da Barbara Melotti
Caro Alessandro, hai ragione: i miei ricordi scolastici (molto lontani) mi hanno evidentemente tradito. E’ veramente imperdonabile. Veniale, invece, è credere che nella nostra legislazione la gerarchia dei diritti sia “a favore del neonato e a scapito della neomamma”, come affermi tu. Immagino tu ti riferisca a “neonato” e “neomamma” nel momento, preciso, del parto, in quanto dopo tale momento, non esistendo più conflitto di interessi possibile, ogni discorso sulla gerarchia dei diritti necessariamente decade. Ebbene, caro Alessandro, mi duole assai infliggerti un tale colpo, ma ormai da alcuni decenni (sempre pochi, rispetto alla civiltà del diritto), la gerarchia anche in questo paese, clericale quanto ipocrita, è a favore della “neomamma” rispetto al “neonato”. E infine, volendoti tutto sommato bene, mi guarderò dal prendere sul serio, come tu chiedi, il tuo quesito: se davvero tu non vedessi la differenza fra un bambino e un feto, fra una donna e un feto, sarei davvero preoccupata per te.
Molte delle vostre mail arrivano senza nessuna indicazione nell’oggetto. Queste finiscono direttamente fra le Spam. E scompaiono. Altre arrivano con il titolo del post come oggetto. Queste mi costringono ad un lavoro che potrebbe essere evitato, prendere il titolo e spostarlo nel post. Insomma, per favore, d’ora in poi mettete nell’oggetto della mail semplicemente la frase “PER IL BLOG” e prima del testo del post quello che pensate sia il titolo. Grazie, eternamente grato. (csf)
da Luca Serpieri
La situazione la conosciamo tutti. Io credo che in questa circostanza ci troviamo di fronte alla peggiore delle amministrazioni possibili. La gravità del fenomeno, la responsabilità pluriennale dei politici locali, la mancanza di reali prospettive di soluzione del problema, tutto depone in maniera incontrovertibile contro Bassolino e la sua gang. Essi hanno fatto alla regione che amministrano un danno probabilmente irreversibile. Se il centrosinistra non fosse quel sistema di potere che invece è da ogni parte al suo interno dovrebbero salire delle voci che gridano: DIMISSIONI. Subito.
dall’avv. Lina Arena
In occasione delle festività capita di leggere notizie in merito ai viaggi della felicità nelle isole della Repubblica dominicana. Si odono anche commenti lusinghieri da quanti vanno in Kenia o in madagascar.Tutti raccontano mirabilie. Nessuno però dice di aver visto l’umanità che muore di fame o che vive in condizioni di estremo disagio e povertà.In TV invece capita di vedere dell’africa gli aspetti più tristi e cioè la miseria di intere popolazioni che vagano da un territorio all’altro in cerca di cibo o di acqua. Questa gente in effetti ha un governo, ha una classe di potenti locali che come la Benazir abitano lussuose ville nei paradisi degli emirati arabi; hanno figli che studiano in Inghilterra o negli USA; hanno ville con piscina; hanno le redini dell’alta finanza; hanno financo un partito proprio nella terra di origine.Ma allora chiedo a questi intellettuali- turisti di lusso che vanno e vengono dalle isole dell’atlantico; lo sapete oppur no che i popoli poveri dell’africa nera o del continente asiatico o dell’america latina appartengono, in proprietà, ai signorotti del tipo della Benazir che stanno altrove e che corrono solo quando devono allertare un partito proprio?Magari ci rimettono la pelle come la Butto, tuttavia sono loro i veri responsabili della fame del mondo africano, asiatico o dell’america del sud.Noi corriamo solo a vedere le bellezze dei mari tropicali ma non vediamo che dietro quelle onde anomale si cela il volto di tanta gente che muore di fame.
da Alessandro Ceratti
Benissimo, Barbara Melotti imposta bene il problema affermando che è questione di gerarchie. Io faccio allora questa semplice domanda: perché la gerarchia deve essere a favore della donna e a scapito del feto e invece a favore del neonato e a scapito della neomamma? Perché l’aborto sì e l’infanticidio no? Prego chi volesse rispondermi di prendermi sul serio. Questa non è (solo) una provocazione. E’ una domanda che merita risposta.
Cara Barbara, la corretta grafia do “voilà” è questa. Correggere una correzione è terribile (per la persona corretta). Correggere una correzione e sbagliarsi è quasi imperdonabile. Non farlo più! voilà [vwala], prep. 1. Ecco (là) Fonte: Dizionario Garzanti Francese-Italiano, Italiano-Francese.
da Pier Franco Schiavone
Boh, ho scritto come mi è venuto e il correttore (bastardo!) me l’ha avallato. Questa è la dimostrazioine che gli Italiani citano a sproposito. Non parlo una parola di francese, anche se da bambino, stando oltre un anno in Francia, lo parlavo, poi l’ho dimenticato, ahimé! Però me la cavicchio con l’inglese e parlo bene il Portoghese. Quanto a Carla Bergamo, non intendevo riprenderla, quel midia è stato solo uno spunto per un post ironico. Sono contento che non abbia niente contro i nomi stranieri e strani, nemmeno io, sarei scemo. Semplicemente affibbiare un Christian invece di Cristiano, o Tobias invece di Tobia, mi sembra un po’ patetico; magari i nomi inglesi o francesi tra 100 anni entreranno di diritto nella nostra anagrafe senza nemmeno italianizzarli, come si è fatto per i nomi di origine ebraica o greca, un giorno sarà normale chiamare i figli John o Jasmine. Solo mi chiedo perchè in Inghilterra o in Francia, Inglesi e Francesi non chiamano i loro figli Francesca o Claudia o Fabio. L’unico nome alla moda è Rocco. Quanto alle stranezze, mi risulta che un americano appassionato d’opera, voleva chiamare la figlia Condolcezza, ma sbagliarono all’anagrafe ed è venuta fuori Condoleeza, che poi sarebbe diventata amica di D’Alema.
da Vincenzo Rocchino, Genova
Per Uolter è tempo di darsi una mossa; D’Alema (l’anti Uolter di sempre) incombe e già pensa di “sostituirlo”. Che fosse una matassa difficile da sbrogliare, il “porcellum”, si sapeva. Adesso pare addirittura impossibile. E poi, francamente, se non si risolve PRIMA il conflitto di interesse delle TV di certo cavaliere, è inutile qualsiasi tipo di legge elettorale: la partita sarebbe comunque taroccata. A chi pensa che anche durante le ultime elezioni il conflitto c’era, dico che allora fu determinante il livello di degrado in cui era caduto il Paese; ma la gente dimentica presto…
da Isabella Guarini
Caro CSF, rinuncio a polemizzare sui politici e invio un sos per risolvere l’emergenza dei rifiuti a Napoli. Ho pensato, mentre vedo crescere pericolosamente il cumulo di monnezza nella piazza in cui abito, che, vista l’emergenza, basterebbe invitare la popolazione a non buttare il sacchetto tutti i giorni in istrada quando non viene prelevata. Già se il sacchetto nero venisse buttato un giorno sì e un’altro no, si avrebbe una riduzione del cumulo e dei pericoli. Inoltre, i materiali della differenziata, carta, plastica, vetro, potrebbero essere conservati in casa in attesa di tempi migliori, in quanto non deteriorabili. Purtroppo si pensa a far polemiche e feste, invece di approfittare dell’emergenza per indurre i cittadini ad assumere comportamenti virtuosi.
da Pino Granata
Non sono un sociologo e non vado a Napoli da un paio d’anni. Tutto quello che so su questa città lo apprendo dai giornali e dalla tv. Rispondere a questo interrogativo non è facile, ma se dovessi dar retta ai fatti direi che è più facile che un cammello passi nella cruna di un ago che questa città si riprenda. Non si sa come giudicare la voglia di autodistruzione che i napoletani esprimono in questa grave emergenza. Invece di aiutare a risolvere questa maleodorante crisi, contribuiscono a peggiorarla aggiungendo spazzatura alle montagne di monnezza che ricopre le vie cittadine e della provincia e bruciandola pur sapendo che così facendo si produce quel veleno chiamato diossina. E come giudicare il fenomeno dell’illegalità che ha ormai opposto i napoletani alle forze dell’ordine. I diversi episodi accaduti dei cittadini che scendono nelle strade a difendere i criminali contro le forze dell’ordine la dice tutta sulla situazione. (SEGUE OLTRE LE 500 BATTUTE)