da Gianni Guasto
Di ritorno da un congresso nel nord dell’Ungheria, mi fermo una notte a Budapest, inattesa dell’aereo che mi riporta a casa. In albergo, accendo la televisione per noia, rassegnato a spegnere immediatamente, perché non capisco la lingua magiara. Invece trovo che ci sono tanti canali, ognuno in una lingua diversa: vado in cerca di quello italiano, e chi ti trovo? Baudo che intervista Vespa sul suo (nuovo?) libro. Too much.
da Gino Roca
Guardiamo il polso sinistro di Obama. Nelle copertine di alcuni newsmagazine si nota un cronografo. E allora, che c’è di strano? Riguardiamo le foto in campagna elettorale. Obama al polso sinistro aveva un altro orologio, un Tag Heuer serie 1500. Glielo hanno notato al polso da almeno diciott’anni. Tutti i giorni. Mattina e sera. In blazer o in t-shirt. Appena vinte le elezioni però Obama lo ha dismesso. Perchè? E soprattutto per cosa? Per un Rolex d’acciaio come il suo sfidante John McCain? Per un più prezioso Daytona come Sarkozy? Per un Leroy come quello che porta Berlusconi perchè gli ricorda il padre? Niente di tutto questo. Barack Obama al polso sinistro da quando è presidente degli Stati Uniti sfoggia un cronometro da uomini duri mosso da un comune movimento al quarzo e per di più fabbricato in Cina. Strano. Sembra roba da niente. E invece c’è dietro una storia. Perchè quell’orologio, che ha l’aria di essere molto resistente e adatto a uomini duri, viene venduto per duecentodieci dollari agli agenti della scorta del presidente che lo indossano regolarmente. Ragazzi della Cia che vigilano sulla sua vita. E allora questo cambio d’orologio può anche voler dire molto ma molto di più. Perchè si possono intuire le idee e il carattere di un presidente degli Stati Uniti anche guardando il suo polso sinistro.
da Alessandro Ceratti
Non so se togliere il crocifisso dalle aule scolastiche sia giusto o no. Direi che prima di toglierlo bisognerebbe chiedersi come mai si trova lì. E, mi rendo conto che l’argomento non è originale, la risposta è che non possiamo non dirci cristiani. Sono poco meno di duemila anni che la Spagna (e l’Europa) è cristiana. Ci sono infiniti segnali di questa circostanza in Spagna (e in Europa) ben più grandi e “invadenti” di un misero crocifisso in un’aula scolastica. Noi per esempio a Milano abbiano il Duomo, che occupa un sacco di posto nel bel mezzo della piazza centrale della città. E poco più in là c’è Sant’Ambrogio che sta lì da più di un millennio. A me togliere un crocifisso dalle aule scolastiche fa pensare più che a multiculturalismo e integrazione al comportamento delle guardie rosse durante la rivoluzione culturale cinese.
E togliere il Duomo? (csf)
da Vincenzo Gallo
Te la prendi con i picciriddi?
da Biagio Coppola, golfo di Napoli
D’accordo sull’aspetto satirico e burlesque col quale in questo blog sitrattano argomenti leggeri comei terzo tenativo di diplomarsidi quella cimadel Bossi junior che dovrebbe , ahimè, raccogliere la pesante eredità dipapà Umberto, o l’aspetto goliardico del caso Villari però, e me loconcederete, vorrei far presente che è in atto un vero e proprio golpe daparte di chi ha ormai in mano i media nel nostro paese. Faccio riferimentoalla tassazione prevista dal governo per le tv satellitari, nellafattispecie SKY, con la quale, senza un minimo di pudore si darà luogoall’ennesima vessazione verso la concorrenza di Mediaset.
da Pino Granata
Si, lo confesso, quando ho appreso la notizia della terza bocciatura consecutiva di Renzo Bossi non ho potuto nascondere un piacere sadico. Pensavo al padre che manda affanculo l’Italia e gli Italiani, gli insulti a Roma ladrona , ai meridionali, agli extra comunitari etc. Ma poi ho pensato: che colpa ne ha Renzo di tutto questo? Direi nessuna ed allora sento un po’ di simpatia per questo giovane che non so se a causa dell’odio che il padre ha attirato su di se o per suo demerito personale non riesce a superare l’esame di maturità. Vorrei dirgli che mi dispiace e che perseveri perchè la Cultura contrariamente a quento pensano i suoi amici leghisti è importante. E poi lo confesso, anch’io quando ero un sedicenne studente lavoratore fui bocciato per ben due volte all’esame di quinta ginnasio. I professori allora furono con me duri e spietati come il conte di Montecristo e se ne fregarono del fatto che io allora, era il 1958, lavoravo in fabbrica 11 ore al giorno.
da Renato Omenetto, Piovene Rocchette(Vi)
Dopo il ricorso presentato a seguito della seconda bocciatura di questa estate, Renzo Bossi, figlio del celodurista Umberto, ha ripetuto per la terza volta l’esame di maturità da privatista presso un liceo privato varesino. Alla prova, era presente un ispettore ministeriale, al fine di evitare le solite scorrettezze, perpetrate contro di lui nelle prove precedenti, dai soliti professori sudisti e di sinistra. Purtroppo però, ancora una volta il piccolo Bossi , ha dimostrato di avercelo duro e non ha superato l‘esame. Braccia strappate alla miniera.
di Alessandro Robecchi, per il Manifesto
Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani, antico adagio berlusconico. Ma ci sono tanti modi per mettere le mani nelle tasche della gente: passare dalle mutande è uno dei più astuti. Finalmente una novità, fare soldi con il sesso: a parte alcune centinaia di milioni di persone, negli ultimi duemila anni non ci aveva pensato nessuno. Dunque, fa parte del pacchetto anticrisi la tassa sul porno, una buona idea, anche se non mancano le critiche: persino Mediaset ha protestato, dato che il suo digitale terrestre offre un servizio “manuale terrestre” che pare molto apprezzato. Una prima grana per il governo, stabilire se il calendario cochon della ministra delle pari opportunità sia esentasse oppure no: è vero che non contiene scene di accoppiamenti, ma è anche vero che molti adolescenti, dopo averlo visto, si sono accoppiati tra sé e sé. Ora si aspettano le circolari applicative e sarà il ministro della cultura Sandro Bondi a decidere cosa sia sesso esplicito, cosa sia arte, cosa sia ammiccamento, cosa sia soft, cosa sia hard, eccetera eccetera. Soggetta alla tassa sarà (dal testo del decreto) “ogni opera letteraria, teatrale e cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti”. Se la tassa avesse valore retroattivo, Anaïs Nin, Henry Miller e Bukowski risolverebbero da soli la crisi finanziaria del paese. Certo, un moto di umana solidarietà sorge spontaneo nei confronti del ministro della cultura che sarà costretto – con apposita commissione – a vagliare tonnellate di materiale, per decidere a chi applicare le nuove aliquote e a chi no. La commissione censura sarà trasferita al ministero del Tesoro, i funzionari del fisco cominceranno a deperire, avranno occhiaie profonde e molti di loro forse diventeranno ciechi. E’ la porno tax, amici, combatte l’oscenità, il ribrezzo, il raccapriccio: e contro le poesie di Bondi non si può fare niente?
di Michele Serra per l’Espresso
Perché il consumatore non consuma più? Con tutto il bendidio disponibile? Il governo ha individuato nella scadente qualità del consumatore italiano le radici del problema. Squattrinato, svogliato, disfattista, sovente di malumore, è l’anello debole di un sistema perfetto che non merita di essere rovinato dall’ingratitudine. Allo scopo, il governo diffonderà in ogni casa un opuscolo di rieducazione del consumatore. Vediamo i punti principali.
Mancanza di soldi È il pretesto al quale il consumatore ricorre più frequentemente. Tipico degli avari, va affrontato con una radicale psicoterapia che induca il paziente a riflettere. Al termine del trattamento, il consumatore sarà ugualmente povero, ma nei primi due giorni del mese spenderà tutto lo stipendio in puttanate, ricevendo una lettera di congratulazioni della Confcommercio che lo aiuterà, nei restanti 28 giorni, ad affrontare la fame, il freddo e l’assedio dei creditori con il sorriso sulle labbra e la coscienza pulita.
Calendarizzazione Come mai è sempre la quarta settimana del mese quella che fa segnare il crollo dei consumi? Il problema dipende dalla pessima programmazione delle famiglie. Il governo suggerisce di spalmare l’indigenza sull’intero mese, con un sistema a scaglioni: la popolazione verrà divisa in quattro gruppi, ognuno dei quali dovrà rimanere senza soldi in settimane diverse. Lo sgradevole effetto ‘quarta settimana’, continuo pretesto per la propaganda disfattista dell’opposizione, non avrà più ragione di essere.
Pessimismo Per il governo è proprio questo il problema più grave. Uno che già è povero, come fa a non capire che il suo umore torvo non fa che peggiorare la situazione? L’opuscolo del ministero del Welfare, stilato dagli psicologi del Centro Studi Bicchiere Mezzo Pieno, suggerisce di formare, sul modello americano, dei gruppi di autocoscienza per debitori anonimi. Seduti in circolo, leggeranno a turno le rispettive buste-paga, scoprendone l’evidente lato comico. La lettura dei mutui sarà effettuata da un animatore.
Panchine La riqualificazione delle panchine è urgente. Verranno concesse in comodato gratuito ai senzatetto, che in cambio ne dovranno curare il decoro ripitturandole ogni primavera. Nei comuni leghisti dovranno ripitturarle usando la lingua al posto del pennello, troppo costoso. Verranno suddivise in panchina a una stella, con cacca di piccioni e cani randagi nei dintorni che mordono il dormiente; a due stelle, senza cacca di piccioni e nelle vicinanze di cassonetti dei rifiuti per un rapido spuntino; a tre stelle, con retino per catturare i piccioni e vecchia padella per cucinarli; e infine categoria lusso, con sistema antincendio per mitigare gli effetti dei raid nazisti.
Alimentazione Le ricette della nonna aiutano a riconsiderare il valore di un’alimentazione sobria e sana. Per esempio le croste di pane, se lasciate in ammollo nel bicchiere della dentiera, al mattino avranno formato un gustosissimo impasto già premasticato e molto digeribile. Tra le ricette suggerite dagli chef governativi: i popolarissimi ‘macché’ della tradizione napoletana, piatto tipico che deve il suo nome al fatto che se uno chiede “hai mangiato?”, l’altro risponde “macché”. La pasta alle erbe, spaghetti crudi infilzati nelle aiuole dei giardini pubblici per insaporirli. La saporitissima lepre investita, scrostata dall’asfalto con un raschietto e servita fredda. Gli involtini alla veterinaria, squisiti bocconi di carne per cani, ideali per avere un pelo sempre lucido. I deliziosi petti di pollo scaduti, che non necessitano condimento perché il sapore è già molto caratterizzato. Infine, come dessert, la raffinata granita della nostalgia, ottenuta scongelando il freezer e sminuzzando i pezzi di ghiaccio impregnati degli odori dei cibi dei mesi precedenti.