da Leonardo Poggi
Premesso che ritengo la verità ufficiale su Piazza Alimonda tutto fuorché verità, mi spiace contraddire Freda ma l’estintore NON fu lanciato dai carabinieri addosso a Carlo Giuliani, né Giuliani se lo era portato appresso. Nel DVD “Quale verità per piazza Alimonda” (forse tuttora in vendita con Liberazione e comunque scaricabile qui http://www.piazzacarlogiuliani.org/carlo/iter/veritadvd.php -i nquietante e consigliatissimo) si vede benissimo che fu un altro manifestante a tirarlo contro il defender, dal quale spuntò un piede che lo fece rimbalzare via. E così come la foto indicata da Freda può dunque trarre in inganno, direi che non si capisce come si fa a dire che l’altra foto mostra che qualcuno stava occultando un taglierino sul corpo di Giuliani: da quella foto non si capisce proprio niente.
da Oreste Tappi, Roma
Che palle, Grondona: obtorto collo, non optorto. Ma per es. “loro malgrado” no eh?!
Salva-Previti: sembra ieri / 1
“Un provvedimento scandaloso, che dimezza i tempi di prescrizione per usura, mafia, corruzione. Per dare una scappatoia a un deputato di FI vicino al premier, si rimetteranno mafiosi e usurai in libertà” (Francesco Rutelli, Margherita, 15 dicembre 2004).
“Il lodo Schifani, la salva Previti e tutte le leggi ad personam fatte per salvare i suoi soci e amici le avete votate come un sol uomo, avete sfasciato la giustizia a vostro uso fino a quest’ ultima legge che abolisce l’appello del pm (la Pecorella, ndr) che Ciampi ha rinviato alle Camere!” (Francesco Rutelli a Silvio Berlusconi, Matrix, Canale5, 20 gennaio 2006).
“Con quello che sta succedendo con Bancopoli, saremmo dei pazzi a fare un’amnistia per i reati finanziari” (Giuseppe Fanfani, Margherita, la Repubblica, 16 dicembre 2006).
“Se non lasciamo nel testo la possibilità di far beneficiare dell’indulto anche Cesare Previti, Forza Italia non voterà con noi questo provvedimento. E vorrei ricordare a tutti che il quorum per farlo passare è di due terzi” (Pierluigi Mantini, Margherita-Ulivo, Ansa, 20 luglio 2006).
Salva-Previti: sembra ieri/2
“Cercano di salvare Previti con un’altra norma ad personam”. (Massimo D’Alema, la Repubblica, 1 novembre 2005).
“Purtroppo alcune norme, quando le avremo abolite, avranno fatto effetto: chiuderemo le stalle quando i buoi saranno scappati, perché molte leggi sono legate a scadenze precise”. (Massimo D’Alema, a proposito delle varie norme salva-Previti, la Repubblica, 20 ottobre 2005).
“Una volta al governo, faremo subito un provvedimento per sospendere gli effetti delle leggi ad personam e dopo le riscriveremo”. (Piero Fassino, La Repubblica, 29 ottobre 2005).
“La Cirielli è una legge a fini privati. E’ stato compiuto un altro grave strappo istituzionale, è stata approvata un’altra legge ad personam che stravolge il funzionamento della giustizia”. (Piero Fassino, la Repubblica, 11 novembre 2005).
“Una Camera a gettone decide secondo gli interessi penali e criminali di questo o quell’esponente della maggioranza”. (Luciano Violante, 15 dicembre 2004).
“La salva-Previti è una porcata”. (Anna Finocchiaro, 14 dicembre 2004).
“Ci avevano dato dei matti quando avevamo parlato di scambio, e lo scambio eccolo qua: la salva-Previti”. (Gavino Angius, Ds, 5 luglio 2005).
“Se non lasciamo nel testo la possibilità di far beneficiare dell’indulto anche Cesare Previti, Forza Italia non voterà con noi questo provvedimento. E vorrei ricordare a tutti che il quorum per farlo passare è di due terzi”. (Pierluigi Mantini, Margherita-Ulivo, Ansa, 20 luglio 2006).
da Virgilio Mancini
A prescindere dal punto di vista con il quale si guardano gli eventi del Medio Oriente, credo che sia abbastanza evidente che Israele stia commettendo dei crimini di guerra. Tra le azioni più deplorevoli c’è sicuramente l’uso di “scudi umani” da parte dei militari israeliani nella Striscia di Gaza, come riporta la BBC. Nessuno nega il diritto di Israele a difendersi, ma qui si sta davvero esagerando. Mi auguro che nel vertice di oggi si parli anche di questo.
da Vittorio Grondona – Bologna
Anch’io avrei delle considerazioni personali sui fatti di Genova del 2001, ma non sono riuscito ad esprimerle nella maniera giusta e quindi è molto meglio che se ne stiano nel cestino di CSF. Provo invece a dire come la penso dell’indulto “Mastella”, Di primo acchito mi era venuta la tentazione di definirlo una colossale schifezza, poi mi sono reso amaramente conto che è invece ancora più scifoso il comportamento di chi dell’Unione lo giustifica dicendo che se non si salvano i corrotti, i corruttori, gli evasori, i falsificatori di bilancio ed i predatori della buona fede della gente, di tanta gente, Forza Italia non vota a favore. E quindi secondo loro, optorto collo, si rende necessario accettare il ricatto… Meno male che questa volta non hanno detto “gli italiani capiranno…”. In sostanza per questi pseudo politici autovotati l’unico modo possibile per svuotare in parte le carceri dai poveri cristi che hanno rubato al massimo dei mandarini e renderle finalmente idonee alla funzione di riabilitazione che devono svolgere, è quello di ridurre la pena anche a chi, per esempio, ha rovinato milioni di famiglie saccheggiando senza pudore i loro sudati risparmi. (…)
da Vincenzo Rocchino, Genova
La commissione Giustizia ha partorito uno dei peggiori provvedimenti di clemenza. Il punto di maggior rilievo riguarda i reati esclusi dal provvedimento: reati economici e delitti contro la pubblica amministrazione (i detenuti per tali reati sono pochissimi e la loro esclusione dal provvedimento non avrebbe inciso significativamente sulla sua efficacia) e perciò viene a mancare l’unica vera ragione che ne giustifichi l’approvazione: rendere meno affollata la popolazione carceraria. Invece i più rilevanti, impegnativi e costosi processi penali in corso, con riferimento a fenomeni di grandissima criminalità economica (Parmalat); aggiotaggio (furbetti del quartierino); (falso in bilancio Berlusconi); che si stanno, o che starebbero per celebrare davanti al Tribunale di Milano, rischiano di risultare svuotati prima di arrivare a sentenza: tre anni di reclusione condonati, per un certo numero di imputati, potrebbe trattarsi dell’intera pena (salviamo Previti). Le giustificazioni dei politici che si sono affannati a spiegare che per approvare l’indulto è necessaria la maggioranza dei due terzi dei parlamentari, nasconde in realtà un’altra verità: seppure in modo vergognoso, che più vergognoso non si può, questo è un vero e proprio colpo di spugna. Tutto quello che avrebbe voluto fare il governo Berlusconi, sarà fatto dal governo Prodi? Se così è, come pare ormai quasi certo, non resta che levare una prece per Bertinotti e un gesto di affettuosa (e sincera) solidarietà a Freda. Per tutti noi sono cazzi amari.
da Toni Capuozzo
Caro Claudio, mi ero collegato per cogliere i vostri umori sul medioriente, trovo invece lettere e risposte (di cui ti ringrazio) che mi riguardino. Come mai ero lì, in piazza Alimonda ? Avevo trovato riparo dai lacrimogeni in un androne, in cui c’era molta gente. Trovai anche Farina ( sempre apprezzato la sua scrittura, ma mi divideva da lui il giudizio sulle guerre balcaniche. Mi sorprese, piacevolmente, che uno che ritenevo culo di pietra fosse lì). Mi chiese di seguirmi, nessun problema, ci allontanavamo dagli scontri. Alla prima strada a destra riprendemmo un gruppetto di manifestanti mascherati. Ci insultarono, dicendo che avremmo dovuto riprendere come venivano uccisi, e indicavano la piazza. Pensai a un’esagerazione, e non era così. Perchè non mi picchiarono ? Forse perchè avevo la telecamera accesa, forse perchè mi riconobbero, forse perchè giunsi tardi. Intervenni in difesa di Paone – mio vecchio amico- ma anche in questo caso troppo tardi. Lo accompagnai dentro l’ambulanza, e telefonai a un numero che mi passò – credo la sua agenzia- per avvertirli. Credo che Paone avesse fotografato il corpo esanime da vicino. Quando giunsi io c’era un cordone che lo impediva, e riprendemmo comunque, con la telecamera a terra, da dietro l’ambulanza, un tentativo di massaggio cardiaco. Poi corsi a montare il materiale, senza usare le immagini del corpo (ancora non si sapeva chi fosse, se la famiglia fosse stata avvertita). Il TG5 di Enrico Mentana, quella sera, fu il primo a dare la notizia spiegando cosa era successo, e mostrando l’immagine della pistola puntata da dentro il Defender. Da cronista, se non ci fosse stato un ragazzo morto e un altro con la vita rovinata, direi che capitai in quella piazza per un colpo di fortuna. E se non fosse successo ciò che successe direi che tutto quel giorno mi sembrò una cronaca folle, annunciata, inesorabile e ridicola di ruoli e di parti, una guerra caricaturale, rispetto a quelle vere. Resto ancora convinto che fosse più grave quello che avvenne nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto. Ma quelle sono convinzioni, le circostanze per cui vengo chiamato in causa sono quelle che ti ho detto.
da Muin Masri
La morte per mano del mistero, prematura, ritardata o puntuale che sia, rimane un percorso naturale. Invece, la morte per mano dell´uomo è un incubo perché non muore solo il corpo, ma anche l´anima rimane uccisa là dentro. L´angelo della morte davanti ad un simile crimine non rimane con le mani in mano: deve ritornare dal suo Signore con il debito dell´uomo. Se non trova viva l´anima del defunto, non essendo un avvoltoio e non delegando mai ad altri il suo incarico, va alla ricerca di quella dell´assassino: lo segue ovunque come la sua ombra, lo corteggia anche nel sonno finché non ottiene indietro il dono che ha rubato. Il vecchio ci raccontava questa fiaba ogni volta che vedeva i nostri occhi pieni d´odio.
Alessandro Robecchi su Il Manifesto – da Paola Bensi
Di tutte le metafore, le espressioni ad effetto e i linguaggi figurati che abbondano, suggerirei di premiare quella che Fedele Confalonieri usa per descrivere ciò che starebbe subendo il suo gruppo: «Una piazzale Loreto a rate». Divertente (diteci quando scade l’ultima rata, però, perché non è che con ‘sto caldo possiamo andare a piazzale Loreto tutti i giorni). Non è la prima volta che si usa questa metafora per parlare degli affarucci di Silvio, anche se qualche stupore permane. Che la metafora la usino i fedelissimi di Silvio, insomma, induce a pensare che nemmeno loro abbiano gran stima del capo: non fu una scena edificante, d’accordo, ma anche chi finì appeso non era certo un bell’esempio, e comunque giustizia fu fatta, dio sa quanto ce n’era bisogno. Resta da dire delle rate. Qui il discorso si fa più difficile, si deve quantificare. Già si è detto (Rangeri, su queste colonne) dei soldi che ci è costata l’incompatibilità di Meocci: potrebbe essere una prima rata, cambiale che scade e che Silvio dovrebbe onorare in contanti. Un’altra rata potrebbe essere quella dei tanti soldini che tutti gli italiani hanno sganciato per permettere ad alcuni italiani di comprare il decoder del digitale terrestre, luminosa idea che faceva finanziare a tutti gli affari di pochi (un classico, e caliamo qui un velo pietoso sul fatto che i decoder li vendeva pure il fratello di Silvio). Ora un’altra rata, ben più onerosa, la reclama l’Europa, dicendo quel che dicevano tutti e di più, cioè che la Gasparri (la legge) faceva schifo e compassione, che va rifatta,magari con l’accortezza di stare un po’ attenti alle posizioni dominanti, cioè a non arricchire i già ricchissimi. Un’altra rata in scadenza pare esser quella della Bossi-Fini (ricordate? due soci di Silvio…), legge fatta apposta per non regolarizzare il lavoro immigrato, che così può restare «nero», ricattabile, e sfuggire al versamento di contributi. Grazie alla regolarizzazione dei 350 mila immigrati esclusi da Silvio (e accettati ora da Prodi), dovrebbe entrare in cassa qualcosa come un miliardo e mezzo di euro. Si mettesse in conto anche questa rata, incassando il totale di anni e anni di una pessima legge, duole dirlo, Silvio e le sue Petacci dovrebbero recarsi comunque a piazzale Loreto per il saldo, sì. Ma dovrebbero andarci in tram, se ancora gli resta un euro per il biglietto.
da Claudio Urbani, Roma
Trovo interessante quanto scritto da Marco Travaglio in questo articolo sul sito di Repubblica.