da Pier Franco Schiavone
Guasto, mi meraviglio, pensi davvero che sia sciovinista? (caso mai revanchista). Quando si vince un mondiale di calcio, dopo un quarto di secolo, bisogna gioire, scherzare, coglionare. Il bello del calcio, dal punto di vista del tifoso, è prendere in giro l’avversario (senza bastonarsi). Quando avevo 5 anni, morì trentenne il cognato di mio padre e ci trasferimmo tutti in Francia per circa due anni nel villaggio di Avril non lontano da Metz, per aiutare la zia,. Imparai il francese e la Francia mi rimase nel cuore con la sua cioccolata in scatola di alluminio, il profumo dei cavoli cotti, la puttana grassa Pierette che abitava vicino casa nostra, Lelè col suo guscio vuoto di lumaca perennemente tra le mani, le filastrocche, la celebrazione di Saint Nicolas, il medico con la faccia alla Fernandel che mi dava pizzicotti terrificanti e la zia col suo francese maccheronico (Francó, tu vuó le pomme de terre fritt?). Come potrei odiare la Francia in cui torno spesso (peró Roma rimane infinitamente meglio di Parigi, e ridiciamolo!).
da Paola Altrui, Roma
E no Calì, le parole di Cossiga non si possono condividere: sono la riproposizione, sul piano giudiziario, del famigerato “O con Bush, o con Saddam”. Lasciamo perdere i fraterni rapporti già instaurati dall’ex-Presidente della Repubblica con i servizi segreti, da Gladio in giù; ma che si insultino e quindi si denuncino i magistrati che stanno indagando su fatti gravissimi come il rapimento in terra italiana di un cittadino straniero, con la complicità o quantomeno l’avallo dei nostri servizi segreti (e quindi di apparati governativi), costituisce a mio parere un atto di intimidazione e delegittimazione senza precedenti. Siamo ormai il Paese nel quale un Cossiga o un Calderoli qualsiasi, senza neanche spogliarsi della propria veste istituzionale e anzi facendosi scudo di essa, si reputa esente da regole, vincoli, divieti: è questa, non l’indagine dei PM Pomarici e Spataro, la vera emergenza democratica.
da Domizia Di Giallorenzo, Pescara
Secondo me se il Ministro dello Sport (leggi Calcio perchè per l’italiano, quello è Lo Sport) fosse un maschio gli avreste perdonato anche di peggio, pur nel peggio che si è visto. O no?Quanto alle esternazioni dell’ex-premier, da che pulpito, uno che sull’immaginario calcistico nazionale ci ha fondato un addirittura un partito (Forza Italia, gli “azzurri”). Pfui.
da Massimo Minelli
Mi sento uno straniero nella mia patria, in un paese che da circa 12 anni (coincidenza?) mi si è mutato davanti senza che potessi far nulla. Un paese che aveva un po’ di stile, di dignità, di onesta morale e intellettuale, che sapeva ridere di sé e degli altri e per questo era visto con simpatia e rispetto all’estero. Non faccio l’elenco delle attestazioni di stima che ricevevo da comuni tedeschi, francesi, spagnoli, belgi, olandesi, austriaci etc. nel mio girare per l’Europa facendo la vita del comune frequentatore di supermarket, stazioni, campeggi, librerie, scuole etc.Non è più così. Odiamo tutto e tutti. Basta sentire i commenti post-finale e i cori da stadio, ma anche articoli di “illustri” e “autorevoli” giornalisti e intellettuali, che usano parole da ventennio (nel senso peggiore del termine) e che sdoganano lo sfottò da curva sud. Saremo ora tutti uniti, non più guelfi e ghibellini, ma non ci accorgiamo di esserlo diventato a livello globale. Il campanilismo è per noi planetario. Non era cosa, lo era in modo bonario. Si rideva di più. Anche del calcio. Nel 1990 a fare da contraltare ai Biscardi, Damascelli, Pastorin, Melli, Corno etc. (molti di loro compari di Moggi, do you remeber?) c’era “Cuore mundial”: da collezione! Oggi nemmeno la Gialappa’s è immune dalla malattia patriottarda-pallonara.Mi sento uno straniero in patria, definito snob perché non tifo nazionale di calcio: ma quante bandiere e caroselli ho visto quando Stefano Baldini ha vinto la maratona olimpica di Atene? Nessuna. E i mondiali della nazionale di pallavolo? Nessuna. Li ho visti per la Ferrari (pilota tedesco, capo-team francese, ingegneri e tecnici di vari paesi).Snob io perché faccio molto sport? Pratico sport, quotidianamente, so cosa voglia dire sacrificio, sudore, dolore, gioia per un traguardo raggiunto, modesto, ma senza essere pagato e senza essere dopato, né protetto dal Moggi di turno.Ho capito dove vivo: nel paese dei cachi.P.S.: per csf, Zidane (vista anche l’altezza) la testata non poteva che darla al petto. Brutto gesto, criticato dalla stampa francese (farsi un giro su internet). Totti fu difeso, anche dalla candidata senatrice a vita Oriana Fallaci. Brutto, però, anche il rotolarsi come un maiale scotennato di quel falso ipocrita di Materazzi, che solo il dio-culo che ha protetto Lippi e i suoi ha portato a segnare due gol in un mondiale. Mi consola il fatto che anche Cruyff, Di Stefano, Platini, Zico e Baggio non hanno mai vinto i mondiali. Loro rimarranno nella storia del calcio, Materazzi e Totti forse solo perché nel gabellino della finale.
(da Affari Italiani)
da Alessandro Calì
Se debbo essere sincero condivido la reazione del Presidenteemerito riguardo la vicenda dei servizi segreti, però, benedetto uomo, oltre questa indignazione senile non avrebbe potuto avere anche quella giovanile quando sedeva nel consiglio nazionale della D.C con personaggi come Lima, Gioia, Ciancimino, Cerami, ecc. ecc. !
da Gianni Guasto
Certo, Schiavone non ha il tratto volgare di Salvini, ma, nell’incredibile scivolone sciovinista su Totò e Tati (ma siamo sicuri che il post sia stato scritto proprio da Schiavone e non da un clone calunniatore?) il clima si fa ugualmente greve e la musica finisce inevitabilmente per assomigliare al cachinno leghista. Inutile esercizio, Schiavone, e degno di miglior causa, quello di paragonare il Gorgonzola al Roquefort, il Barolo al Bordeaux e Goldoni a Molière. Meglio non avventurarsi. E poi, “se hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, essa poi ti segue sempre”, come diceva un americano che se ne intendeva. Con buona pace de noantri.
da Isabella Guarini
Caro Schiavone, per complimentarmi della preferenza accordata alla nostra arte e cultura. Mi auguro che non sia solo effetto della vittoria dei mondiali di calcio, ma che si tratti di una convinzione duratura in un momento in cui l’Italia è in sofferenza per il prevalere, in tutti i settori, del goticismo europeo, in arte gotico internazionale. Rilevo, però che se non ci fosse stato il Gotico non ci sarebbe stata nemmeno la reazione della Rinascenza. In fondo siamo indissolubilmente legati dalla storia e dai suoi ricorsi.
da Giovanni Trombetti
Secondo Calderoli la Francia ha perso schierando ” negri, islamici, comunisti”. L’aveva preceduto Borghezio che diceva di tifare per la vittoria finale per la squadra italiana, bianca e cristiana. Fino a qui molto schifo e vergogna per quei due. Ma i cori “negro di merda” hanno accompagnato la finale vissuta in piazza e ciò che credevo superato non lo è. Dietro front, si torna a Jesse Owens? Come diceva John Belusci nei Blues Brothers: io li odio i nazisti dell’Illinois.
da Peter Freeman
Caro Csf, come avete ben potuto rendervi conto voi stessi, in occasione della coppa del mondo la ministra Giovanna Melandri ha optato per una rigorosa linea di “low profile”. Poco inquadrata, poca ricerca della ribalta. In occasione della finale era quasi invisibile e quando Grosso ha segnato il rigore decisivo se n’è stata composta al suo posto, limitandosi a frugare nella borsetta alla ricerca di una copia del Dpef da rileggersi con attenzione. Nel dopo partita ha scansato con eleganza le fameliche telecamere. Quando gli azzurri sono giunti a Palazzo Chigi se n’è stata un passo indietro a tutti, e la gomitata che qualcuno le avrebbe visto rifilare a Romano Prodi per occupare la prima fila, di fianco a Cannavaro, era semplicemente causata da uno scivolone sui sanpietrini di Largo Chigi. Infine, la signora bionda che ha preso posto sul pullman scoperto che ha percorso trionfalmente la via fino al Circo Massimo, tra ali di folla osannante, non era lei. La signora bionda ben visibile, a fianco di Marcello Lippi, che mandava baci alla plebe come fosse Madonna nel ruolo di Evita Peron, non era Giovanna Melandri bensì una sua controfigura. Questo per la cronaca.