da Biagio Coppola
Chi mi conosce sa che non sono un giustizialista, non ci sguazzo nell’”affaire Mastella” come Grillo, Travaglio , Di Pietro e compagnia cantante. Il momento è abbastanza drammatico per la politica italiana tutta, il qualunquismo dilaga e l’antipolitica imperversa e la cosca ceppalonica sta dando un contributo notevole allo scollamento definitivo della gente dalle istituzioni. Che scenari si prefigurano? Comunque andrà sarà un insuccesso, per tutti, nessuno escluso! Tutti i politici dovrebbero sentirsi in colpa ed avere il buon senso di effettuare un ricambio vero , non fasullo come il dopo-tangentopoli che fece assurgere a grande salvatore della patria il nano di Arcore! E così anche la seconda repubblica è andata…
da Egidio Morretti
Una volta i papi fondavano Università, lanciavano scomuniche, irrogavano roghi. Erano rappresentanti dell’Onnipotente, mica di un Berlusconi qualunque. Ed ecco, dopo un carismatico polacco, un tedesco che parla come l’equivalente Bavarese di Oliver Hardy. Dice cose giuste, ma deve badare troppo al politically correct. Predica moralità, ma non ha potere di veto su chi decide di fare come gli pare. Non commina “fatwe”, non minaccia sanzioni post-mortem. E’, volente o nolente, un mite. A me Benedetto, quando non pretende di insegnarci cosa fare dei nostri genitali, è simpatico. Bisognava proprio intimargli di tacere?
da Corrado Vigo
Dopo la bufera causata da Mastella, il Governo cadrà? Nemmeno per sogno! Nessuno ha interesse che cada: i giochi per il grande centro non sono ancora chiusi. Così le dimissioni rientreranno, il Governo andrà avanti, gli Italiani continueranno a pensare a Sarkosy o al Grande Fratello, e VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI!
di Marco Travaglio – dal blog di Beppe Grillo
“Caro Beppe,siamo tutti costernati e affranti per quanto sta accadendo al cosiddetto ministro della Giustizia Clemente Mastella e alla sua numerosa famiglia, nonché al suo partito, che poi è la stessa cosa. Costernati, affranti, ma soprattutto increduli per la terribile sorte che sta toccando a tante brave persone. Infatti, oltre alla signora Sandra, presidente del Consiglio regionale della Campania, sono finiti agli arresti il consuocero Carlo Camilleri, già segretario provinciale Udeur; gli assessori regionali campani dell’Udeur Luigi Nocera (Ambiente) e Andrea Abbamonte (Personale); il sindaco di Benevento dell’Udeur, Fausto Pepe, e il capogruppo Udeur alla Regione, Fernando Errico, e il consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro e altri venti amministratori dell’Udeur. In pratica, hanno arrestato l’Udeur (un mese fa era finito ai domiciliari l’unico sottosegretario dell’Udeur, Marco Verzaschi, per lo scandalo delle Asl a Roma, mentre un altro consigliere regionale campano, Angelo Brancaccio, era finito in galera prima dell’estate quando era ancora nei Ds, ma appena uscito di galera era entrato nell’Udeur per meriti penali).
CONTINUA…
da Bruno Stucchi
E se invece di Benedetto XVI alla Sapienza avessero invitato un muftì, un ayatollah, un ulema, un marabù o qualsiasi altro esponente della chiesa maomettana?
da Isabella Guarini
Ehi ehi! Il “conflitto d’interesse” berlusconiano per antonomasia nei partiti di centrosinistra si chiama solidarietà governativa e familiare. Tra moglie e marito non mettere il dito sennò cade il Governo!
da Paola Altrui
Caro Stucchi, se oggi si può parlare di una “vittoria di Benedetto XVI” lo si deve solo alla condizione di asservimento in cui versa l’informazione italiana, prodigatasi nel nobile intento di spacciare la civile e motivata protesta di alcuni esponenti della comunità scientifica per una pretestuosa contestazione ad opera di quattro scalmanati. Attribuire al Pontefice una ricerca di dialogo con il mondo dell’università denota una mancanza di senso della realtà: il dogma dell’infallibilità papale e la non negoziabilità dei valori cattolici precludono difatti quella posizione di sostanziale parità fra gli interlocutori che caratterizza il dibattito scientifico, e che promuove un confronto dialettico nel quale non è possibile invocare il principio di autorità né sottrarsi alla critica o alla confutazione delle proprie tesi. Non a caso, il previsto intervento del Pontefice contemplava lettura di un discorso, risolvendosi pertanto in un monologo privo di contraddittorio. Non posso che concordare con quanti hanno riconosciuto maggiore saggezza al Pontefice nel rinunciare all’invito che al Rettore della Sapienza nel formularlo.
da Massimo Mai
Fino a ieri avrei giurato che il termine “dimissioni” non potesse stare nella stessa frase con la parola “Mastella” senza suscitare in me ilarità per il brillante ossimoro. Mi sbagliavo.
da Carla Bergamo
Mi continuo a chiedere perché hanno eletto un papa tedesco, forse per farci sentire ancora più inadeguati? Infatti abbiamo la garanzia del rimbrotto teutonico a ogni pié sospinto. Come non ci bastasse la stampa estera. Dopo le varie filippiche sulla moralità degli Italiani, eccolo che si rivolge direttamente a Veltroni per bacchettarlo sulla gestione della città eterna, che, per chi non lo sapesse, non appartiene allo stato del Vaticano. Libera chiesa in libero stato, e viceversa. Non sono d’accordo con i cori di scandalo per le contestazioni di professori e studenti de La Sapienza. Io l’ho colto come un segnale per il pastore delle anime cattoliche: basta intromissioni! Qualcuno, prima o poi, lo doveva avvisare. Quanto ai cori degli scandalizzati, mi sembrano episodi tipici di paraculaggio italico; molti di loro probabilmente sono gli stessi che oggi solidarizzano con Mastella.
da Vittorio Grondona – Bologna
Il Rettore dell’Università La Sapienza invita il Papa a fare il discorso inaugurale dell’anno accademico. Alcuni professori non sono d’accordo. Alcuni studenti non sono d’accordo. All’orizzonte si intravede l’eventualità di pesanti inopportune contestazioni. Il Papa decide autonomamente di rinunciare al suo intervento. Cosa c’è di antidemocratico in tutto questo? Nessuno ha impedito con la forza al Papa di esprimere il suo pensiero, che del resto ha occasione di esprimere ogni giorno amplificato a dismisura dai media, ma in questa circostanza è stato lui a convenire, con saggezza di gran lunga superiore a quella di molti nostri politici bla bla bla, che in un tale clima di contestazione a prescindere fosse più etico rinunciare all’invito dell’Università romana. In democrazia succede anche che qualcuno non sia d’accordo col predicatore, ma di solito il disaccordo si esprime successivamente alla predica. Per questo motivo io avrei ascoltato volentieri il discorso del Papa, degno sempre di seria meditazione per chiunque, al di là delle convinzioni religiose personali.