare gli avvenimenti che interessano tutta la comunità. Chi ride o sorride di solito trova la relazione con quello che vede o sente. Si può fare buona satira con caricature disegnate oppure esagerando con le parole, ovviamente nel limite consentito dalla legge e dalla decenza. Il corpo, gli atteggiamenti, il frasario, le contraddizioni della persona presa di mira, che normalmente si tratta di un potente che ne approfitta vistosamente della sua potenza, sono gli elementi essenziali per comporre una satira degna di essere tale. Il bersaglio non democratico non accetta mai la parodia della sua persona, anzi la combatte con ogni mezzo, lecito e non. Più è potente e più ci riesce (…)
di Christian Migliorati, Cremona
Casini riesce ogni volta a stupirmi.Riguardo le dichiarazioni sulla sentenza dell’affaire G8, mi per metto solo di osservare che:– la correttezza delle istituzioni e della polizia non era in discussione, nè, tantomeno, a processo;– ergo, a rispondere dei reati commessi sono state chiamate le persone e non le istituzioni (anche perche sono solo le persone a commettere reati…);– se c’è stato processo, evidentemente si voleva accertare la verità, che non era (e non è) per niente conosciuta dagli “italiani”.Saluti.