da IL SECOLO XIX del 21.6.2008:
Se domani una legge dicesse che prima dell’udienza l’imputato va tenuto in ginocchio sul sale non la applicheremmo. Chiederemmo alla Corte Costituzionale di dichiararne l’illegittimità, ma intanto non obbediremmo.Si sta avvicinando il momento, che mai avremmo immaginato, di questa drammatica frattura delle coscienze, dei cittadini, e degli stessi giudici. Fino a che punto si deve prestare obbedienza alla legge? Antico quesito, peraltro sorprendentemente attuale.La norma che sospende i processi per i reati puniti fino a due anni é stata introdotta surrettiziamente nel testo del decreto sulla sicurezza, dopo l’autorizzazione del presidente della Repubblica. Essa viola il principio della separazione dei poteri, quello della ragionevole durata del processo, e quello dell’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.E’ escluso che sia rivolta a disciplinare con indicazioni di massima la “precedenza” tra processi al fine di migliorare il rendimento della giustizia, perché sospende la maggior parte dei procedimenti pendenti e quasi tutti quelli per gli episodi di criminalità che allarmano i cittadini.Non solo, ma la lettera del primo ministro al presidente del Senato nella quale egli insolentisce e dileggia i magistrati di fronte ai quali é imputato, contestuale alla presentazione del decreto in Senato, conferma inequivocabilmente il nesso tra la sospensione generalizzata e la posizione personale di Berlusconi.Nel complesso ci si trova di fronte a una lesione ripetuta e grave delle regole fondamentali della Repubblica. Una sorta di padrone tiene il posto del primo ministro, e piega il Parlamento al proprio volere, e si libera della giustizia nello stesso momento in cui si propone di imbavagliare la stampa impedendole di riportare notizie sulle inchieste pur dopo la cessazione del segreto sulle intercettazioni.Per educazione, consuetudine civile, diritto e dovere personale e, nel mio caso, per lealtà al giuramento di fedeltà alla Costituzione non possiamo obbedire a leggi fatte per elevare al rango di padrone dei concittadini un solo cittadino e la sua corte di servitori.Dunque sta avvicinandosi il tempo in cui dovremo chiederci se obbedire o no alla legge, nel mio stesso tribunale come in tutti gli altri del Paese. Solo pronunciando queste parole, ne tremo, e capisco a quale punto difficile e ormai drammatico siamo arrivati. Non so se darò istruzioni di sospendere i processi piegando la testa all’abuso, non so se potrò obbedire.
di Adriano Sansa (inviato da Gianni Guasto)
Secondo il ministro della Difesa La Russa, riguardo la sentenza del TAR sulla base di Vicenza, dichiara:”i cittadini non parteciperanno al referendum” che “fatto cosi ha valore zero”. Comunque – aggiunge – “non ci faremo imporre le decisioni dalla piazza: il progetto – dice ancora La Russa – e’ stato gia’ modificato dal governo Prodi. Bene, questo si può indicare come esempio di essere fascista. Ma come si concilia, poi, con quanto dichiarato recentemente da Bossi,quando sostiene che è il Popolo che comanda, che deve esprimere la propria volontà con i referendum, e chi governa deve fare quello che il popolo vuole? Questo governo tanto unito sembra proprio più diviso del precedente.
da Claudio Urbani, Roma
“Alcuni si infiltrano nella magistratura per attaccare la democrazia” (Corriere della Sera). Qualcuno, che conosciamo molto bene, si è infilato a Palazzo Chigi per fottere chi vorrebbe processarlo, e vi riesce a meraviglia.
da Vincenzo Rocchino, Genova
Ogni volta che Berlusconi mente in pubblico, ogni volta che alza il tiro per nascondere le proprie meschinità dietro un filo d’erba, assume una mimica involontaria, automatica: gliel’ho rivista stasera, mentre giurava sui figli che avrebbe difeso la democrazia minacciata dai giudici infiltrati. E’ un tendere i muscoli del collo, é l’affondare il mento tra le spalle, é il tirar su la saliva dagli angoli della bocca, come per impedirle di colare. Come qualcuno che tema l’arrivo di uno scappellotto, da dietro, dall’alto, dalla mano di Dio. Ma quel Dio esiste solo nei nostri sogni, pur abitati con ostinazione. Ogni scappellotto temuto alla fine non verrà, anche se il collo continuerà a rabbrividire. Berlusconi lo sa, e, per questo, ingoia l’imbarazzo.
da Gianni Guasto, Bogliasco
Sbaglio, o erano già iniziati i lavori di raddoppio?