da Alessandro Ceratti
La cara Barbara auspica che io riesca a vedere la differenza tra un bambino e un feto. Ovviamente io noto differenze. Noto differenze anche tra un neonato e un bambino di sei anni. Tra un bambino e un ragazzo, e tra un adulto e un vecchio. Non riesco bene invece ad avere chiaro che cosa accomuna neonato, bambino, adulto, vecchio e li distingue in maniera inequivoca da un feto. Per esempio a me sembra che un neonato assomigli molto di più a un feto che a un vecchio rugoso. Sarò manchevole, ma così, a buon senso, mi verrebbe da pensare che si tratta per tutti i casi di diverse età della vita.
da Gian Paolo De Tomasi
Mi hanno regalato sabato sera degli ottimi biscotti con scaglie di cioccolato di Marks & Spencer. Sono finiti all’istante. Mentre li mangiavo avidamente, ho dato un occhio alla confezione. Erano indicati chiaramente e a prova di deficiente le indicazioni su come smaltire la confezione, pezzo per pezzo: involucro nella plastica, contenitore nella plastica. Sono certo che la perfida Albione obblighi che sia chiaramente indicato anche sugli altri prodotti le modalità di riciclo. Poi guardo i servizi da Napoli, con tutto mischiato nel cassonetto, e mi incazzo. Che ci facciamo noi nell’UE?
da Mario Pellini
Sig. Bruno Stucchi a proposito di dimissioni Lei si ricorda quando Gustavo Selva fece usò di una autoambulanza come un taxi? Ebbene prima disse che si sarebbe dimesso poi uscì da AN ma rimase comunque legato alla poltrona raccontando la frottola, (grossa come una casa) che furono i suoi elettori a dirgli di rimanere.
da Isabella Guarini
A CSF per la Befana, con affetto.
Così va bene: PER IL BLOG nell’oggetto, TITOLO, autore e testo, esattamente come sopra, nel corpo della mail.
da Gigi Forzese
Cioe’: noi siamo qui da giorni a scervellarci su cosa pensera’ l’Avv. Arena di Scapagnini e lei per tutta risposta se ne esce con le isole dell’atlantico e i vacanzieri? Avvocatessa, come sapi canciare discurso lei… nessuno! Su ci dica la sua su questo cataclisma Scapagnini che sta lasciando Catania come dopo un terremoto del 7° grado.
da Vittorio Grondona Bologna
L’aborto è uscito di nuovo dal letargo per opportunità economico/politica del Vaticano e dei suoi accoliti giornalisti/politici che nella loro grossolana propaganda opportunistica vorrebbero farci credere che fra due mali, aborto medico e aborto clandestino, sia migliore il peggiore, cioè quello clandestino. Quando gli argomenti che “tirano”, come le uscite stravaganti del Cavaliere, cominciano a scarseggiare, anche un giornale come “Il Foglio” deve trovare il modo per tirare a campare. Ecco allora che il furbone di turno ha pensato di rispolverare vecchie teorie bigotte che pur essendo per fortuna già da tempo definitivamente sradicate dalla maturità mentale preminente nel nostro Paese, sono purtroppo ancora di facile presa sull’ingenuità popolare rimasta nel profondo dell’intimo di molti cattolici. L’aborto non è mai stato un divertimento per alcuno, donna o uomo che sia. I soliti opportunisti, che fra l’altro non disdegnano di osannare le guerre preventive, fanno finta di non averlo ancora capito portando a giustificazione del loro falso orrore rarissime eccezioni. Nel contempo minacciano i deboli di spirito che osino sgarrare sull’argomento di una sicura condanna divina, anticipando così, d’arbitrio, anche il “Dies irae” del Giudizio universale.
da Silvia Palombi
Nelle case c’e’ un foglio con i giorni in cui la municipalita’ ritira il pattume, un giorno l’umido un giorno carta e cartone un giorno metallo un giorno vetro eccetera. Il tutto deve essere confezionato secondo norme molto precise. Se si sbaglia giorno o tipo di rifiuto scattano multe salate. Avendo fatto casino davanti all’ufficio di Charta, la mia casa editrice, a Tribeca, parlo con cognizione di causa. Come fanno a sapere che quel pattume e’ proprio tuo? Primo, l’americano non fa il furbo andando a piazzare il sacco davanti al portone di altri e poi ‘gli altri’ vigilano e talvolta aiutano la municipalita’ (cioe’ fanno la spia) perche’ ne va dell’incolumita’ e della salute di tutti. E a forza di multe si impara, altroche’ se si impara.
da Carla Bergamo
Eh, no! Non è vero che all’estero non usano nomi stranieri. Persino in Germania stanno andando di moda nomi italiani, tipo Gianna e anche negli Stati Uniti, tipo Leonardo (vedi Di Caprio) e Francesca, o addirittura Allegra. Qui in Brasile imperversano al femminile e al maschile Giovanna, Alessandra, Paola e se gli Italiani mettono nome Christian, qui o in Portogallo mettono Cristiano, anche perché Cristão non sarebbe il massimo. Anche Pietro e Pietra ci sono. Dunque, caro Schiavone, non siamo gli unici esterofili, evviva. Anzi, l’Italia, nonostante le ironie, va molto di moda, attualmente, e non solo nei nomi propri.
da Pino Granata
Le dimissioni della Jervolino e di Bassolino sarebbero completamente inutili e non risolverebbero gli annosi ed irrisolvibili problemi della città partenopea. Per risolvere questi si dovrebbe dimettere la camorra e questo mi sembra un po’ impossibile. Che poi il governatore ed il sindaco siano nothing to write home about è un altro fatto. Ma le dimissioni della Moratti e della giunta milanese non li chiede nessuno? Donna Letizia dovrà(?) rispondere alle accuse contestatele di aver sperperato il pubblico denaro e poi se a Napoli c’è la monnezza a Milano abbiamo il cemento che sta distruggendo la città. La monnezza è asportabile, il cemento è destinato a rimanere ed invito il non imparziale Sig. Serpieri a dare un’occhiata alle migliaia di cantieri edilizi che sorgono ogni giorno nella città ambrosiana. Per non parlare poi dell’ultima ca….. che è quella che i milanesi ricchi e solo quelli possono inquinare.
da Biagio Coppola
Non è da una settimana che lancio i miei strali contro il bubbone della classe politica partenopea su questo blog, quindi quando mettevo al corrente i lettori del malgoverno in Regione e al Comune lo facevo da cittadino cosciente che l’amministrazione si stava impantanando nella cloaca della corruzione. La colpa di quello che accade è solo dei politici incapaci e corrotti e chi li difende lo fa, evidentemente, per tornaconto personale. Il Governatore gia da qualche tempo teme la piazza e cerca di evitarla, pragmaticamente dovrebbe dimettersi sperando nella poca voglia di giustizia che i partenoopei hanno nel loro DNA e che sfocia poi nell’indifferenza verso chi li ha fregati quasi a mo’ di edoardiana pernacchia.