da Tommaso Trevisiol, Verona
Ho sempre apprezzato Travaglio: dieci anni fa lo leggevo con gusto su “il Borghese” diretto da Vimercati, e lo apprezzavo quando sparava a zero contro i politici ladri e corrotti. Questa è la vera destra, mi dicevo, altro che Previti e Berlusconi! I ladri in galera, punto e basta. Travaglio era e resta un “fascistone” (in senso buono) tutto legge e ordine. E’ per questo – credo – che uomini storicamente di sinistra come Sofri con lui perdono il controllo: è che non riescono a capire perché un destrorso come quello sia diventato il guru dalle cui labbra pende tutto il popolo di sinistra. E in effetti il paradosso c’è.
da Isabella Guarini
Caro CSF, sin dall’antichità la Torre di Babele è il simbolo dell’incomprensione tra i popoli. Oggi, più che mai, le parole non significano, o meglio si sostituiscono con parafrasi incomprensibili, che producono l’effetto Babele. E’ apprezzabile l’iniziativa di Ceratti, che ricopre una funzione pubblica, di ripristinare il significato delle parole, specialmente rispetto alla questione dei rifiuti urbani. A Napoli si dice monnezza . Nessun termine riuscirebbe a dare il senso di una siffatta composizione ecologica. “Monnezzaro” è il contenitore della monnezza. Cosa succederebbe, se nella situazione di crisi in cui ci troviamo in Campania le discariche, causa di degrado e di protesta degli abitanti, fossero denominate piattaforme ecologiche? Si penserebbe che il problema sia stato finalmente risolto!
da Gianluca Freda
Poiché credo di appartenere alla categoria dei “giustizieri senza macchia” che sembrano tanto dispiacergli, vorrei provare a spiegare a Sofri, con la massima calma possibile, il motivo di questa scelta. Caro Sofri, è probabile che stando in galera si faccia molta fatica a capire quanto la forza dello stato verso i deboli e la sua debolezza verso i forti non siano due cose separate, ma perfettamente complementari. Questo indulto non risolve il problema dell’affollamento carcerario, né quello delle pene sproporzionate rispetto al reato commesso. Semplicemente usa i poveri cristi, colpevoli e innocenti, che affollano le patrie galere, come merce di scambio per salvare la pelle ad una manciata di potenti. Da questo momento in poi, le carceri potranno nuovamente riempirsi di ostaggi, schiaffati dentro con criteri discutibili, pronti ad essere barattati con la libertà del prossimo Previti o del prossimo Dell’Utri che dovesse finire nei guai. E’ questo che siamo – o in questo momento ci sentiamo – noi cittadini: non una collettività ordinata da princìpi etici comuni, ma un airbag che serve a garantire l’incolumità del corrotto di turno in caso di incidenti giudiziari. Io spero, da tempo, che le ingiustizie che lei ha dovuto subire in questi anni le vengano risarcite. Ma è triste vedere che il loro scopo è stato solo quello di fabbricare un’idonea merce di scambio con l’impunità di pochi (veri) farabutti. Credo che nulla al mondo, neppure la sua libertà, valga l’asservimento di un’intera collettività statale all’arbitrio del potere.
da Vittorio Grondona – BolognaEbbene sì, siamo a questo punto. Non mi resta che munirmi di lanternino e cercare nel buio profondo della politica qualche rimasuglio di sinistra.
da Vincenzo Rocchino, Genova
Stiamo osservando impotenti alla distruzione di un Paese da parte di una potenza militare, Israele, che riesce appena a “turbare Washington” e l’ONU, ma non fino al punto di condannarla. Le scene strazianti di bambini, sepolti sotto cinque piani di una comune abitazione civile, dove cercavano scampo ai bombardamenti aerei che continuano da settimane, sono il mezzo più efficace e terribile per alimentare la voglia di vendetta del popolo libanese.
Caro CSF, constato che, a distanza di anni, lo stile del partito di lotta e di governo della prima repubblica è molto apprezzato proprio da coloro che l’hanno combattuto. Uno stile che conviene a entrambi gli schieramenti politici attuali e che rende visibilità ai piccoli partiti di maggioranza. Penso, tuttavia, che non si debba drammatizzare perchè nella complessità della situazione attuale, di guerra e di pace, di ricchezza e povertà, di progresso e regresso, è possibile selezionare solo pochi argomento su cui mettersi d’accordo. Anzi, al momento, direi che v’è stato un unico argomento che ha riunito i partiti di centrosinistra ed è quello dell’antiberlusconismo.
da Virgilio Mancini Adriano Sofri dovrebbe avere maggior rispetto di chi non la pensa come lui. Travaglio ha espresso delle opinioni che si possono condividere o meno ma non ha detto che Sofri è un cretino. L’insulto è una delle forme più basse per replicare ad un interlocutore e dimostra mancanza di argomentazioni e maleducazione. Credo quindi che Travaglio abbia vinto il confronto 3 a 0. Ma poi perché i Sofri sono così nervosetti? Mi ricordo un analogo scambio di invettive in cui Luca Sofri riempieva di insulti Massimo Fini.
da Muin Masri
Follia. Viviamo in un’epoca di follia collettiva. Definire una guerra come uno scontro “tra il bene e il male” è una follia. Giustificare una guerra come “giusta” è follia. Tutto era pronto prima! L’11 settembre ha dato solo il via alla nostra follia. Ci hanno raccontato fino alla nausea il motivo di questa guerra, ma nessuno riesce ancora a interpretare la nostra follia autodistruttiva. Sì, perché il male non aspetta altro che di vedere il bene con le mani sporche di sangue e l’amore perdere la sua morale vergine, assomigliare più al diavolo che a Dio. Ho sentito dei presunti autorevoli parlare di “diritto alla difesa”, altri addirittura auguravano “buona guerra”. Ho sentito dei rappresentanti religiosi chiamare la gente alle armi. Ho visto ragazzi farsi saltare in aria per non morire soli. Ho visto dei venditori di odio spacciarsi per massimi esperti di lotta al terrorismo. Ho ascoltato la seconda autorità del globo suonare il pianoforte davanti alla tragedia; la follia ha bisogno anche della musica per non sentire i lamenti dei dannati nella loro discesa all’inferno. Piccoli. Tutti sono maledettamente piccoli ma folli. E noi ancora più folli! Loro almeno hanno trovato la scusa della loro follia invece noi dobbiamo solo seguirli, altrimenti che follia collettiva è? Karim un giorno mi disse: “Per chiudere l’interruttore di questa follia potremmo distruggere il Muro del Pianto, la moschea di Al’aqsa e la Basilica dalla Natività!” Così, però, non avremo più la luce.
da Alessandro Ceratti
Ho letto la tua letterina su Io Donna, in cui parli di parole che diventano insulti o smettono di esserlo. Questa mania del politically correct non riguarda soltanto il modo in cui ci si rivolge alle persone ma anche quello di nominare le cose. Come sai io sono assessore all’ecologia e ambiente del mio comune e quindi tra i miei compiti vi è anche quello di occuparmi della raccolta dei rifiuti. Appena insediato mi sembrava giusto chiamare la discarica comunale con il suo nome, quello appunto. Ma in ufficio gli impiegati un po’ scherzando un po’ sul serio mi dicevano: “Ma assessore! Non si dice discarica, si dice piattaforma ecologica.” Bene, se c’è qualcosa di poco ecologico questa è una discarica di rifiuti, non trovate? Eppure va così, e un po’ per volta mi sto abituando anch’io a chiamarla con il suo nome politically correct. Questa circostanza mi ricorda tanto 1984 di Orwell in cui ogni cosa veniva chiamata con nomi che ne occultavano il senso, spesso ribaltandolo.
Adriano Sofri per Il Foglio
Non ho nemmeno cominciato a dire che cosa penso dello stato della sinistra – di casa mia, cioè, e di chiunque altri ci voglia stare, ma mia di sicuro – che già si alza la polvere. Una delle cose che vorrò dire riguarda la testa bassa con la quale un’intera classe di dirigenti della sinistra (ci metto dentro tutti, Ds e Margherita, da questo punto di vista) si lascia insultare da personaggi di cui non si vedono i titoli di nobiltà. SEGUE