da Alberto Arienti
Quando si hanno risposte prefabbricate, si rischia di toppare. PeterFreeman, che dovrebbe essere molto bravo con le parole essendo giornalista,lascia intendere che il mio circoscrivere il problema dei Pacs agliomosessuali, sia un segregarli, e per far buon peso, ci aggiunge un “froci”,come a sottintendere che lì avrei voluto andare a parare. Invece ha toppato.Quanto alla frase “non voglio mettere su famiglia (e i PACS non lo sono) mavoglio che il mio partner usufruisca della reversibilità della pensione”andrebbe forse tradotta in “non voglio avere doveri ma solo diritti”. Ilmatrimonio è una istituzione che pone dei vincoli a favore delle partideboli (coniuge e figli) e li pone per primo ai contraenti, non allo stato.Qui si vorrebbe restare con le mani libere, vincolando solo lo stato!
da Silvia Palombi
Urbani mi hai levato le parole dalla bocca: da quanto tempo non si votaqualcuno che ci piace ripiegando, obtorto collo, sul meno peggio? InveceRita ci piace proprio un frego!!! Beati i siculi.
da Pier Franco Schiavone
CSF mi perdonerá se insisto sui giornalisti. Ho letto la polemica di Sposini contro Rossella e mi sono venute in mente le cosiddette affettuosità giornalistiche (in Spagna, mi sembra, le chiamano: Amiguismo). Ho capito che le affettuosità sono inversamente proporzionali agli insulti. Alla faccia della colleganza, Sposini con una botta sola ha mazzolato Rossella e Marzullo. Certo che è un mondo, quello del giornalismo, in cui girare col siero antivipera e le mutande blindate è consigliabile. Non è l’unico mondo in cui mentre ti danno una pacca sulla spalla ti attaccano il biglietto del somaro, sia chiaro, ma i giornalisti, quelli noti, i protagonisti, usano i media (il vero strumento di lavoro, altro che penna) non solo per dare o commentare una notizia, il che dovrebbe essere il loro compito, ma anche per bastonare o osannare i colleghi. È come se un gelataio spennellasse un cono sulla zucca del collega. Cosa ne pensa CSF?
Penso che Sposini ha tutto il diritto di criticare il suo ex direttore. (csf)
da Isabella Guarini
Caro CSF, se, come giustamente dice Carla Bergamo, il problema delle coppie di fatto riguarda solo quelle omosessuali, perché in Italia esiste il divorzio per quelle etero, penso che tutta la discussione debba ruotare intorno al matrimonio tra omosessuali e conseguenze. Sarebbe più chiaro l’obiettivo politico.
da Peter Freeman
Caro Csf, il pregio dell’argomento PACS è di far emergere un bel po’ di luoghi comuni e pregiudizi. E, aggiungo, persino strane concezioni del diritto. Arienti, ad esempio, pensa che la questione PACS riguardi soltanto gli omosessuali. Anzi, diciamocelo senza peli sulla lingua: i froci. A me, che omosessuale non sono, i PACS interessano. E se pure lo fossi (frocio) riterrei che sarebbe cosa buona e giusta: non voglio mettere su famiglia (e i PACS non lo sono) ma voglio che il mio partner usufruisca della reversibilità della pensione. Il fatto è che tra le righe di molti post emerge in maniera neppure troppo velata, una cultura punitiva: essere omosex è comunque una colpa, sei una minoranza, e la minoranza ha meno diritti di una maggioranza, il che non trova alcun riscontro nella nostra costituzione, da qualunque parte la si legga e interpreti. Guarini, che dalla omologazione delle minoranze alle maggioranze è a dir poco ossessionata, pensa che la tutela delle prime non possa che andare a discapito delle seconde. I neri in America erano e sono minoranze e tuttavia nessuno oggi pensa che l’abolizione della segregazione razziale sia stato un male, nonostante il parere contrario di ampie maggioranze di bianchi. Quanto alle problematiche di minoranza cui Guarini fa riferimento (pillola abortiva e procreazione assistita), non sono certo che siano tanto minoritarie, ma se pure lo fossero, l’interruzione di gravidanza o il desiderio/possibilità di avere un figlio nonostante il pessimo stato dei propri spermatozoi (o il ricorso recente alla chemioterapia) sono elementi di civiltà. Ma su questo Guarini non intende ragioni: lo Stato serve a “mettere ordine” che è una ben misera e regressiva concezione delle relazioni e financo della laicità, oltre che rivelare una paura del “disordine” che a me sinceramente mette paura.
da Guglielmo Venturi
Per chi ha avuto la ventura di essere un suo contemporaneo quando giocava, Gigi Riva è stato un mito. Non solo il più grande attaccante italiano di tutti i tempi, ma anche l’uomo che ha avuto il coraggio di rinunciare ad ingaggi spropositati della Juventus per non tradire il suo Cagliari .Da qualche anno il suo ruolo è quello di team leader (?) della nazionale, ovvero vive ai margini del suo mondo con una contenuta visibilità. Anche lui è rimasto impigliato nella rete delle intercettazioni di Moggi. Costui, irritato (o, per usare il suo linguaggio, incazzato) per le dichiarazioni di Zeman, informa un suo interlocutore che lo farà bastonare da Gigi Riva. La missione viene puntualmente compiuta. In una intervista, ritrasmessa recentemente da Telelombardia, Riva attacca ferocemente Zeman, lo accusa di essere un cialtrone e di non aver mai vinto niente in vita sua.La scorsa settimana Beckenbauer, che è tutt’altro che uno sprovveduto, dichiara una cosa ovvia, cioè che la nostra nazionale potrà pagare lo scandalo del calcio italiano ai prossimi mondiali. Gigi Riva interviene di nuovo: ” Beckenbauer ha il cervello di un bambino. Gli regalerò un giocattolo o una matitina.” A dimostrazione di due teoremi. Il primo che è difficile saper invecchiare con saggezza. Il secondo, molto retorico, che mi citava reiteratamente il nonno che io mandavo abitualmente a quel paese: “La credibilità di un uomo è come un corallo: ci vuole una eternità per costruirlo ed un attimo per spezzarlo.”
da Rita Guma
Isabella Guarini scrive “Il problema è di fare leggi a cui spontaneamente siadegua la maggioranza dei cittadini”. Facendone una per abolire le impostesono certa che i piu’ si adeguerebbero immediatamente. E in certi contesticulturali sarebbero ben accolte (e lo furono) leggi razziste o sessiste oper mandare le streghe al rogo. Va peraltro considerato che l’opinione e lapercezione dei propri stessi bisogni di buona parte della ‘maggioranza’ sipuo’ cambiare con adeguate campagne politico-mediatiche, sfatando oalimentando il pregiudizio.
da Piero d’Agostino, Napoli
Ma Sposini è lo stesso giornalista che ai referendum dichiarava di andarsene al mare per non votare perchè “non era così che si risolvono i problemi” e non voleva essere costretto a schierarsi?Poi l’ho visto che dava lezioni di garantismo a Travaglio una sera a Primo Piano e che per pronunciarsi voleva si aspettasse la fine delle inchieste sul calcioAbbiamo aspettato ed è uscito il suo legame con Moggi.Con Moggi poteva schierarsi.
da A. Sernissi
Sono d’accordo con il signor Rocchino, qualcosa non è andato per il verso giusto, tra sondaggi, exit-polls e risultati finali. Ci sono troppe divergenze tra questi numeri, come se le previsioni fossero state in qualche modo, non so come, falsate a bella posta.
da Gianluca Freda
Riguardo ai diritti delle coppie di fatto,Isabella Guarini scrive che “Il problema è difare leggi a cui spontaneamente si adegua lamaggioranza dei cittadini”. Il concetto non mi èchiaro. Se la maggioranza dei cittadini si adeguaspontaneamente ad un certo atteggiamento, a cheserve garantirlo con una legge? In realtà è piùfrequente (e più utile) che le leggi servano atutelare le minoranze di cittadini (come quelladegli omosessuali) da ciò che la prepotenza dellamaggioranza, spontaneamente, vorrebbe impedirglidi fare. Ad esempio la maggioranza, se potesse,discriminerebbe le coppie omosessuali sotto ogniaspetto, compreso quello ereditario,pensionistico, relazionale. Ciò deve essergliimpedito. Non c’è caos quando i diritti spettantiad alcune categorie di cittadini vengono estesidai governi ad altre categorie, disciplinando perlegge l’ampliamento. C’è caos quando ilpregiudizio e l’egoismo delle maggioranzediscriminano le minoranze rendendole rabbiose.Questo non deve accadere, o è ora che cessi di accadere.