da Rino Olivotti – Auronzo
Ogni tanto, e per fortuna, qui si ride. Ma oggi con Stucchi sulla necessità del prof di avere un Premio Nobel come sospensorio ci si sbellica.
da Vittorio Grondona – Bologna
Il Cavaliere ce l’ha fatta. Governare senza Parlamento era la sua ambizione… PD opposizione per sordi. I suoi emendamenti non sono nemmeno ascoltati… UDC opposizione d’astinenza. Casini forse è in speranzosa attesa di essere richiamato fra le braccia del padrone… E’ la legge dei numeri che fa la dittatura! E’ la legge dei nomi che fa il dittatore!
da Isabella Guarini, Napoli
Caro CSF, mi sembra che l’inno di Mameli sia divenuto l’inno nazionale per legge solo da poco tempo. In realtà non è un bell’inno, sia per il testo che per la musica, per noi italiani che siamo famosi nel mondo per il bel canto. Comunque , qualsiasi sia il riferimento, secondo me dovrebbe scomparire la parola “schiavi” dall’inno nazionale. In democrazia non bisogna sentirsi schiavi di niente e nessuno. Per questo il testo dovrebbe essere aggiornato e reso più comprensibile. Poeti datevi da fare.
da Bruno Stucchi – Cuggiono
Non si hanno più notizie di Rita Levi Montalcini, da quando il suo voto era indispensabile come sospensorio per il governo (beh, insomma!) del Prof.Chi l’ha vista? E’ strano questo calo di popolarità.
da Pier Franco Schiavone
Rocchino, sai cosa è successo a me? Mi sono recato all’INPS per fare rettificare il mio estratto contributivo perché manca un anno e l’impiegato mi ha detto: in questo momento non funziona il computer, faccia così, torni a settembre/ottobre/novembre, tanto, mica deve morire domani!
da Michele Lo Chirco, mattina a Palermo
Finalmente stamattina arrivo all’Inps per consegnare la documentazione per la disoccupazione. Purtroppo gli uffici sono chiusi sia oggi che domani per assemblea sindacale, casualmente negli orari di ricevimento al pubblico: e questo vi pare occidente? Loro hanno il lavoro e protestano, e io e gli altri che siamo senza? A me pare il tramonto dell’occidente! Pochi utenti fuori, ma molto inferociti. Mi sono accontentato di fare qualche foto.
Quando ero giovane, dalle mie parti c’era un salumiere -il migliore del paese- che aveva una moglie di nome Vittoria.Al bancone servivano tutti e due piu’ un commesso, ma spesso capitava che la moglie si trovasse nel retrobottega. Nei momenti di maggior afflusso di clienti, era consuetudine che il salumiere si rivolgesse al commesso e chiedesse rinforzi, ad altissima voce:“Dov’e’ la Vittoria?”. Ecco, io ogni volta che sento l’inno di Mameli, penso sempre al salumiere. Suppongo sia poco patriottico.
da Dan Galvano, Basilea
Ma se il piccolo Bossi jr è una capra, che c’entriamo noi meridionali?
da Gianni Guasto
Bossi mostra il dito all’Inno (che se ne dispiace), dicendo che non vuol essere schiavo di Roma. Chissà se l’ha capito che la schiava di Roma é la vittoria. Già: per capirlo, una tesina su Cattaneo non basta, ci vuole anche un po’ d’analisi logica. Poi passa alle confabulazioni: “meglio /Va’ Pensiero/” (ma qualcuno gli dica ch’è opera risorgimentale, che non dei Padani tratta, ma degli Ebrei in Babilonia); poi ci ripensa: no, meglio il /Piave/. Tremando aspetto domani: /Sul Pajon?/ /A l’era sàbet sera? La Famiglia dei Gobboni/?
da Marco Marchisio – Netro
Lo ha affermato il nostro satrapo di Arcore. Peccato che l’Italia non lo sia più.