da Bruno Stucchi
Sostiene la CIA che l’Iran non pensa -per ora- alla bomba atomica. Vista la precedente attendibilità della fonte, c’è da preoccuparsi.
da Silvia Palombi
Il sogno americano si sbriciola e forse e’ un bene. ‘Nella valle di Elah’ racconta il fallimento dell’esportazione della democrazia e del pensiero che ha generato questa presunzione suicida; un immenso Tommy Lee Jones, veterano del Vietnam (confronto all’Iraq il Vietnam appare come una guerra combattuta nel rispetto il trattato di Ginevra) ammette con se stesso e col mondo che l’America e’ nella merda fino al collo e da sola non sa uscirne. Mikado Film (distributore), ha trovato grande sintonia tra la pellicola e un nostro libro (Charta) ‘Never coming Home’, foto di funerali di soldati americani morti in Iraq, negate al popolo americano dall’amministrazione Bush, e ci ha coinvolto. Non perdetelo, e’ una richiesta di aiuto internazionale.
di Marco Travaglio (Unità)
Se avesse degli elettori, l’on. Giuseppe Caldarola dovrebbe render loro conto di quel che fa e soprattutto non fa. Invece è un uomo fortunato: non essendo stato eletto da nessuno, ma nominato deputato dal partito grazie al Porcellum, può fare e soprattutto non fare quel che gli pare senza che nessuno gliene chieda ragione. Un po’ come quando dirigeva l’Unità e,non avendo praticamente lettori, poteva scrivere ciò che gli pareva (leggendario il titolo sulla morte di Lady Diana: “Scusaci, principessa”, copyright di Piero Sansonetti): tanto nessuno lo leggeva. Purtroppo la cosa si venne a sapere e nel 2000 il giornale chiuse. Caso tutt’altro che isolato, quello dell’eletto senza elettori e del direttore senza lettori. Prendete Antonio Polito, altro trascinatore di folle. CONTINUA
ALL’UNIVERSITA’ DI TRENTO
in collaborazione con la Casa editrice
Il Margine
Venerdì 7 dicembre 2007 ore 11.00
Aula 8 Facoltà di Lettere – Via S.Croce 65
presenta il libro
DI QUESTA COSA
CHE CHIAMI VITA
Il mondo di Francesco Guccini
di Brunetto Salvarani e Odo Semellini
Interviene, con gli autori:
Francesca Cassio
Docente di Etnomusicologia
Università di Trento
Introduce e coordina:
Michela Mazzoli studentessa universitaria
Con la presenza di Ellade Bandini, storico batterista di Francesco Guccini
L’uomo che non c’è
Presidente, lei è matto?“Chiariamo una cosa. Era “matto” anche Erasmo da Rotterdam. Era “matto” anche Tommaso Moro che tutti credevano che stesse scherzando e per rimanere fedele alla Chiesa cattolica si è fatto tagliare la testa dopo aver raggiunto l’apice del “cursus honorum” di un cittadino inglese dell’epoca”.Rifaccio la domanda e lasciamo perdere Erasmo. lei è matto?“Lafollia è un ingrediente necessario dell’intelligenza. Così come bisogna distinguere tra colti ed eruditi, gli eruditi sono quelli che hanno letto molto, i colti sono quelli che hanno letto e hanno dimenticato quello che hanno letto mantenendone il concetto e soprattutto il senso universale…”Presidente, risponda, lei è matto?“Io sono evoluto. Io soffro e ho sofferto di depressione. Vuole che le faccia un elenco dei grandi depressi della storia? Churchill, Roosevelt, Newton, Kafka, Dostojewsky…”Non sarà matto ma si è certo montato la testa…“La depressione può colpire solo persone molto intelligenti. Allora. Sai come è nata la voce della mia follia quando ero presidente della Repubblica? E’ vero, io facevo cose un po’ strambe. Ma perché le facevo?” Perché le faceva?
Qualche riga in più sul sito delle Interviste
TUTTO, NELLE LIBRERIE
da Pier Franco Schiavone
È stato un breve ma intenso piacere vedere gli ex alleati di Berlusconi sotto gli attacchi del Tartarino. Ma, ahimé, tutte le cose belle finiscono. Fini, accortosi che il suo partito perde acqua come un rubinetto spanato (da AN non è uscita solo la nota Eia Eia Trallallà) e accortosi che con Berlusconi vengono a mancare anche le sue TV, e chissà quant’altro, già ha fatto marcia indietro. Tra breve rientrerà nei ranghi anche Casini, mentre Bossi, che ha un accordo non scritto con Berlusconi per dire le sue cazzate in libertà, non si è mai allontanato.
da Pino Granata
Con una certa puntualità apprendiamo che negli Stati Uniti avvengono storie di ordinarie follia che fanno sì che individui insospettabili ad un certo punto decidono di sopprimere persone innocenti che hanno la sfortuna di trovarsi nel momento sbagliato nel posto sbagliato. Queste stragi avvengono soprattutto negli Stati Uniti e la regolare cadenza con cui accadono non permette che si fa faccia spallucce pensando che tanto gli Stati Uniti sono lontani. Il motivo per cui avvengono queste stragi è materia di sociologi e criminologi, ma noi non possiamo non domandarci perchè questi fatti accadono e perchè ,soprattutto, negli Stati Uniti. C’è qualcosa nel sogno americano che non funziona più.
da Vincenzo Rocchino, Genova
Che sarebbe successo si sapeva da inizio legislatura – iniziata col ricatto – restava da stabilire solo “quando”; e quale momento più favorevole per l’amico nano? La destra si sfascia, bellachioma è costretto a reinventarsi un partito e inseguire gli ex di coalizione che rispondono picche? A sparigliare le carte del gioco sulla nuova situazione politica e ad imporre di forza la propria visibilità, ahimè, è ancora lui, Fausto, mister cachmire, che a questo punto soccorrendo Berlusconi, assume un aspetto vergognoso e indecente, che più vergognoso e indecente non si può.
da Claudio Urbani
Che nesso ci sia tra l’aumento dei prezzi e le liberalizzazioni è tutto da dimostrare. Se aumentare la concorrenza fa aumentare i prezzi, non si spiegherebbe poi come mai i farmaci in terza fascia, vendibili nei grandi centri commerciali, hanno procurato un abbassamento dei prezzi in farmacia e procurato un risparmio ai consumtori, quantificabile in oltre due milioni di €. Poi risparmiare 5€ a ricarica telefonica non mi sembra poco, come dando la disdetta a contratti tipo Sky, non si paga più i mesi sino alla scadenza naturale del contratto. Se poi banche ed assicurazioni si comportano disonestamente si abbia il coraggio di denunciarle. Oppure la ricetta per l’abbassamento dei prezzi la individuiamo nell’abbassamento dell’offerta nel mercato e nelle lobby tipo taxi?
da Egidio Morretti
A me Totò, Macario, Sordi, e, last and least, Boldi, non fanno ridere. Benigni ha un talento comico unico, ma Benigni che legge Dante a me non fa drizzare il cervello, diversamente da Sermonti. Il Dante Benigniano che segue facili satire lombrosiane su Calderoli e battutacce da osteria è meglio della De Filippi, in teoria. Io eviterei l’uno e l’altra.