da Francesco Falvo D’Urso – Lamezia Terme
Una popolazione matura e civile non dovrebbe avere timore di guardare negli occhi persone con una storia come quella di Morucci. Per quel che mi riguarda non ho problemi ad “ascoltare” quel che ha da dire l’ex brigatista rosso. Pur avendo la fedina penale pulita non mi sento migliore di Valerio Morucci. Siamo qua per discutere e riflettere su questioni che forse hanno ancora qualche ferita aperta.
E non siamo qua per leggere il libro? (csf)
da Pino Granata
Premetto che conosco CSF da 35 anni. Ieri 22/10/2008 mentre, in compagnia di una splendida signora, sto per andare al tibunale civile di Roma per testimoniare in una causa contro la Rai, incrocio un CSF solo ed in splendida forma. Cosa ci faccia a Roma uno che fino ad ieri era in alta montagna e che vive in mezzo ai bricchi del Trentino, non è dato sapere. Alla sua vista gli corro incontro affettuosamente a braccia aperte, come se avessi visto un amato parente. Be’ CSF si è sottratto all’abbraccio e mi ha detto: A Pì vado per uno! Signori della Corte giudicate voi!
Vado per uno? Ma che cosa ha capito? Ero di corsa perché molto in ritardo su un appuntamento importante con un alto dirigente della Rai e un politico ancora più alto. Ma anche in questi casi non dico: “Vado per uno”, anche perché non so che cosa voglia dire. Quanto all’abbraccio, sempre mi sottrarrei all’abbraccio di Granata, anche se non andassi per uno (csf)
MA VEDIAMO CHE DICE MORUCCI
Grande dibattito su Morucci, ripreso anche da Dagospia. Io non ho ancora letto il libro e quindi non mi pronuncio. Quello che mi meraviglia è che molti parlano, sentenziano, pontificano ma nessuno -prima – dice la frase fondamentale: “Ho letto il libro di Morucci”. Tutti parlano e polemizzano sul tema del terrorismo e sul diritto che hanno i terroristi di parlare sul terrorismo e dimenticano che Morucci ha scritto un libro sulle carceri e quindi immagino sui carcerati. Perché ad uno che parla sui carcerati, cioè sugli altri, rispondete sul suo diritto a parlare? (csf)
da Carla Bergamo, S. Paulo
A Mario Strada: Si, ho visto Tropa de Elite. Ero abbastanza prevenuta, ma ho voluto vederlo. E mi è piaciuto. Riflette abbastanza la realtà, che probabilmente è ben peggio. Qualcuno lo ha definito un film fascista e io non sono d’accordo. Qui in Brasile i banditi, i trafficanti, hanno la mano pesante, per loro la vita non vale niente. E i poliziotti sono sotto-pagati e male e porcamente preparati (basta vedere l’ultimo sequestro finito in tragedia proprio qui, nella regione metropolitana). Che vi devo dire? É una lotta di sopravvivenza e predominio nelle favelas brasiliane, dove lo Stato è sostituito dalle gang criminali, soprattutto in quelle carioca. Molti Lula ci mancano per arrivare a un livello di primo mondo. Purtroppo.
da Gianni Guasto Come non si sopporta chi si scaccola o si pulisce i denti in pubblico, non si dovrebbe essere costretti a leggere chi maltratta con noncuranza le lingue altrui. Si sarebbe potuto scrivere “maestri del pensiero”, e nessuno se ne sarebbe dispiaciuto.
da Walter Vanini, Carona (Bergamo) Prima denuncia in modo discutibile e offensivo le carenze e l’eccessiva generosità della scuola del sud. Poi, inopinatamente, si scopre che da Brescia si è trasferita a Reggio Calabria per sostenere l’esame di abilitazione all’albo degli avvocati. Invoca una maggiore disciplina per gli alunni delle scuole e ripristina il voto in condotta e la bocciatura per motivi comportamentali. Ieri durante il dibattito al Senato sul decreto scuola, come un’alunna distratta e svogliata, ha chiacchierato, parlato al telefonino e inviato sms. Una condotta da cinque, anzi da quattro visto che è ministro dell’Istruzione. Peccato che a fine anno non possa essere bocciata.
ALLORA RIDO ANCH’IO!…da Vittorio Grondona – Bologna
Invito la gentile avvocata Lina Arena a guardarsi una cartolina del panorama bolognese prima delle disastrose amministrazioni Vitali/Guazzaloca/Cofferati, che di sinistra certamente non si sono dimostrate, confrontandola con i panorami cittadini siciliani della stessa epoca. Si accorgerebbe delle diversità enormi che esistono tra una buona amministrazione di sinistra, ed una pessima amministrazione di destra. Ferme restando ovviamente le straordinarie bellezze naturali regalate dal buon Dio ai siciliani. Purtroppo esse sono state sbadatamente affidate in pessime mani. Come a Bologna, del resto, in questi ultimi tempi. Basterebbe soffermarsi un attimo a guardare la schifezza dell’ecomostro “Porta Europa” in fase terminale di costruzione nei pressi della fiera bolognese.
da Carla Bergamo
Non per niente si scriveva KoSSiga, con kappa e doppia esse nazista.Un vero democratico. Un vero cristiano. Ancora vivo!
da Pier Franco Schiavone
Il lezzo della polvere da sparo del ‘69 fu ripugnante non meno di quella provocata dalle mitragliette dei terroristi che hanno eliminato Bachelet, Alessandrini, Moro e i poveri cristi della sua scorta, Galli, Rossa, Roberto Peci, e tanti altri. Nella moltitudine di giovani che affollava le piazze nel ’77 c‘ero anch’io, avevo 20 anni, ma non ho mai impugnato una pistola, anzi, ero tra quelli che arginavano i pochi idioti che avevano il cannone nello zainetto, i meno colti, i più deboli, quelli che cadevano nelle trappole dei terroristi e degli agenti dei servizi infiltrati. Con molti dei cosiddetti Autonomi, Marxisti immaginari, parlavo, ma dietro l’intercalare di minchia e figa, c’era il nulla e molti di loro, spesso figli della classe medio-alta, finita l’università, si catapultarono nelle federazioni della DC per un posto di lavoro; uno dei più esagitati che abbia conosciuto, oggi è uno stronzissimo direttore sanitario di una ASL. In quale angolo dei suoi incubi Morucci ha visto moltitudini di giovani sparare nelle piazze? È strabiliante poi, quando scrive che le BR erano in lotta contro uno Stato avulso dalla realtà sociale. Per questo ammazzavano Rossa, Tobagi e Casalegno, sindacalisti e giornalisti? Per questo hanno emulato i mafiosi eliminando, con una macabra messinscena, il povero Peci? D’accordo, chiudiamola qui, ho fatto bene a non leggere i libri di Morucci e non li leggerò mai, ho ben altro d’interessante da leggere.
da Vittorio Grondona – Bologna
Spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio. Pare che sia la ricetta suggerita da un Presidente emerito della Repubblica, nonché senatore a vita. Procurare quindi ad arte qualche piccolo focolaio, meglio se doloroso, che induca il popolo ad implorare la violenza di Stato. Secondo lui questo sarebbe il metodo migliore per sedare con successo le situazioni allarmistiche della protesta studentesca. Spero di avere capito male!