da Vincenzo Rocchino, Genova
….poteva succedere di ricevere una lettera di questo tono: “Caro Bettino grazie di cuore per quello che hai fatto. So che non è stato facile e che hai dovuto mettere sul tavolo la tua credibilità e la tua autorità. Spero di avere il modo di contraccambiarti. Ho creduto giusto non inserire un riferimento esplicito al tuo nome nei titoli-tv prima della ripresa per non esporti oltre misura. Troveremo insieme al più presto il modo di fare qualcosa di meglio. Ancora grazie, dal profondo del cuore. Con amicizia, tuo Silvio“. E così ebbe inizio la lunga storia ricca di sciagure di questo Paese, per mano di un nanetto che si vanta di essersi fatto da solo.
da Pino Granata
Il NYTimes scrive che l’Italia è un Paese triste ed in declino e che gli Italiani non hanno fiducia nelle istituzioni. Sarei tentato di rispondere al Times che le cose dalle loro parti non vanno meglio che da noi, visto che alle ultime elezioni presidenziali dove si elegge non un presidente qualsiasi ma una specie di monarca assoluto, hanno votato meno del 50% degli aventi diritto al voto. In quanto agli Italiani che non hanno fiducia nelle istituzioni, vorrei dire che anche le istituzioni non hanno fiducia degli Italiani. Noi vogliamo, o vorremmo , tutto dallo Stato ed in compenso non vogliamo dare nulla. Appena ci si tocca nel portafogli facciamo tragedie a non finire ed intanto continuiamo nella nostra opera di rapina e di prendere tutto ciò che è possibile, infischiandocene del futuro. Vorremmo da Prodi o da chi è stato o sarà al suo posto delle cose che neanche l’Onnipotente potrebbe darci. Il pensiero, poi, che dovremmo fare noi qualcosa per il nostro Paese , neanche ci sfiora.
da Isabella Guarini
Sono in ritardo, ma il maglioncino dovrebbe essere giallo come le rose di Bombay.
da Claudio Urbani
Ho appena finito di leggerlo, come si dice, in un fiato. Che dire: grazie di averlo vissuto e di avercelo donato!
da Massimo Mai
Ma Guzzanti è ancora tra noi? Credevo di averlo sentito dire in tv che i cattivi comunisti l’avevano avvelenato con il polonio perchè temevano le rivelazioni della commissione Mitrokhin. A quest’ora il polonio dovrebbe aver fatto effetto. Mi sa che sono più le persone morte dal ridere a sentire i risultati dei lavori della commissione (chissà quanto è costata?) tra i quali c’era che Prodi era un agente segreto del KGB.
da Pier Franco Schiavone
Gli Italiani all’estero, essendo Italiani, devono votare. Sennó che Italiani sono? Non auspichiamo tutti che i figli degli Italiani anche di terza, quarta generazione, vengano in Italia? Perché, se siamo aperti (chi è aperto) all’arrivo di stranieri in Italia, dovremmo essere chiusi verso i nostri connazionali all’estero? E se auspichiamo che i figli dei nostri emigrati vengano a scoprire le loro radici e magari si fermino, perché non dovrebbero trovare un Paese come anche loro vorrebbero che fosse? E poi, infine, di cosa si ha paura, ci sciacquiamo la bocca con la parola democrazia e temiamo che un certo numero di parlamentari dall’estero ci destabilizzino? Pensiamo che le tante Carla Bergamo che vivono all’estero abbiano meno senso dello Stato di chi in Italia vota magari per la Lega? Ho tanti parenti all’estero, emigrati per necessità negli anni ‘50/60, molti vorrebbero tornare, amano profondamente l’Italia (che non li ricambia), spesso hanno qui una casa, perché non dovrebbero votare? Scusa Paola Altrui, cosa c’entra la storia del condominio, non ti capisco.
da Santi Urso
La supplico di ricordare al gentile consesso che: il muro di Berlino non c’e’ piu’, la lotta di classe e’, al momento, un comma nella dialettica tra le maggiori religioni monoteistiche, Feltri e’ l’unico direttore-genio di quotidiani (nei periodici c’e’ Sandro Mayer). Cio’ posto, speremo (per dirla con Nereo Rocco) che l’Unita’ abbia vita lunga. Colgo l’occasione per ricordare che senza il centro non si va da nessuna parte: eppercio’, anche se Lei ha creato Adamo senza ombelico, La prego di unirsi a me nel peana a quella deliziosa cicatrice. cordialita’ ombelicali anche da Maxidia, che in tempi lontani diffondeva l’Unita’ in via delle Leghe a Milano (la domenica) e all’ingresso della Torre Nord del Palazzo Mondadori (giorni feriali) nella brughiera di Segrate.
da Alberto Arienti
La satira può attaccare la religione ma la religione non può censurare la satira. Ho finalmente scoperto cosa è più tabù oggi. I nostri comici ormai sono diventati degli invasati della verità, sacerdoti di una nuova religione che prevedere fulmini e saette su chi li critica. Occorre qualcuno che faccia satira sulla satira, facendo scendere qualcuno di nuovo a terra.
Leggendo Guzzanti si rimane sconcertati, rileggendolo lo si è sempre di più. Promettere finanziamenti per campagna elettorale non è reato, ma farlo durante la legislatura ad un appartenente all’altro schieramento per indurlo a cambiare è lecito. Ma quello che più sconcerta è il tentativo di Guzzanti di abolire nel Codice Penale la parola “tentato”. Se si raccomanda ma non si è assunti, se si promette aiuti finanziari ma non si realizzano non conta nulla. Si deve dedurre che una “tentata” rapina, un “tentato” ricatto, un “tentato” omicidio ecc. non sono più reati e punibili se non vanno a buon (si fa per dire) fine?
da Carla Bergamo
Ma se io, poniamo, ho un appartamento in quel condominio, anche se lo occupo per due mesi l’anno, avrò diritto o no di dire la mia sull’amministratore? Inoltre, chi mi dice che chi ci abita sempre abbia più perspicacia nello scegliere quello giusto? Metafore a parte, guarda caso, sembra che nelle ultime elezioni il centro-sinistra abbia vinto grazie ai voti degli Italiani all’estero. O no?