da Paolo Beretta
Stucchi, la differenza tra Legnano e Paternò sta soprattutto in undici centraliniste che hanno fatto questo lavoro da anni, con tanto di corsi di formazione, ed un gruppo di ragazzi che entrano al call center perché a Partenò non c’è nient’altro da fare, senza formazione e pagati da schifo. La delocalizzazione non c’entra una fava: questo è il solito problema di malgoverno, come ha ampiamente dimostrato anche la faccenda del nuovo Ospedale di Legnano. Se poi i soldi risparmiati delocalizzando servono a pagare i nuovi ospedali di qualche “amico” quando i vecchi vanno benissimo, scusa ma un pochino mi girano anche.
di Piergiuseppe Caporale
I dati forniti dal Viminale in occasione della “parata” dell'(allora) opposizione a San Giovanni, denunciarono 700.000 presenze. Se si pensa che il Circo Massimo è tre volte San Giovanni, i conti sono presto fatti. La fotografia citata dal Sig. Gasparini, peraltro, non tiene (e non potrebbe farlo trattandosi di residente non a Roma) conto del fatto che la ripresa è stata fatto dal lato della FAO e, quindi, non inquadra le strade di accesso, soprattutto quella dal Colosseo, da cui sono continuate ad affluire persone anche durante il discorso di Veltroni.
dall’avv. Lina Arena
Vorrei solo dire all’affabile Grondona che le pietre sicule grondano sangue e che hanno perso ogni splendore.Tra avvocati, ingegneri, architetti e decoratori le bellezze dell’isola hanno fatto forfait. Le nostre spiagge e le scogliere sono state rinforzate con basamenti di cemento e l’acume di tanti bei professionisti dell’ambiente si è adoperato per fare in modo che dal suolo pubblico e non privato vengano fuori utili a profusione. Le piazze, come piazza Europa a Catania, i porti , le scogliere e le spiagge sabbiose sono diventate oro colato per tanti venditori di chiodi arrugginiti ( alludo ai venditori di ferro vecchio e nuovo che hanno fatto soldi a palate) per cui il privato cittadino sia esso ricco o povero si trova astretto entro spazi limitati e deve rinunciare a ciò che il demanio gli avrebbe potuto garantire cioè spaziare su pochi metri quadrati in libertà. (…)
da Vittorio Grondona – Bologna
Leggere gli articoli politici di Filippo Facci, inseguitore imperterrito della visibilità ad ogni costo alla Giuliano Ferrara, come quello odierno (http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=301360) sulla manifestazione PD romana di sabato e sulla partecipazione di Di Pietro alla stessa, è come se un becchino qualsiasi mi mettesse in mano il teschio di Yorick costringendomi con la forza a meditare sul niente al funerale della nostra democrazia.
da Alessandro Ceratti
CSF voleva forse fare dell’ironia, ma quando dice che per fare un corte di 2 milioni di persone con file da venti persone l’una ci vuole un corteo lungo 100 km sta dicendo il vero. Parrà strano ma è così, basta fare i conti. E’ che 2 milioni di persone sono qualcosa di inimmaginabile. Due milioni sembra una cifra plausibile solo perché è da decenni che quando si tratta di contare le persone a una manifestazione si gioca a chi le spara più grosse (magari facendo dell’ironia sulle cifre fornite dalla questura). Mezzo milione di persone sono qualcosa di mostruoso (lo sa bene colui al quale è capitato di vederle) ma concretamente possibile. Al Circo Massimo (io non c’ero, mi baso sulle immagini televisive) non c’erano 2 milioni di persone. No, c’era una moltitudine strabocchevole.
da Vincenzo Rocchino, Genova, Antica Repubblica Marinara
La Commissione di Tecnici che avrebbe dovuto decidere se concedere o meno all’ILVA di Taranto l’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia), una carta necessaria per la prosecuzione dell’attività, è stata rimossa dal Ministro Prestigiacomo, che al loro posto ha nominato tecnici di sua fiducia. Il presidente della regione, Vendola, ha deciso di fare da solo: nelle prossime settimane presenterà una legge al consiglio regionale che imporrà all’ILVA, e alle aziende che producono in Puglia, la riduzione delle emissioni inquinanti.
da Gianni Guasto
A giudicare dalla due giorni di reazioni isteriche che ha colpito Berlusca, direi che la persona più convinta che al Circo Massimo fossero una marea, é proprio lui.
da Guglielmo Venturi E quel pirla ero io. Milano, fine del secolo breve. Iincrocio in piazza della Scala Massimo Cacciari in demodé ma elegante loden tirolese che si avvia a passo svelto verso la Feltrinelli di Via Manzoni. Trattengo a stento il tossico istinto da realitty show di bloccarlo ed esprimergli la mia soddisfazione di averlo intercettato e i miei auspici per un suo ruolo chiave nella sinistra del futuro. ” Passano gli anni, ma otto son lunghi” diceva il poeta. Da tempo l’amico del Canal Grande mi disorienta per le sue prese di posizione: ieri ha dichiarato che si dissociava dalla demagogia della manifestazione del Circo Massimo. Mi piacerebbe che l’ ex prof. di Barbara Berlusconi, che in un libro a due mani scritto con Bettin nel 2000 diceva che “politica significa far sapere all’altro che non è solo”mi spiegasse dove , quando e come trovare luoghi di aggregazione, che non sia la piazza, nei quali si possa esprimere democraticamente il dissenso nei confronti del governo del proprio paese. Non attendo, ovviamente, risposta dal sindaco di Venezia.
da Francesco Falvo D’Urso – Lamezia Terme
Gentile Coppola, premesso che, come afferma Morucci, il blog non diventi “un’appendice delle chiacchiere da coda all’ufficio postale”. Premesso che la violenza ammissibile è quella di un popolo che si affranchi da un dittatore come è accaduto qui da noi con il fascismo, la mia domanda resta inevasa: violenza per violenza perché le Br hanno lasciato vivere, e proliferare, il peggio della Democrazia Cristiana con gli esiti che abbiamo, oggi, tutti sotto gli occhi? Il “colpire al cuore lo stato” ha più il sapore, drammaticamente tragico, di un esercizio di stile. Oppure devo pensare alle Br come dei burattini in mano ai servizi segreti? Leggerò qualche libro di Morucci, per arginare un po’ del mio populismo giustizialista.
SATIRA PREVENTIVA di Michele Serra (da Paola Bensi)
La sede Per cominciare, la sede storica è stata giudicata inadeguata da Berlusconi: atterrando nell’angusta piazzetta Cuccia il suo elicottero ha decapitato alcuni passanti. Per allargare la piazzetta si sarebbe dovuta demolire la Scala, ottenendo tra l’altro un notevole risparmio sulle spese culturali. Ma Berlusconi, anche per riuscire simpatico al corpo di ballo femminile, ha optato per un’altra soluzione. È già pronta la nuova sede di Pimpinate Brianza, una villa del Settecento con 90 stanze tutte con caminetto, candelabri anche sul tetto, galline ammaestrate, cuoche africane, giardinieri-robot, cascate di cioccolata, cammelli, quadri di Rubens, tagliaerba con motore Maserati, un tenore a disposizione degli ospiti, tappezzerie di banconote, bidet Jacuzzi, arazzi, uno studio dentistico, querce parlanti, uno sferisterio per giocare a pelota, un’orchestra filarmonica, elefanti indiani, sbandieratori, una pista di go-kart e donne nude ovunque.
Il nome Secondo Berlusconi e la figlia Marina, Mediobanca è troppo anonimo. Sono in ballottaggio Pierbanca, Ultrabanca, Banchissima, Banca della Madonna e MAXIBANK! scritto tutto maiuscolo e con inchiostro fosforescente. Il personale della ex Mediobanca, formato da anziani impiegati in grigio che parlano a bassa voce e da mature segretarie nevrotiche di ottima famiglia, verrà rieducato grazie a un master che comprende diverse materie: pacche sulle spalle, barzellette oscene da raccontare ai clienti stranieri appena entrano in sede, e un corso di autostima che permette di sopravvivere ai crolli di Borsa tenendosi per mano e cantando ‘We are the World’
Gli affari I Berlusconi hanno spiegato che il compito fondamentale della nuova Mediobanca rimane quello statutario: aiutare le aziende italiane a finanziarsi. “Non è colpa nostra”, hanno aggiunto, “se la quasi totalità delle aziende italiane ci appartiene”. I meccanismi del credito, un tempo molto farraginosi, saranno semplificati. Ogni mattina Adriano Galliani, in qualità di tutor della nuova Mediobanca, manderà la sua sesta moglie, la sciantosa creola Abigail Ramirez, a prelevare all’unico sportello della banca d’affari un apposito modulo precompilato, nel quale si ordina a un istituto di credito a caso di consegnare un miliardo di euro al portatore del modulo stesso. Il buono al portatore sarà poi attribuito dalla stessa Ramirez a quella tra le aziende dei Berlusconi che le sembri più bisognosa.