da Vittorio Grondona – Bologna
Quello di Marco Travaglio, secondo il concetto di Giuseppe D’Avanzo, non è giornalismo di informazione, ma, “nella peggiore tradizione italiana”, è giornalismo di opinione. In sostanza per il giornalista della Repubblica ricordare la situazione, peraltro già in precedenza abbondantemente divulgata dai media, ma ancora non chiarita definitivamente, in cui probabilmente in tutta buona fede si era trovato coinvolto il neo Presidente del Senato negli anni ’80, è stato come esporre un fatto che nella sua ambiguità non può essere “ragionevolmente” considerato tale. Per capire cosa il giornalista Giuseppe D’Avanzo abbia voluto significare mi ci vorrebbero due teste molto meglio confezionate della mia… Anche il suo esempio della cronaca di una vacanza di Marco Travaglio, puntiglioso e fuori posto se non altro per l’enorme differenza di importanza sociale che esiste fra un giornalista e la seconda carica dello Stato, secondo me lascia il tempo che trova non chiarendo per niente l’originale concetto. (…)
da Alessandro Ceratti
In tanti mi sollecitano su questo tema e purtroppo 500 battute non sono sufficienti per dare una risposta a tutti (anche se ce l’avrei, ne dubitate forse?). Schiavone per esempio mi fa un elenco piuttosto lungo delle fonti di entrata della chiesa cattolica. Giustissimo. Mi concederete, in base a quello stesso elenco, che anche le fonti di spesa per la solidarietà sono altrettanto numerose? Poi, si gratta un po’ e si scopre che pure i magnifici Valdesi fanno pubblicità e anche in percentuale superiore ai Cattolici (chiaramente non in valore assoluto ma se i cattolici sono molto più numerosi e grandi è colpa loro?). Forse allora si può sdoganare questo sistema per raccogliere le offerte? (…)
da Claudio Urbani, Roma
Bene, cioè male, il nano di Arcore con mire quirinalesche, vuole coinvolgere l’opposizione nel suo governare. Ma l’opposizione con cui “colloquia” è quella di Wuolter, ma le altre? Esiste una opposizione di Casini, Di Pietro, una di Storace e una opposizione non rappresentata: quella di sinistra e quella verde che assurdamente non hanno voce in Parlamente, ma che volente o no hanno sono una realtà nel Paese. Poi non esiste anche una opposizione di eletti di italiani all’esero? E la Volkspartei Sud tirolo? Tutti figli di un Dio minore? Speriamo che almeno queste si salvino dal trappolone.
da Andrea Marchesi
Caro Claudio, ho voluto riportare in modo acritico le informazioni trovate in rete. E’ chiaro a chiunque che la Chiesa Cattolica spende (e riceve) in termini assoluti più delle altre confessioni. Avevo scritto solo perchè mi pareva che qualcuno fosse convinto che solo i cattolici si facessero pubblicità (o meglio pubblicizzassero le proprie opere), tutto qua. Un’ultima cosa: paragonare Emergency e la Chiesa mi pare fuori luogo, sono grandezze incommensurabili.
da Pier Franco Schiavone, Milano
CSF, potresti chiedere per favore ad Odifreddi se ha colto il senso di ironia della Madonna di Fatima che deviò la pallottola di Alí Agca, destinata al cuore del papa, proprio… lí?
I comunisti sono scomparsi. Non ce n’è più nessuno in Parlamento. Il centrosinistra ha preso una batosta storica. Meno nove per cento rispetto al centrodestra. Il Campidoglio è stato conquistato da un ex fascista. Per la prima volta da sempre. Vale la pena di andarne a parlare con Nichi Vendola protagonista dell’ultima grande vittoria di un comunista in Italia, quando contro tutte le previsioni, tre anni, fa conquistò la poltrona di governatore delle Puglie, l’uomo che si è candidato alla successione di Bertinotti alla guida di Rifondazione.
Nichi, salverai Rifondazione? Sembra un’impresa impossibile?
«Non è la prima volta che mi trovo ad incarnare il ruolo di chi partecipa a sfide impossibili. Dal punto di vista del rischio non sono turbato. Credo sia giusto adattarsi ad una condizione completamente nuova come quella di un partito schiantato e mettere a disposizione la mia immagine la cui popolarità è molto oltre il recinto di Rifondazione per tentare un operazione che dica: la salvezza del mio partito non è un’operazione di restauro ma è la capacità di riaprire il cantiere dell’innovazione politico culturale».
Continua sul sito
L’essenza di una democrazia è avere un Parlamento con una maggioranza e una opposizione. Ognuno con il suo ruolo e compiti ben precisi. Che senso è una opposizione che governi oppure collabori con la maggioranza? I Paesi dove non esiste questo basilare concetto non sono altro che delle dittature di fatto: Berlusconi, guidando maggioranza e opposizione consenziente instaura un vero e proprio regime di fatto. In tutto questo contesto in fondo Di Pietro rimane l’unica opposizione democratica, grazie ad una lungimiranza catastrofica che ha privato questo paese di una opposizione di sinistra.
da Bruno Stucchi – Cuggiono
Caro CSF, se ti capitasse di passare da Santiago, non mancare di andare a vedere il Botafumeiro, ovvero il più famoso turibolo del mondo.E’ anche il miglior esempio di oscillatore parametrico. Se -come ne sono certo- non sai di cosa si tratta, fattelo spiegare dal tuo amico Odifreddi. Però lui sostiene di essere un matematico, e quindi di fisica spicciola non capisce una beata fava. Prova comunque.
da Renato Proietti, Roma
Qualcuno ha parlato di berlusconizzazione dei mezzi di comunicazione. Credo invece che questi quindici anni abbiano portato a una sorta di berlusconizzazione delle coscienze, nel senso che è stato portato all’eccesso, nonostante la riconosciuta fine sia del fascismo che del comunismo, lo schema di pensiero degli “opposti estremismi” (il fatto che si dica destra-sinistra è del tutto ininfluente). Non si ragiona più su cosa significhi destra e sinistra, l’unico ragionamento che funziona è quello delle oche di Orwell (“quattro zampe buono due zampe cattivo”). Il Demiurgo, lui è al di sopra di tutto questo, può essere in un momento di destra e in un altro di sinistra, perchè a Lui tutto è permesso. Anche di fare un governo (che dovrebbe essere il governo delle Grandi Riforme) che più mediocre, a parte Tremonti, Sacconi e Brunetta, proprio non si può.
da Paolo Cape’ – Milano
Il giornalismo di Travaglio fa sempre discutere. Nelle critiche mosse da D’Avanzo su Repubblica c’è del vero, nel senso che non deve essere presentata come sospetta l’amicizia con un mafioso che in quel momento non si sa ancora essere tale. Lascia però stupefatti l’eccesso di reazioni ad un fatto, la dichiarazione di Travaglio in tv, che poteva dare tranquillamente adito a precisazioni tranquille e serene, invece di tutto il can can che ne è nato.