di Alessandro Robecchi (grazie a Paola Bensi)
Il superpoliziotto Gianni De Gennaro, ex capo della polizia – anche a Genova nel 2001 – è giunto a Napoli, dove è stato nominato supercommissario per la lotta ai rifiuti. Il polso e la decisione di De Gennaro non si sono fatti attendere: al Vomero quattro cassonetti della monnezza sono stati presi a manganellate. Incidenti anche nell’hinterland e a Pianura, dove – pericolosamente – agenti antisommossa hanno sparato lacrimogeni ad altezza di sacchetto della monnezza, ferendo gravemente un cassonetto della Caritas e due carcasse di motorini. L’attività degli uomini di De Gennaro è intensa e non conosce soste: soltanto nelle ultime ore almeno settanta sacchetti di plastica della spazzatura sono stati accompagnati in questura per essere interrogati, si dice con metodi non proprio ortodossi.
Nella foto(Diaz-Bolzaneto): un blindato del supercommissariato disperde un assembramento di rifiuti.
da Bruno Stucchi
Grande indisposizione universale a Roma sull’avvocato. Gia’, ci manca, se non altro per completare le marionettedel teatrino: l’Ing, il Cav, il Prof, l’Avv. (Restano libere ancora le posizioni di Rag, Dott e Don) Pero’ perche’ santificare subito un imprenditore (insomma!) specializzato nel distribuire gli utili agli azionisti e rifilare i debiti allo stato?
da Paola Ragone, Roncadelle
Sono d’accordo sulla trasposizione cinematografica di “A piedi”. Purché la mia parte, per breve che sia, venga interpretata da Monica Bellucci.
da Pier Franco Schiavone
Caro CSF, ho appena letto sulla posta di Dagospia che Lehner ti dà del lecchino. Fai una cosa, ricerca la lettera di Lehner a Dagospia di qualche giorno fa in cui se la prende con Togliatti, che avrebbe fatto fucilare i Rabbini (sic) salvo aggiungere che però sono stati i comunisti alla Togliatti (sic), e in cui se la prende con i Patti Lateranensi affermando che sono una sciagura voluta da Togliatti che fece (giuro, ha proprio scritto così) un voltafaccia di culo. La cosa sublime è che lui, Craxiano D.O.C., ha dimenticato che Craxi, che rivide il concordato, introdusse la norma per cui il clero fosse finanziato con una frazione del gettito IRPEF. Basta quello e la tua vendetta sarà terribile. P.S. Perché non hai chiesto a Caracciolo di quella volta che fece pipì nei pressi di Ponte Elio?
da La Stampa del 10-01-2008
In Italia c’era l’Avvocato, c’è il Cavaliere, c’è l’Ingegnere. E c’è anche il Principe. Carlo Caracciolo, principe di Castagneto, duca di Melito. L’uomo che ha fatto grandi L’Espresso e la Repubblica. Qualcuno lo chiama Dottore. Qualcuno Presidente. Il personale di servizio, a casa, lo chiama Don Carlo.
Principe, chi è che la chiama Principe?«Nessuno. Solo i posteggiatori: “Tutto sotto sterzo, Principe”».
Sua moglie Violante la chiamava Rag.«Rag., per ragioniere».
Meglio essere chiamato Principe che Rag.«No, oggi no».
Una volta serviva?«Sì. Per rimorchiare le americane».
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Ipotesi suggestiva, ma io ne ho un’altra più terra terra. Se Carla Bruni non fosse emigrata in Francia, oggi leggeremmo sui giornali: Prodi divorzia dalla signora Flavia; ignoti i motivi della decisione. Nei giorni successivi leggeremmo: chi era la misteriosa bruna che accompagnava il Presidente del Consiglio nella sua quotidiana passeggiata in bici? La brunetta, dall’accattivante silhouette, indossava una tutina rosa ma il volto era coperto da una sciarpa di Hermès. Poi la rivelazione: Prodi e l’ex modella Carla Bruni sorpresi a Gardaland, è vero amore? E infine: il Presidente del Consiglio Prodi ha rivelato: non appeeena avreeemo un po’ di teeempo (pausa) andreeeemo a vivere (pausa) in Piazza Santo Steeefano (pausa) a Boloooogna, davanti (pausa) alla basilica delle 7 chieeese! Sapeste come fa i tortelliiini (pausa) la Carleeetta (pausa) uguaali al suo ombeliiico. È pure spiritooosa, ieri mi ha chiesto (pausa) se ci sono possibilità che Gabriel Garko diventi Presidente del Consiiiglio.
da Carla Bergamo
Vorrei dire al Sig. Minelli che io vivo a San Paolo (per la terza volta nella mia vita) da quasi sei anni. Sono nata in Brasile, pure mio figlio, e mio marito è nato e cresciuto qui. Sono una persona abbastanza informata e attenta. I nomi italiani vengono dati non perché i destinatari sono discendenti di Italiani, ma perché piacciono, così come vengono dati tantissimi nomi inglesi (pur non essendoci stata una colonizzazione inglese). I nomi di attività commerciali cui mi riferivo sono nomi comuni di cosa: “Qualità”, “Giramondo”, “L’Acqua” e via dicendo, indipendentemente dall’essere discendenti di Italiani. Tra l’altro, il grosso dell’immigrazione italiana in Brasile risale a fine ‘800, per cui la maggioranza dei discendenti, di italiano, ormai hanno solo il cognome. Non ho giudicato le varie arti brasiliane, peraltro di ottimo livello a cominciare dalla musica; ho semplicemente affermato che i Brasiliani amano e rispettano le arti italiane, mentre ironizzano su altri aspetti della penisola. That’s all.
da Tiberio Faedi, Brescia
Caro Schiavone ma, con tutto il rispetto per una signora, la Melandri non ci poteva pure rimanere in Kenya? Siamo proprio sicuri sicuri che serve una Melandri a questo paese?
da Alessandro Ceratti
Forse c’entra poco con il problema della spazzatura a Napoli, però ci tengo lo stesso a farvi sapere come vanno le cose nel comune in cui sono amministratore. Da noi la percentuale di raccolta differenziata è del 65%, il costo di gestione del servizio (e relativa bolletta per i cittadini) è fermo da 5 anni e rimarrà fermo per almeno un altro paio d’anni.
da Claudio Urbani
Caro amico Grondona, il suo intervento sugli inceneritori è particolareggiato e con acute osservazioni politiche. Ma nel suo intervento di critica , come spesso accade in interventi su gravi e seri problemi, esiste una costante grave lacuna: quale è la soluzione alternativa proposta e valida per la soluzione del problema?