da Vincenzo Rocchino, Genova
Caro amico Urbani, la “persona che deve avere dignità” perché “Presidente del Consiglio”, è una specie ancora da venire. Non è la carica che da la dignità: a casa mia sono le persone che la possiedono quelle alle quali viene concessa, assieme alla credibilità, spontaneamente. Ho notato la tua ironia; tengo comunque a ribadire il mio concetto.
da Corrado Vigo – Trecastagni
Caro Lo Chirco, ogni anno trascorro una settimana, a metà giugno, a San Vito Lo Capo, “le Maldive Siciliane”. Una spiaggia spettacolare, un mare dai colori fantastici, un paese delizioso.Non me lo toglie nessuno; a soli 300 km da casa mia, non me lo toglie proprio nessuno.Vi ricordate la pubblicità del Bagno Schiuma Vidal con il cavallo che correva all’impazzata su una spiaggia? Quella pubblicità di circa un trentennio fa? Era girata lì, in quella spiaggia spettacolare.Dovete andarci tutti, almeno una volta nella vita.
da Pino Granata
Belpietro dice che più la Sinistra attacca Berlusconi e più s’indebolisce mentre il cavaliere mascarato si rinforza. Non c’è dubbio che ha ha ragione lui. Io, francamente, mi sono stancato di dire delle cose che presumo serie e mi arrendo all’evidenza. Questo è ormai il il paese dei Matteo Cambi , dei Fabrizio Corona, delle Simona Ventura e delle Gergoraci, della Carfagna e di Saccà etc. Cerchiamo di sopravvivere. Come diceva Eduardo: addà passa a nuttata.
da Carla Bergamo
Anch’io, come molti, penso che buona parte della “sinistra” ha la puzza sotto il naso. A cominciare da Veltroni, passando per Moretti e continuando con D’Alema. Opposizione con educazione? A chi, al Pifferaio Magico e ai suoi lacché che hanno sempre usato il torpiloquio contro i loro oppositori? E questi aristocratici educandi rappresenterebbero ciò che rimane del più grande partito di sinistra d’Italia?
da Vittorio Grondona – Bologna
Mi sembrava di avere scritto la stessa cosa che pensa Schiavone. Avevo infatti reclamato il diritto di ciascuno alle diverse convinzioni. Schiavone la pensa in un modo, S. Guzzanti in modo diverso, Curzio Maltese addirittura in un altro modo ancora. Io analizzo le tre opinioni e decido autonomamente il mio pensiero. Questa è la mia regola. Non sopporterei mai una linea imposta. Lungi da me quindi l’intenzione di imporre proprio la mia agli altri… Non sarebbe proprio nel mio stile. Nel caso specifico avevo creduto opportuno ricordare a Schiavone che definire una battuta satirica di basso livello è, secondo me, molto azzardato. La satira apre gli occhi schizzando fango, non acqua di colonia.
da Rino Olivotti
Non vorrei essere frainteso, Guasto, poichè io ho natali poverissimi, da miseria nera. Ho patito la fame da adolescente, padre in Germania, madre a servizio, per sfamarci,in una famiglia di ” piccolo-borghesi”, appunto. Persone certo. Ma qualche ragione ci sarà se preferisco la “ggente” di Funari.
da Giovanni Pintimalli, Catanzaro
Ci risiamo, viene ancora una volta proposta la separazione delle carriere fra giudici e pm per rimediare alle disfunzioni della giustizia. Bisognerebbe studiare le cause che fanno inceppare la “macchina” partendo da assurde norme di procedura. Purtroppo anche Sartori lo ha proposto con questo esile ragionamento: negli USA la giustizia funziona; negli USA c’è la separazione delle carriere, ergo separando le carriere avremmo in Italia una giustizia efficiente. Facile confutare una così rozza applicazione del principio transitivo. Negli Stati Uniti l’efficienza si riscontra in tutta la macchina dello stato; domandiamoci allora perché la giustizia civile funziona malissimo sebbene in quel campo non ci sia il problema della presunta “commistione” pm/giudice? Le battute sono finite, alla seconda puntata.
Strano, ma si riapre Tangentopoli. Forse Del Turco aveva problemi a far quadrare i conti con l’aumento del prezzo del greggio, e la sua auto è rimasta a secco? Sarà per questo che si sarebbe intascato la tangente? Ahimè non cambia nulla. Cambiano solo le modalità di esazione. Ma oggi più che mai queste tangenti sono davvero scandalose.
Caro Berenovic, se il qualcuno di cui lei parla nella sua lettera è Silvio Berlusconi e se “dire quello che vuole” significa licenza di polemizzare, insultare o, nel migliore dei casi, usare espressioni goliardiche ed eccessive, rispondo che il linguaggio di un comico non può giustificare quello di un uomo politico, soprattutto se è presidente del consiglio. Un leader nazionale è sempre, anche quando non ne è consapevole, un modello. Se un esponente della classe dirigente è volgare , sguaiato, e usa espressioni casermesche, i suoi connazionali si riterranno autorizzati a fare altrettanto. Così Sergio Romano sul Corriere di Domenica. No further comments.
da Claudio Urbani, Roma
Una domanda per l’amico Olivotto: se le risposte semplici e corrette rivelano una persona onesta, vuol dire che le risposte che un “noto politico” usa dare ai giornalisti indicano una persona colpevole? Infatti le risposte di questo “noto politico” immancabilmente sono così contorte ed equivoche che vengono immancabilmente fraintese, al punto tale che sono rettificate entro poche ore. Allora sti’ poveri giudici non sono così rossi e prevenuti, o no?