da Gianni Guasto
Casalini, se non ho ancora risposto finora ai tuoi appelli sul’Uccello del Mattino o della Domenica (ma hai valutato bene leconseguenze della scelta di un titolo siffatto?), al quale mi invitia partecipare con espressioni di apprezzamento (che contraccambiosinceramente), é perché mi sono perso qualcosa, non riuscendo aleggere sempre e completamente tutto il blog. Mi fai una spiega?
da Alessandro Ceratti
Primo, non è che io non mi degno di risponderti.E’ che CSF non mi ha pubblicato. Che ci vuoi fare. Solo per farti capire che non sono scortese.
Stremato dalla febbre di Giorgio e dalla chiacchiera di Giovanni, siamo bloccati alla Colombarina, agriturismo di Meldola, alle falde degli Appennini. Che sarà di noi? Ci sentiamo come Messner bloccato sull’Hillary Step. Penultimo giorno. Ultimo giorno
da Primo Casalini, Monza
Sono convinto della praticabilità e dei vantaggi per tutti della mia proposta de “L’uccello del mattino”, che ha raccolto molti silenzi e qualche sfogo. Né ritengo di essere un velleitario: “Stile libero”, “I Bei Momenti”, “Farfalle nella rete”, “Abbracci e pop corn” lo attestano per chi non ci credesse. Se a una cosa credo, finisco per farla. Non solo, ma rilancio. Sarebbe bello che alcuni scelti Autori pubblicassero la domenica (giorno di minori visite), brani di venti righe legati da un fil rouge settimana per settimana. Ad esempio (ma non sono i soli): la qualità raccontata da Leonforte, Guasto che ci parla del suo lavoro con serietà ironica e autoironica, Santi Urso che racconta la vita di Riassunto Anagramma (o viceversa), il mare di Silvia Palombi, un “che c’è da sapere sulle donne” di Muin Masri. Io mi candido a raccontarvi i quadri della mia vita, con immagini all’altezza. Csf scriverebbe di tutto, esclusi i pennaioli e le camminate (abbiamo già dato). Perché no?
da Giampaolo Osele
Caro Claudio, ho parlato oggi con Sandra, la veterinaria di Bologna cheha visitato i piedi con le stigmate di Giorgio.Quando ha saputo che un’altra veterinaria di Milano ha protestato chiedendosi che cos’ haSandra più di lei per avere l’onore di visitare i piedi di Giorgio mi ha detto le testuali parole:” intanto io sarò certamente più fica e poi ho anche visitato e curato il cagnolino di Luca diMontezemolo, vuoi che non possa curare un vagabondo come Giorgio Lauro?”
da Sara
Pensando alla vostra marcia, dopo il nostro incontro a Faenza, mi è venutoin mente un libro che lessi all’università (uso non a caso il passatoremoto) in lingua originale, “Der Spaziergang”, (La passeggiata), del 1917.L’autore è Robert Walser, grande camminatore, andò dalla Svizzera a Berlino a piedi, nei suoi libri protagonista è sempre il vagabondo ch ama camminare e guardare il mondo con stupore. Probabilmente lo conoscete. Del libro non ricordo molto, il fatto poi di averlo letto in tedesco sicuramente non agevolò la comprensione. Ricordo però che mi piaceva questa idea del vagabondare con entusiasmo. Un particolare inquietante è la biografia del Walser : madre pazza, un fratello schizofrenico, uno morto suicida, una sorella forse sana di mente ma comunque lavorava in una clinica psichiatrica. Dove anche lui fu poi alla fine ricoverato.Morì, indovinate ? …dopo aver camminato nella campagna ricoperta di neve.Che ne dite?Ho fatto qualche ricerca anche su Dancing Paradise, è del 1982, 3 puntatesulla Rai. Protagonista Gianni Cavina, ma i personaggi che incontra nellacampagna bolognese sono tanti, uno più bizzarro dell’altro. In quel periodoPupi Avati era nella fase dei film nostalgici, c’è anche il famoso “Gitascolastica” che racconta di una gita scolastica a piedi da Bologna aFirenze, dei ragazzi del Liceo Galvani. Anche lì, tanti incontri strani,atmosfera surreale.Bè, la vostra camminata mi sta appassionando sempre più.Vi saluto, cari Claudio e Giorgio, coraggio che la temperatura dovrebbecalare (di poco), e non dimenticate di segnalare l’eventuale avvistamento nei giardini delle ville che incontrate nel cammino dei draghetti bronzei secenteschi rubati dalla fontana della piazza principale di Faenza.
Ragazzi……è vero che noi italiani siamo tutti mammoni.38 di febbre, con il caldo e la fatica, sono NULLA per un giornalista come te una non-notizia posso capire se avesse 41.un consiglio sincero, buttate il termometro e ricordate che la febbre con tutte le malattie è come l’inflazione: più se ne parla più cresce. buona camminata, sono con voi
GIORGIO LAURO E’ DEBOLUCCIOAlla fine di una normalissima tappa di trasferimento di soli 33 km sotto il sole e con salita finale strappacuore Giorgio Lauro ha scoperto di avere 38 di febbre. Siamo in uno splendido agriturismo sulle colline di Meldola e decidiamo di fermarci un giorno a festeggiare il superamento virtuale della metà del percorso e dare la possibilità al debole fisico del giovane Lauro di riprendersi. Mi rilasso anche io e prometto che la tappa di ieri sarà online entro stasera. Tappa Faenza-Meldola, percorsa in compagnia di due pazzi, il commercialista Guglielmo e il pensionato Giovanni. Uno che non parla mai e uno che non sta mai zitto. Uno di estrema destra e uno di estrema sinistra. Auello di destar gli fa schifo Berlusconi, a quello di sinistra gli fa schifo il partito democratico. Vi dico solo che ho ascoltato sul finale un sibilo proveniente dall’anima febbricitante di Giorgio. “Io lo uccido”. Che avrà voluto dire? (csf)
ALL’ALBA SIAM PARTITI
Ieri sera siamo andati a letto dopo aver fatto il pieno di buoni propositi. “Domani sveglia alle sette, partenza alle otto”, sentenzio io. Giorgio ricorda che deve spedire ancora tutte le fotografie a Barbara, la donna senza la quale questa nostra lunga marcetta sarebbe nota solo a noi due e a qualche parente. CONTINUA
IL MOMENTO DELLE GRANDI DECISIONIC’è una frase che Giorgio, campione mondiale di umorismo molesto, mi dice ogni volta che arriviamo esausti nell’albergo la sera. Dice: “Facciamoci una doccia e andiamo a fare due passi in paese”. Io ci casco sempre e lo guardo come si guarda un pazzo pericoloso. CONTINUA…