da Valerio Morucci
Dovresti chiarirmi cosa è ‘il contrario’. Io dico che a voler mandare in galera Previti & Co., tanto per riprendere il tuo esempio, si ottiene che loro comunque non ci vanno, mentre la galera, così tanto evocata, rimane appannaggio di tutti i poveri cristi (oltre il 30% tossici e un altro 30% extracomunitari. Al 54% tra i 18 e i 35 anni. Tra le donne il 70% erano disoccupate o in cerca di occupazione, e tra le disoccupate un altro 70% per cento erano operaie. Ripeto ‘operaie’. Operai: razza in via di estinzione anche tramite la galera. Per quanto l’istinto spinge per volere in carcere i criminali prestati alla politica, si dovrebbe essere capaci di ripensare la natura di questo istinto (assai vicino al rituale espiatorio dell’avvio del caprone verso la Genna) e ‘civilizzarlo’; ricordando che il ‘popolo’ accorreva sempre in massa alle esecuzioni pubbliche. La galera, in attesa di trovare modi meno arcaici, dovrebbe contenere soltanto quelli che possono fare del male ad altri esseri umani. Quindi poteva essere giusto che ci avessero rinchiuso i brigatisti o i sequestratori omicidi dei loro ostaggi, per dire. Negli USA condannano chi ha ucciso guidando in stato di ubriachezza a stare per le strade della propria città con un cartello appeso al collo: “Ho ucciso una persona guidando ubriaco”. I politici-criminali – distinzione che separa quelli che ancora l’hanno fatta franca da quelli beccati e sanzionati,(ricordi Nixon Ricky-Tricky, sbeffeggiato meno per quello che aveva fatto che non perchè si era fatto beccare) non potrebbero essere condannati a stazionare sul Montecitorio con un cartello appeso al collo elencante i loro reati?
Sulle misure alternative al carcere sono assolutamente d’accordo (csf)
Caro Claudio, nonostante le tue giacobine frequentazioni, dubito assai che anche tu possa cadere vittima della sindrome forcaiolesca che vorrebbe risolvere con la galera i guai della nostra zoppicante democrazia. Ma, considerata l’insistenza di chi finge di non aver capito che l’illegalità è l’odierna e futura cifra di sopravvivenza della politica, degli affari e di tutta la baracca, potresti rinfrancarti maggiormente nel tuo spirito tollerante, ma non per questo meno salace, ripassando nel mio ultimo libro, “Patrie galere”, quanto sai di carceri. Tanto per rafforzare l’opinione che la galera è meglio non raccomandarla. Non foss’altro perchè, a parlarne troppo e pubblicamente, si rischia di darla per scontata come panacea di tutti i ‘mali’. Dagli imprenditori truffaldini datisi alla politica, ai politici corrotti di per sé, per finire ai rom, ai negri, alle puttane e loro clienti e, un prossimo domani, ai giornalisti rompicoglioni, con votazione bipartisan.
Caro Valerio, hai quasi ragione. Io rimango abbastanza convinto che con la galera non si risolvono i guai della democrazia però non si può nemmeno differenziare quelli che i possono andare e quelli che invece no. Se ci va il tossico (meglio, finché ci va il tossico) ci deve andare anche Previti. Non si parte come sembreresti sostenere tu, da politici corrotti per finire ai rom. E’ il contrario. (csf)
da Claudio Urbani, Roma
Cara Silvia, il suo post è stato un po’ un colpo basso. Ricordandomi il chin8tto – come lo scriveva una nota marca – e il rabarbaro, tutti assocati ad una lontana, mia, gioventù, è stato d’obbligo ricordare il Biancosarti e il “Punto e mes”. Non oso più chiederli, non ci riesco neanche con la gazzosa: si trova ancora ma non vorrei rimaner deluso.
da Gianni Guasto
Il chinotto é una bevanda anni cinquanta, più giovane dell’antichissima “limonina”, premoderna come il grembiulino della Gelmini. Mi pare di aver letto da qualche parte che in tempi recenti fu bevuta da Bossi, durante qualche circostanza “storica”. In una poco incisiva pubblicità di pochi anni or sono, fu reclamizzata come “l’altro modo di bere scuro”, quale improbabile tentativo di insidiare l’imperialismo della Coca-Cola.Viva il chinotto, bibita bipartisan nell’era della dell’inquietante Red Bull.
da Carla Bergamo, S.Paulo
Questa storia delle classi differenziate mi ha fatto sorridere. Ripenso a parecchie mie compagne delle elementari (maschietti e femminucce separatI, all’epoca) che, pur essendo “italiane”, parlavano solamente il friulano. Mi chiedo: qual’è la differenza? D’accordo, se in una classe dieci su venti non parlano l’italiano, forse sarebbe giusto metterci almeno un’insegnante di supporto. In ogni caso, io vivo in una città dove esistono parecchie scuole (private) straniere, dove convivono brasiliani e, appunto, stranieri. Esiste un vantaggio in queste situazioni, ed è una innegabile apertura mentale che offriamo ai nostri figli. Non è sufficiente?
da Bruno Stucchi – Cuggiono
Se vince Obama, dovremo chiamarla Casablanca?
Che Gasparini non possa venire a Roma mi dispiace molto. Sicuramente si priva di conoscere un mondo e un’ aria meno rarefatta dell’Alto Veneto. Sicuramente più umana e con atmosfera che rendono meno astiosi e permalosi e con una cucina che aprono sapori nuovi e sorprendenti. Non darei scontate le incazzature, come si dice quì, te tocca fa’ doppia fatica: prima incazzasse e poi scazzarsi!
da Giorgio Goldoni
Gli italiani si stanno sensibilizzando su alcuni aspetti fondamentalidella loro convivenza con gli immigrati islamici e chiedono sempremaggiore severità nel controllo su:-immigrazione illegale incontrollata prevalentemente islamica,proveniente dal Nord Africa e Medio Oriente;-pressione per introdurre in Italia alcune forme di giustiziaislamica (Sharia);-molte forme di illegalità spesso tollerate, come la poligamia , lemutilazioni genitali femminili;-il tentativo di zittire gli oppositori con la scusa del vilipendioalla religione islamica;-la costruzione di nuove moschee;-propaganda fondamentalista spacciata per culto religioso in moltemoschee o centri islamici;-macellazione crudele degli animali la cui carne finisce nellemacellerie Halal, che non ottempera alle prescrizioni di legge;-la condotta di personale sanitario islamico in termine dicomportamenti e ottemperanza alle condizioni igieniche;-la a volte incomprensibile protezione fornita dai media (giornali eTV) agli islamici, che tendono a zittire gli oppositori.
da Alessandro Ceratti
Per Granata che chiede notizie sulla raccolta di firme per abrogare il lodo Alfano. IDV ha organizzato un banchetto praticamente in ogni comune d’Italia, lo troverete in linea di massima nei week end nella piazza centrale della vostra città, oppure al mercato rionale. Io ho cominciato a raccogliere le firme a Cusano Milanino la settimana scorsa e continueremo a farlo per tutti i week end prossimi. L’attività mi riempie di soddisfazione perché la gente si precipita volontariamente a firmare invece che scansarsi e cambiar lato della strada come di solito accade quando si fanno i banchetti politici. Mentre ancora stiamo montando il gazebo le persone si fermano per chiederci se stiamo raccogliendo le firme e aspettano che abbiamo finito di montare per firmare. Capita che qualcuno che vuole firmare non abbia con sé il documento e che dica che va a casa a prenderlo per poi tornare. E poi torna davvero! Insomma la raccolta di firme procede benissimo, non abbiamo nessun timore di non raggiungere il numero necessario anzi vogliamo strafare e arrivare a un milione per fargliela vedere. In ogni caso: fate il vostro dovere e cercate il banchetto IDV.
da Vittorio Grondona – Bologna
Alla simpatica gentile avvocata Lina Arena voglio dire che lo Stato siamo tutti noi. Sarebbe stata sicuramente un’azione di sinistra se nel caso specifico della crisi finanziaria si fosse pensato di aiutare coi soldi della comunità i risparmiatori gabbati dalle banche… Magari riscattando i loro mutui trasformandoli in crediti statali, tanto per dirne una… Purtroppo abbiamo un governo di destra che usa impropriamente un criterio di sinisra per salvare il capitale del capitalismo da quattro soldi che con la scusa del mercato non esita a rovinare perfino i suoi clienti. Portandogli via la casa, per esempio.