da Pier Franco Schiavone
È del tutto evidente che, ci piaccia o no, se Berlusconi avesse voluto, forse si sarebbe tornati a votare. Invece no, perché? Alcuni dicono che la CDL non è pronta a causa dei problemi irrisolti con Casini. La mia teoria invece è che si tornerà a votare nella primavera del 2009, dopo cioè che saranno passati i due anni e mezzo utili per far maturare la pensione ai parlamentari. Qualunquismo? Sarà, ma mi chiedo se non sia il caso d’iniziare una battaglia popolare per eliminare quest’assurdo privilegio. Sarebbe sufficiente che, dato l’alto compito cui è chiamato il Parlamentare, gli anni spesi in Parlamento valessero, per esempio, il doppio e tutto sarebbe risolto. Partiamo con un’iniziativa popolare?
da Andrea Rinaldi, Milano
Il Governo è caduto, ma domani risorgerà più saldo e coeso: in una settimana ha del miracoloso! Leggendo il blog, però, si resta altrettanto stupiti. Ma come è possibile, mi chiedo mentre scorro i post, che gli elettori di centrosinistra si accorgano solo ora che quella che hanno votato era una armata brancaleone unita solo ed unicamente dall’antiberlusconismo e niente più? Ma come non rendersi conto che Rutelli e Mastella non hanno nulla da condividere con Pdci & co.? Poi, tra gli altri, leggo quello di Schiavone (per altro, uno dei blogghisti che leggo più volentieri) il quale lamenta che il Governo si è dimenticato la legge sul conflitto d’interessi! Mi scusi, Schiavone, ma con tutti i gravissimi problemi del Paese, secondo lei il Governo avrebbe dovuto occuparsi nei primi 8 mesi del conflitto di interessi?! Ma, forse, proprio questa è la cesura tra elettorato e partiti del centrosx: morte a Berlusconi, il resto poi. Ha ragione lei, non li voti più.
da Oreste Tappi, Roma
Schiavone, mi fa piacere saperti fan del Merisi. Anch’io. Però aggiungo: 1) che sia nato a Milano invece che a Caravaggio non mi pare faccia gran differenza; quel che conta è che è diventato grande (in entrambi i sensi) a Roma, dove c’è infatti la maggior concentrazione delle sue opere ; 2) è Bilancia, e quando veniva colto in flagrante adulterio non piagnucolava affatto, come afferma falsamente delle Bilance l’astrologo amico di csf, ma metteva mano al pugnale! PS Destino delle città dei grandi pittori: anche il Perugino è nato invece a Città della Pieve.
da Isabella Guarini
Caro CSF, l’articolo di Galimberti sulla dittatura della coscienza è contraddittorio, nel senso che la coscienza, per definizione, è riferibile alla sfera individuale, mentre la dittatura a quella collettiva, per la sua natura politica. Liberarsi con l’aborto, delle colpe di una mancata politica di assistenza ai poveri e di educazione dei giovani, equivale alla dittatura della incoscienza collettiva.
da Alberto Arienti
Il vero problema di coscienza di un politico è quello di non tradire i propri elettori. Questo obiettivo deve fare i conti con la lealtà verso la coalizione cui si appartiene e il margine di manovra che un buon politico dovrebbe avere. I principi dovrebbero essere solo una bussola per la navigazione. Se si fan prevalere questi ultimi, si rischia di non fare più politica ma solo testimonianza politica. Questo problema è aggravato dal fatto che senza preferenze elettorali, il vero referente del politico sembra diventare la segreteria di partito.
da Barbara Melotti
Grande Crozza, ieri sera a Ballarò: “D’Alema ha la simpatia di Gastone e la fortuna di Paperino”.
da Tiberio Faedi, Brescia
Caro Claudio, potrò sembrarti un pericoloso moralista, ma si respira una brutta aria. Senatori che vengono insultati e picchiati perchè seguono la propria coscienza. Un ex vice presidente del consiglio (mica un sottosegretario x…) che passa alla parte avversa. Maggioranze che vivono sulla pelle di, rispettabilissimi per carità, anziani signori. E tutto questo per lo spauracchio Berlusconi. E’ proprio questo il punto: che dopo tredici anni il problema è ancora Berlusconi. Va bene, viviamo pure nell’impossibilità di essere un paese decente.
da Mario Strada
Il 22.02.2007 lo psicologo Piero Paolocchi ha presentato un suo libro “Il fattore I”, sulla stupidità umana, a Le Storie, una trasmissione di Rai3, curata e condotta da Augias. Tra le cause dell’imbecillita’ lo studioso enumera: madri troppo protettive, famiglie benestanti che garantiscono il futuro professionale dei figli, ambienti iperprotettivi dove e’ impossibile trovare ed introdurre della sana competizione per il raggiungimento degli obbiettivi, l’assenza di giuste punizioni per comportamenti sbagliati. Leonforte da Roma puo’ forse trovare un qualche riferimento alla sua esperienza ministeriale. Per riflettere anche sul comportamento della Dirigente che, invece di dirigere l’ufficio, a bassa voce dice “E’ tutta colpa dei sindacati”. Tanto, lo stipendio e’ garantito. A tutti. Per chi volesse rivedere la puntata…
da Marco Foraggi
Quando si parla di aborto la discussione finisce sempre allo stesso modo: i cattolici da una parte, i sostenitori dei diritti di autodeterminazione della donna dall’altra, e poi ci si perde in mille ipotesi scientifiche sulla natura di individuo degli embrioni. A me pare però che il punto vero sia l’impossibilità filosofica di definire in modo oggettivo il momento in cui inizia l’individuo, se non con la fecondazione. Qualsiasi altro criterio può essere ragionevole, di buon senso, ma sempre discutibile. Io non voglio con questo esprimere certezze che non ho. Anzi, è proprio il dubbio il mio punto di vista. E nel dubbio, anche remoto, di avere a che fare con un essere umano, da laico quale sono, mi verrebbe da dire che devo proteggerlo. Mi rendo conto però che questa è “solo” teoria.
Ho la sensazione che la discussione su quando inizia la vita sia una di quelle senza sbocco. Districarsi in una discussione che coinvolge, contemporaneamente, filosofia, antropologia, scienza e fede su un blog, seppure intelligente come il nostro, è operazione velleitaria assai. Ritengo (prosaicamente, lo ammetto) che se sulla punta di uno spillo una massa di cellule si trova come un pallone su un campo di calcio, convincermi che quella è vita sarà durissima ma comprendo anche chi pensa che quelle cellule abbiano ricevuto il soffio divino. Vorrei solo che da quest’ultima convinzione non derivassero idee proibizionistiche e anatemi, perché alla fine chi ne fa le spese è il malato che spera nella ricerca per curare la sua malattia genetica o la coppia che spera nella procreazione assistita, perché anche la sterilità è una malattia. Oggi molte coppie malate sono costrette ad andare in Spagna, nel Paese che fu culla dell’Inquisizione, per realizzare un sogno. Io, da Italiano, mi vergogno.