da Bruno Stucchi
VW: Veltoni Walter. Chi mi spiega, in un numero finito di parole, il VW-pensiero?
di Massimo Fini – Libero, 31 maggio 2007
Vorrei essere un talebano, avere valori fortissimi che santificano il sacrificio della vita, propria e altrui. Vorrei essere, per lo stesso motivo, un kamikaze islamico. Vorrei essere un afgano, un iracheno, un ceceno che si batte per la libertà del proprio Paese dall’occupante, arrogante e stupido. Avrei voluto essere un bolscevico, un fascista, un nazista che credeva in quello che faceva. O un ebreo che, nel lager, lottava con tutte le sue forze interiori per rimanere un uomo. Vorrei far parte dei “boat people” che vengono ad approdare e spesso a morire sulle nostre coste. Perché sono spinti almeno da una speranza.Vorrei essere e vorrei essere stato tutto, tranne quello che sono e sono stato per 60 anni e passa: un uomo che ha vissuto nella democrazia italiana. Senza la possibilità di emozioni collettive, di valori forti. Di un vero atto di coraggio, trascinando l’esistenza in mezzo alle viltà, agli opportunismi, ai trasformismi, alle meschinerie, ai cinismi, ai sofismi, in una società che ha perso ogni dignità, ogni codice di lealtà e onore, spietata e feroce senza essere virile, con gli occhi sempre pronti a riempirsi di lacrime ma che ha dimenticato la misericordia. Si parla molto, di questi tempi, di «crisi della politica». Ma non è questo. Non è questo. È la disperazione di vivere in una società senza grandezza, dove gli obiettivi sono cambiare l’automobile, comprare l’ultimo cellulare, tenere lucida la casa, trovare la «propria regolarità» con “Activia” e dove le donne hanno perso il loro fiore più falso e più bello che un tempo si chiamava pudore. Una mediocrità quotidiana fatta di pin, di cin, di carte di credito, di bancomat, in cui domina la figura dell’imprenditore, cioè del mercante, che in tutte le culture e in tutti in tempi, prima dell’avvento della Modernità e della Democrazia, era posto all’ultimo gradino della scala sociale, sotto quello degli schiavi, perché gli uomini, finché son rimasti tali, hanno sempre considerato il massimo del disonore scambiare per guadagno. Il tutto scandito dal rumore di fondo, incessante, inesorabile, della tv e delle sue voci: dei Bongiorno, dei Baudo, dei Bonolis, delle Ventura, dei Chiambretti, dei Costanzo, dei Vespa, dei Santoro, dei Ferrara, dei Mentana, dei Gabibbo, dei buffoni, dei paraculi e delle troie. Una società del fracasso che non conosce più i valori del silenzio e del controllo di sé e applaude anche ai suoi morti.Quando avverto in me e fuori di me, in un mondo ormai più virtuale che reale, questi vuoti abissali, sono colto da vertigine. E vorrei essere un talebano, un kamikaze, un afgano, un “boat people”, un affamato del Darfur, un ebreo torturato dai suoi aguzzini, un bolscevico, un fascista, un nazista. Perché più dell’orrore mi fa orrore il nulla.
da Paolo Beretta
Caro Ceratti, la differenza tra il granturco evoluto dei Maya e quello evoluto della Monsanto è che sul primo ci ha lavorato Madre Natura, sul secondo della gente che ha come primo obiettivo il guadagno. Se permette, di Madre Natura mi fido: non ha secondi fini e lavora con la genetica da alcuni milioni di anni, quindi è decisamente qualificata. Della Monsanto invece mi fido molto meno, dato che lavora con la genetica solo da alcuni anni (ovvero come dare una pistola carica ad un bambino), ma soprattutto per il fatto che non solo l’azienda biotech ha secondi fini, ma anche i suoi primi fini non collimano col mio concetto di salute.
da Dan Galvano, Basilea
Montezemolo attacca i sindacati. E dice che difende anche i fannulloni. Come non si puo’ essere d’accordo. Basta guardare una delle ultime puntate di Report o leggere uno a caso tra i tanti articoli di Stella per rendersene conto. In Svizzera i sindacati non promuovono scioperi. Persone adulte, laureate e presumibilmente colte, qua si domandano come mai da noi si fanno scioperi. Dura rispondergli. In realtà è dura anche credere come mai delle persone preparate facciano domande del genere. Ma tant’è. Facile invece capire perchè qua praticamente non esistono conflitti sociali. Il paese funziona. E’ scontato infatti che il paragone tra cioccolata e mandolino non è mai equo, per tante e ovvie ragioni. Pero’ tutto questo mi porta a delle considerazioni. Tutti gli italiani all’estero che ho conosciuto non sono fannulloni. Tutta gente seria che fa il proprio lavoro e crede in quello che fa. Ora la domanda: non sono fannulloni perchè all’estero guadagnano – forse – di piu’? Perchè sono piu’ responsabili di quelli che restano in Italia? (ma dubito). Forse perchè il sistema locale non lo tollera? (mentre a volte quello italiano si’). Forse perchè nessun sindacato si sognerebbe mai di difendere i nullafacenti?
da Vittorio Grondona – Bologna
Eh no, caro Bruno Stucchi! L’Olivetti ha fatto più di una divisumma. Nella foto, la “A” è quella che ha in mente lei, mentre la “B” è quella che ho in testa io. A parte gli scherzi leggendo il secondo post ho finalmente capito quello che aveva inteso dire col primo. Abbia pazienza, non può pretendere la luna da un ex studente notturno!
da Giulio Bulgarelli, Correggio
Adesso Veltroni potrebbe porre delle condizioni, per accettare. Più avanti, non saprei. Come vorrei che fossero queste: via Marini, via De Mita, via D’Alema, via Fassino, via i collusi gli indagati i condannati, e questi sono solo i primi che mi vengono in mente. Mi iscriverei di corsa. Sennò tenetevelo voi il PD, che il massaggio cardiaco glielo faccia un altro.
da Silvia Palombi
Perché nessuno dice niente a Guasto? E’ vero Ceratti mi ha scortato fino al portone e ha aspettato che entrassi, come si conviene a un uomo bene educato (è rompiscatole ma educato) che accompagna una signora. Non eravamo soli però, quella santa donna di sua moglie non ci ha tolto gli occhi di dosso neanche un attimo e alla fine sul portone ci siamo baciati tutti con promiscuità di guance davvero impressionante.Invece Muin adorato grazie di avermi preso nel comitato organizzatore, se il paesello al mare affare fatto e cucino per tutti. Però no mare no Palombi… ehm che vedo adesso essere un’affermazione pleonastica, essendo il palombo un pesce. Vabbè abbiate pazienza.
da Isabella Guarini
Caro Muin, la tua idea di una due giorni di volontariato in un piccolo Comune è un’idea in sintonia con la difesa della maggioranza dei Comuni italiani, che si trovano sparsi sulle Alpi e, ancor di più, lungo la dorsale appenninica. Antichi insediamenti in cui è concentrata tutta la nostra storia e cultura, a rischio di scomparsa, tant’è che in Parlamento è stata proposta una legge per la loro salvaguardia. Ti ringrazio per avermi considerata nel gruppo organizzativo, ma ti vorrei ricordare che vivere qui, nella metropoli partenopea,è già un lavoro socialmente utile. Non chiedo una medaglia o una lapide come l’avv. Lina Arena per il libruccio, ma quasi!
da Alberto Arienti
Avrei giurato che Ceratti fosse pro OGM, nel suo inguaribile ottimismo e ci dice pure che il grano radioattivo non ha mia fatto male a nessuno! A parte che oggi meno mangi e meglio stai, visto quello che trovi nei cibi, a me il buon Ceratti ricorda sempre di più Carlcarlo Pravettoni.