da Rocco Ciolfi, Arce
Dunque si riparte con una ” coalizione coesa” e “slancio rinnovato”. Caricando a bordo quel Follini che neanche due anni fa era vice premier di Berlusconi (e da lui sfanculato perché voleva contendergli la leadership). Facendo carta straccia dei Dico (letto Andreotti e Pannella?) e immolando la legge sul conflitto di interessi (con eventuale riordino del sistema televisivo) sull’altare di accordi che puzzano di zolfo. Confidando, per il rifinanziamento della missione in Afghanistan, sul voto della CdL (vedi Fassino ieri dalla Annunziata). Con D’Alema (si, si, D’Alema; quello del “governo a casa senza la sua maggioranza”) ancora abbullonato alla sua poltrona da ministro. Scusate ma devo correre in bagno; sto per dare di stomaco (continua…).
da Pier Franco Schiavone
Il post di Gilioli conferma la mia idea sul Superbamba. Nel mondo del giornalismo VIP ci sono troppe persone sopravvalutate. Somigliano a quei medici con cui non c’è verso di spostare la conversazione su qualcosa che non sia la lesione del glande. Molti giornalisti sono convinti, apoditticamente, di essere detentori di verità. Ci sono quelli che, per definizione, sono grandi ma non si capisce perché. Sposini, oltre ad aver detto di aver fatto vendere più polli durante il periodo della follia aviaria e che, dalla TV, della TV non gliene frega niente, ha detto che Mentana è il più bravo di tutti; dunque, per quanto riguarda la TV, Piroso, Lerner, Santoro, Gabanelli sono meno bravi di Mentana, a meno che, per bravo, non s’intenda chi si districa meglio in Mediaset. Montanelli era un eccellente cronista, un maestro della scrittura, ma come politologo lasciava a desiderare. Disse che Berlusconi doveva governare il Paese, così gli Italiani lo avrebbero conosciuto e cacciato, ma Berlusca è sempre lí. (…)
da Alessandro Ceratti
L’articolo di Galimberti che ci ha proposto CSF mi fa sprizzare fuoco e fiamme. Pur con la consueta maestria che lo contraddistingue Galimberti accumula in breve spazio una serie di idee e principi intollerabili. In primo luogo, visto che è lui a tirare in ballo i nazisti gli rispondo con lo stesso argomento: per fortuna si può eventualmente far ricorso alla “Dittatura della coscienza” (espressione che disapprovo al massimo grado) diversamente agli ordini si ubbidisce. Poi, di certo la politica non è testimonianza, ma non è neppure mediazione. Politica è agire per il bene pubblico. Ma questa semplice frase presuppone la conoscenza dello stesso. Non si agisce per rispondere alle domande della società, anche perché queste richieste potrebbero essere sbagliate. Esempio? Semplice. In una Germania antisemita era giusto secondo Galimberti che i politici approvassero le leggi razziali. Il tema dei medici obbiettori di coscienza è affrontato poi addirittura con nequizia. Chi obbietta non è chi ipocritamente distoglie lo sguardo e non si fa carico di alcuna responsabilità collettiva ma invece chi, trovandosi a vivere in una società che consente quello che ai suoi occhi è un crimine, chiede almeno di non doverne essere parte attiva.
da Vittorio Grondona – Bologna
Il meglio dell’amministrazione pubblica degli ultimi venti anni visto da CSF è davvero sconvolgente. Sarebbe gradito in proposito un approfondimento. Io penso invece che politicamente siano stati nove mesi disastrosi che sinceramente non mi sarei mai aspettato specialmente dopo l’esperienza negativa della precedente legislatura 1996/2001. Non mi dilungo troppo, perciò passo subito ad una banalissima considerazione. Vinto per il rotto della cuffia il duello con il Cavaliere, Prodi e tutta la sua aggregazione di riciclati politici, dovevano rendersi conto di avere una maggioranza legata ad un filo debolissimo, perciò le principali cose da farsi subito erano quella di ampliare il consenso popolare e di cambiare alcune leggi ignobili del Governo Berlusconi. Non l’hanno fatto. Anzi hanno fatto il contrario, tartassando in concreto, forse involontariamente (?), proprio quelli che non arrivano alla fine del mese. La governabilità garantita dall’osseranza obbligatoria di dodici comandamenti politici non è certo il massimo della democrazia.
da Piergiuseppe Caporale
Ho visto il nostro subcomandante l’altra sera: devo dire che ogni domenica cerco di vedere Piroso (che invidio – professionalmente – e stimo come uno dei migliori giornalisti sulla piazza oggi). La puntata in questione, al contrario di trasmissioni del genere, non mi ha infuso il solito senso di angoscia e di assoluta ineluttabilità, bensì mi ha fatto sperare che, forse, c’è ancora qualcosa da fare. L’anno sabbatico deve fare bene al nostro subcomandante: mai visto così disteso, compiacente, solare. In ogni caso volevo anche associarmi alla sua risposta del 25 u.s. a Giovanna Rosa: anch’io sono della stessa idea. Soprattutto dell’ultima!
da Marco Foraggi
Caro Sabelli, a questo punto però le chiederei di essere più specifico: cosa la porta a dire che in questo breve lasso di tempo il governo Prodi abbia rappresentato il meglio dell’amministrazione pubblica degli ultimi venti anni? E’ una domanda sincera la mia. Proprio non capisco: a me è sembrato che la qualità del gruppo dirigente nel suo complesso non fosse molto elevata (non superiore ai precendenti), che non siano state prese decisioni davvero rilevanti, come minimo per mancanza di tempo (non mi si citino le liberalizzazioni, che quelle serie erano ancora da affrontare), è stata prodotta una finanziaria contorta e poco comprensibile. Lo stesso Prodi, non mi sembra abbia lo standing e il curriculum di un grande statista. Meglio di Berlusconi? Ammetto che è difficile dire di no, ma davvero l’Italia non poteva produrre nulla di più?
da Simone Boi
A volte me lo chiedo. La teorica data ultima dell’aborto è tre mesi, i famosi tre mesi del feto. So e vi dico per certo che esiste una eccezzione che diventa la regola, ovvero la incompatibilità psicologica della madre. Delle ragazze che conosco ne hanno usufruito, e vi assicuro che non erano pazze. Queste hanno abortito dei feti di più di tre mesi. Quello che mi chiedo è che senso ha dibattere fino allo sfinimento, quando la realtà è un’altra. La verità, penso, è che le questioni di coscienza non siano universali. La semplice coscienza non c’entra perchè diventa una questione sterile rispetto alla realtà dei fatti.
da Pino Granata
Sono sempre stato favorevole ai TAV e continuo ad esserlo. Credo però che prima di andare avanti con questo progetto, sia necessario mettere le mani sulle ferrovie siciliane. Non è pensabile che in Sicilia si possa andare avanti con treni che impiegano 12 ore per fare 200Km. Realizzare i TAV prima di rendere umana la rete ferroviaria siciliana, sarebbe una grave offesa per i Siciliani e dimostrerebbe che all’Italia ed agli Italiani della Sicilia non frega niente.
Ringrazio caldamente e faccio i miei più sinceri complimenti a Federica Pirrone. La sua sì che una risposta! Ci sarebbe ancora da discutere: ma allora quando diavolo inizia ‘sta vita individuale? Forse, malgrado quello che ci riferisce Pirrone, continua a rimanere più “logico” iniziare con la formazione dello zigote.Comunque qua la faccenda diventa davvero una questione da specialisti. Di nuovo complimenti alla signora Pirrone che addito ad esempio di tutti gli altri bloggisti
da Giorgio Guiotto, Torino
Sabato è successo, dopo sei minuti, dico sei eravamo 21 a 0 con tre intercetti, dico tre; che mi frega di Prodi, che mi frega del Prodi bis: abbiamo vinto in Scozia, abbiamo vinto in Scozia!