da Pino Granata
Ma chi ha detto che il crimine non paga, si è chiesto the king of blogs. Appena uscita dalla galera, se così si può chiamare la stanza con tutti i confort che ha occupato per 23 giorni, Paris Hilton è stata accolta da folle trionfanti e contratti per milioni di dollari. E’ diventata un’eroina nazionale, insomma. Stessa cosa per Fabrizio Corona che ha ammesso senza reticenza e pudore alcuno che il fatto di essere perseguitato dal talebano Woodcock lo sta rendendo più ricco di quello che è ed inoltre gli sta aprendo la strada della politica. Ed è a questo punto che un ragazzo giovane e pieno di aspettative come Claudio Sabelli Fioretti, ha deciso che seguirà la strada indicata dai due maestri. Tremiamo al pensiero di quello che si inventerà per passare qualche giorno nelle patrie galere. Stai attento Claudio, giovane e carino come sei, in quei posti, potresti essere al centro di attenzione che proprio non gradisci… Ma Parigi val bene una messa…
da Paolo Beretta
De Franco, si fidi, personalmente so benissimo cosa siano gli OGM e le biotecnologie. Il problema non è nella mutazione genetica, presente in natura da sempre, ma sulle competenze di chi la fa. Mi permette di avere più di un dubbio sulle capacità di genetisti della moderna industria biotech? Ammesso e non concesso (come diceva Totò) che sia anche gente eccezionalmente in gamba, perfino Gesù Cristo, una volta in vita sua, ha sbagliato. Ragione vorrebbe che prima di mettere in vendita una pianta mutata se ne verificasse la non pericolosità. Ragione sì, bilancio no, e nel biotech vince sempre quest’ultimo. Oltretutto, poi, Madre Natura non produce figlie sterili, come fa invece l’industria biotech per potersi mantenere il cliente da un anno all’altro. L’avvocata, as usual, non ha capito una benedetta cippa. D’altro canto, da lei me lo aspettavo.
da Isabella Guarini
Caro CSF, ho appena visto in tv Tony Blair lasciare, dopo dieci, anni la famosa dimora da primo ministro. Appena due ore dopo la casa è stata occupata dal nuovo primo ministro, nominato dalla Regina. Ora mi chiedo se non si stia consumando in Italia una sorta di transfert, nel senso che si pompa un nuovo premier con l’invenzione del partito democratico, perché s’intende sostituire quello eletto, con finte primarie tra soci. Poi si dirà: ma anche nella civile e democratica Inghilterra si fa così. Bìndolo!
da Bruno Stucchi
In principio c’era il Programma dell’Unione, un volumazzo di diecine di pagine, da interpretare come le Centurie di Nostradamus. Poi ci fu il bigino in soli dodici punti (ricordate?). Poi ci fu il riassunto del bigino in soli cinque punti. Adesso arriva WV e gli bastano quattro punti. Se continua cosi’ la sutura non sara’ necessaria.
da Corrado Vigo, Trecastagni
Ho letto l’interessante, ed accalorato, post dell’avv. Lina Arena. La questione degli OGM non può essere liquidata in poche righe, ed in poche battute. Ci sono diversi motivi, ed anche assai buoni, per accettarli di buon grado. Ma ce ne sono tanti altri per non accettarli. Mi limito, per adesso, a dire che da parte degli agricoltori gli OGM sono benvenuti, e non solo perchè le varietà, i colni, così generati possono risolvere annose questioni, ma possono anche dare ai consumatori prodotti migliori. Faccio un esempio per tutti: se un tipo di frumento OGM riesce a crescere con una minore quantità di acqua, ed al contempo riesce a produrre di più, non solo fa risparmiare all’agricoltore acqua, ma gli fa spuntare un reddito appena superiore; e ciò senza considerare l’effetto benefico della riduzione dei consumi idrici, tal quali, e quelli energetici per l’emunigimento dell’acqua.Se poi a questa varietà di frumento OGM si aggiunge anche la resistenza ad alcuni parassiti animali o vegetali (funchi, ecc.), allora non è solo l’agricoltore che ne beneficia risparmiando sui trattamenti, ma il consumatore a mangiare più sano. Quello che ho fatto è solo un esempio positivo. Se la cosa interessa, e se la discussione da parte di tutti vuol e continuarsi, ne farò (per par condicio) uno negativo, e poi tiriamo le somme.
da Gianni Guasto
Perché continuare ostinatamente a pensare al problema del pensionamento in modo uguale per tutti? Ci sono lavori usuranti, stressanti, dannosi alla salute o pericolosi, da cui é bene andarsene quanto prima, per non rischiare il cancro o un incidente sul lavoro. Ma siamo sicuri che andare in pensione sia sempre e comunque nell’interesse del lavoratore? Non è forse vero che, allungandosi la speranza di vita, bisognerebbe anche mantenersi produttivi, per non far decadere la vitalità, o per non ammalarsi di depressione? Non sarebbe giusto che chi fa lavori non usuranti e stimolanti sul piano intellettuale andasse in pensione più tardi per permettere agli altri di andarci prima? O per caso l’idea che il lavoro possa anche far star bene e mantenere giovani, é un tabù di cui non si può parlare?
da Valeria Manzin, Parigi
E’ vero, Ceratti, la tecnologia odierna potrebbe permettere una produzione di OGM che non presentano alcuna differenza con le colture ottenute dalla selezione umana (ma non è questo il caso di Monsanto & Co). Semplicemente la selezione si fa più rapidamente e in modo più mirato. La demonizzazione degli OGM puo’ essere anch’essa dannosa: il rifiuto di utilizzare la soja transgenica americana per l’alimentazione bovina ha portato l’Europa ad impiegare le farine animali, con le conseguenze che conosciamo.
da Vittorio Grondona – Bologna
Da ragazzino, quando arrivava l’estate mi parcheggiavano in campagna presso alcuni parenti, contadini delle pie tenute del Santuario di San Luca. Allora era di moda spronare anche i bambini col fatidico “chi non lavora non mangia”. E così, seppure non mi piacesse nemmeno un poco, dovevo aiutare a lavorare i campi. Unico fatto positivo era la raccolta della frutta direttamente dall’albero nell’avvicinarsi del giorno di mercato. Ne mangiavo tantissima, fin quasi a stare male. Ma era buona!… Buonissima… Dove saranno mai finiti quegli antichi sapori? La frutta oggi costa un’esagerazione e per contro è quasi impossibile distinguere le pesche dalle albicocche. Tanto per dire. Ogni frutto ha un sapore sconosciuto e variabile. Tutte le volte dobbiamo cercare di indovinare cosa sia quel coso colorato che stiamo coraggiosamente mangiando.
Grazie a Flavio Bisson e Vittorio Grondona per le interessanti precisazioni, che conoscevo solo parzialmente.
Sono a tiratura limitatissima (100 in tutto), ma ne abbiamo ancora un po’ (taglie S – M – L – XL). Solo bianche. L’autentico, il vero, il grande “mai più senza” di questa estate. Per aggiudicarvele, scrivete qui.